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    L'ARMATA BRANCAGUALTIERI – CORRENTI, CAPIBASTONE, L’AMICO DI MARCHINI E IL GRAN CIAMBELLONE BETTINI: CHI C’E’ DIETRO LA CANDIDATURA DI GUALTIERI - L’EX MINISTRO SI È CONSEGNATO AI DEM DI ROMA, UNA SORTA DI PARTITO INDIPENDENTE, ALL’EX DALEMIANO CLAUDIO MANCINI, AL GRUPPO DI ALESSANDRO ONORATO (EX MARCHINI), MENTRE IL NON AMICO ZINGARETTI VIGILA E I CONSIGLIERI REGIONALI PRETENDONO POSTI IN GIUNTA - DOV'E' LA SCALPITANTE MOGLIE DI FRANCESCHINI MICHELA DI BIASE?


     
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    CARLO TECCE per l’Espresso

    roberto gualtieri foto di bacco (1) roberto gualtieri foto di bacco (1)

     

    Non è facile essere Roberto Gualtieri e sorbirsi opinioni, pareri, giudizi, accordi, lezioni, bilancini, spartizioni, tatticismi, imposizioni e poi sentirsi ancora Roberto Gualtieri. Più che il candidato a sindaco di Roma di una coalizione di centrosinistra con la targa un pochino camuffata del Pd, lo storico, già dalemiano, gramsciano, chitarrista Gualtieri è il candidato a sindaco di un patto di sindacato fra azionisti diversi, politici che si detestano, correnti che si mescolano. E l'unico modo per sopravvivere è non essere più sé stessi, ma essere un po' di ciascuno.

     

    gualtieri raggi calenda michetti gualtieri raggi calenda michetti

    Il capolavoro l'ha fatto con la lista civica Gualtieri che porta il suo nome e il suo volto. Il padrone - per il bon ton di Lina Sotis sarebbe più adatto "animatore" o "fautore" - di questo contenitore elettorale si chiama Alessandro Onorato, quarantenne imprenditore, una dozzina di anni da consigliere di opposizione, cresciuto con i miti di Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini, le sfumature dunque, amico di famiglia, epigono e pupillo di Alfio Marchini, il mecenate della sinistra che per due volte ha puntato il Campidoglio sbagliando mira. Onorato è quel tipo di giovane adulto molto attivo che col tempo ha creato una rete, ha allenato la retorica e ha soluzioni per salvare Roma da qui al prossimo secolo ecologista o tornando indietro da qui all'invasione dei visigoti.

     

    gualtieri chitarra 7 gualtieri chitarra 7

    Ha reclutato centinaia di candidati per i Municipi e il Campidoglio con una efficienza impressionante, ha preparato manifesti, campagne e iniziative con circa 100.000 euro raccolti tramite la schiera degli amici allargati, ha calcolato di valere almeno il 5 per cento, il necessario per blindare l'ingresso al ballottaggio del centrosinistra, e l'ha convertito, il 5 per cento, in 5 consiglieri e almeno un assessore, diciamo l'assessore Alessandro Onorato. Col mestiere che solo gli imprenditori prestati a vita alla politica praticano, ha presentato pulita e stirata la lista civica Gualtieri con un buon dosaggio di politici di professione, politici laici, avvocati, insegnanti, studenti e commercianti. E Gualtieri non c'entra, non ha deciso una riga: ha soltanto concesso in comodato d'uso il suo volto e il suo nome.

    claudio mancini claudio mancini

     

    Onorato è talmente affine al pensiero politico di Gualtieri che fino a due mesi fa stava per accamparsi col suo banchetto e i suoi volontari al fianco di Calenda. Un anno fa il lobbista Paolo Sarzana auspicava su Facebook: «Calenda sindaco, Alessandro assessore al bilancio». Capo della comunicazione di Teleperformance e già presidente di Assocontact (l'associazione degli operatori dei call center), oggi Sarzana è il tesoriere della lista civica Gualtieri. Dopo dieci anni da parlamentare europeo e un anno e mezzo da ministro del Tesoro, il professor Gualtieri è ancora una «così brava persona», appiccicosa espressione che trasuda sufficienza. Siccome fu oblato in politica con i voti degli altri, il Pd romano, che è un Pd autonomo, non controllato, spesso strafottente, vigila con sguardo premuroso su Gualtieri. I posti in lista dem li ha assegnati insieme con il deputato e tesoriere locale Claudio Mancini.

     

    alessandro onorato alessandro onorato

    A ogni riunione per convincere i più reticenti c'era Mancini. Quando non c'è Mancini, c'è un collaboratore di Mancini. In macchina il candidato a sindaco viaggia con i due agenti della scorta e il collaboratore di Mancini. Però l'abile Mancini e il gruppo del quartiere di Monteverde, da citare Fabio Bellini e altri scafati e capaci ex assessori regionali e consiglieri municipali, sono rivali del gruppo del presidente regionale nonché ex segretario nazionale Nicola Zingaretti. Allora Zingaretti ha distaccato Albino Ruberti, il suo capo di gabinetto, presso il comitato di Gualtieri e rivendica di aver risollevato le sorti di una candidatura a sindaco moscia e incolore. Gualtieri non è una scelta di Zingaretti, ma Ruberti è un messaggio inequivocabile di Zingaretti: non vincete senza di me, vi aspetto dopo le feste. Gualtieri ha raccontato due volte il suo programma.

     

    righetti gualtieri righetti gualtieri

    Una volta in più per dedicare uno spazio su misura a Eugenio Patanè, presidente della commissione regionale alle infrastrutture, erede del vasto bacino elettorale di Mario Di Carlo, che fu ispiratore di Francesco Rutelli sindaco nel '93. E da buon antico rutelliano Patanè ha già prenotato un'eventuale poltrona in giunta, ai Trasporti ovvio, nel ricco mandato che si conclude appena dopo il Giubileo del 2025. Al comitato di Gualtieri, dopo una fugace visita nell'altra sede dismessa in centro, si interrogano sull'assenza di Michela Di Biase, scalpitante consigliera regionale (manca un anno alla scadenza) e moglie del ministro Dario Franceschini. Forma di tutela verso sé medesima che ambiva alla fascia di sindaco e ambisce a quella di vice o verso il marito che ha sempre ambizioni fresche. Chissà.

    eugenio patane eugenio patane

     

    Completate le manovre di totale inserimento nel Pd dopo l'icastica stagione nel centrodestra da Silvio Berlusconi ad Angelino Alfano, la deputata Beatrice Lorenzin, invece, svolge con impegno e dedizione, cioè comanda, il suo ruolo di coordinatrice della campagna elettorale. Sbatacchiato dalle fazioni di partito in feroce competizione, di mattina, a sera, oppure dopo ogni probante prestazione mediatica, Gualtieri si rifugia nel conforto di una telefonata a Goffredo Bettini, il narratore onnisciente delle faccende romane del centrosinistra.

     

    roberto gualtieri foto di bacco roberto gualtieri foto di bacco

    Bettini è una presenza intangibile, assai rispettata da fedeli e da reprobi del comitato di via di Portonaccio, che indirizza il dire e il fare di Gualtieri e si manifesta quando il candidato a sindaco esclama «pronto» e subito dopo «come sono andato?». In quel momento si compie il trasferimento di sapienza e di conoscenze che molti ignorano al comitato, ma che di sicuro è necessario per agguantare la vittoria. E se non basta, se le formule di Bettini non acquietano i dubbi, se manca una cifra, un numeretto, una nota bibliografica, Gualtieri ricorda di «chiedere a Marco».

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    Si tratta di Marco Simoni, consulente economico a Palazzo Chigi nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, presidente della fondazione Human Technopole, l'istituto di ricerca per le scienze della vita generatosi dall'Expo di Milano. Il percorso di Simoni è semplice: voleva fare il sindaco, adesso forgia il sindaco. Aveva optato per Calenda, poi è atterrato sul più accogliente Gualtieri. Simoni ha gli strumenti e l'esperienza per fornire sostanza alla propaganda da comizio. Si occupa dei contenuti e risponde quando Gualtieri gli dirotta le richieste.

    michela di biase michela di biase

     

    Il Pd di Roma, segretario Andrea Casu candidato alle suppletive per la Camera a Primavalle e tesoriere Mancini non candidato però fondamentale, ha esercitato lo sforzo più grosso nel far conoscere Gualtieri ai romani, per spingerlo soprattutto oltre il collegio Roma 1, zona di sua elezione a deputato, zona a traffico limitato (ztl) per intenderci. Il Pd di Roma ha investito migliaia di euro in santini, cartelloni e promozione sui social.

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    Come previsto dalle regole, la conduzione economica della candidatura è passata al mandatario elettorale: l'avvocato Gianluca Luongo, legale dei Democratici di Sinistra, di Massimo D'Alema e anche di Gualtieri, da ragazzo all'ufficio legislativo dei Ds al Senato e per un biennio capo di gabinetto di Alberto Maritati sottosegretario alla Giustizia. Luongo ha riscontrato la diffidenza degli istituti di credito che a lungo si sono rifiutati di aprire il conto al comitato elettorale di Gualtieri perché ormai la politica è considerata sconveniente e foriera di guai. Poi ci è riuscito seppur con alcune limitazioni: per esempio, ha spiegato, deve recarsi fisicamente in banca per un bonifico e non può usufruire dei servizi in digitale. Il comitato di Gualtieri ha una previsione di spesa di 290.000 euro e dispone già di un'eccellente liquidità per pagare un ampio organico, più di quaranta contratti.

    goffredo bettini foto di bacco (2) goffredo bettini foto di bacco (2)

     

    Non è facile essere Roberto Gualtieri compresso fra Onorato, Bettini, Mancini, Ruberti, Patanè, Simoni, Zingaretti, Franceschini, Lorenzin e altre decine e decine di assistenti che, certo, vogliono che vinca proprio lui. Sì, lui chi? Un Gualtieri a caso. Purché sia quello che hanno in mente loro.

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