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    MADURO NELLA "POLVERE" - L’ARRESTO DEI DUE NIPOTI PER NARCOTRAFFICO, E’ L’ULTIMO COLPO AL PRESIDENTE DEL VENEZUELA CHE HA TRASCINATO IL PAESE IN UNA CRISI DEVASTANTE - TUTTI I LEGAMI DEL POTERE DI CARACAS CON IL TRAFFICO DI COCA


     
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    Omero Ciai per “la Repubblica”

    NIPOTE DI MADURO NIPOTE DI MADURO

     

    L’arresto per narcotraffico ad Haiti di due nipoti di Nicolás Maduro sembra davvero l’ultimo colpo per un presidente, eletto come erede di Hugo Chávez nel 2013 con uno scarto irrisorio (lo 0,7%), che ha trascinato il Venezuela in una crisi devastante con l’inflazione al 70%, la carestia della maggior parte dei beni di prima necessità, e la persecuzione politica degli oppositori.

     

    MADURO MADURO

    Efrain Campo Flores e Francisco Flores de Freites sono finiti in trappola a Port au Prince in una operazione dell’antidroga Usa (Dea) dopo che un mese fa si erano messi in contatto con un capo narcos, che in realtà era un informatore, per consegnargli una partita di 800 kg di cocaina. Portati a New York sono stati incriminati per traffico di droga dal Procuratore di Manhattan.

     

    Efrain è un figlioccio del presidente Maduro, venne adottato dopo la morte della madre, sorella della moglie del presidente Cilia Flores. Secondo fonti del Wall Street Journal i due familiari di Maduro, dopo l’arresto, avrebbero dichiarato che trasportavano la droga per ordine del presidente del Parlamento venezuelano, Diosdato Cabello, e avrebbero coinvolto nell’affare anche il governatore dello Stato di Aragua ed ex ministro degli Interni Tareck al Assaimi.

    SCONTRI IN VENEZUELA PER L'ELEZIONE DI MADURO SCONTRI IN VENEZUELA PER L'ELEZIONE DI MADURO

     

    E qui tutto torna: Cabello e al Assaimi erano i due alti dirigenti della rivoluzione bolivariana che Leamsy Salazar, ex capo della sicurezza personale di Hugo Chávez, il leader venezuelano morto il 5 marzo del 2013, aveva segnalato alla Dea come capi di un fantomatico “Cartel de los Soles” del quale avrebbero fatto parte generali dell’esercito venezuelano e esponenti della nomenclatura chavista impegnati a supervisionare il trasporto verso gli Usa di cocaina delle Farc, la guerriglia colombiana.

    Nicolas Maduro Nicolas Maduro

     

    Salazar, fuggito da Caracas negli Stati Uniti dopo la morte di Chávez, e divenuto testimone, aveva già coinvolto direttamente la famiglia presidenziale affermando che un figlio di Cilia Flores, Walter Jacob Gavidia Flores, e il figlio di Maduro, “Nicolasito”, usavano piccoli aerei di Pdvsa, la holding del petrolio, per trasportare carichi di droga.

    Ora finché erano le dichiarazioni di un ex 007 in disgrazia si poteva a ragione dubitarne. Con gli arresti in flagrante ad Haiti diventa più difficile.

    MADURO ACCOGLIE LA BARA DI CHAVEZ MADURO ACCOGLIE LA BARA DI CHAVEZ

     

    Maduro ieri ha parlato all’Onu, al Consiglio dei diritti umani, evitando qualsiasi riferimento agli arresti. Nel suo intervento ha respinto le accuse di autoritarismo, affermando che il suo governo è “vittima di un attacco permanente” e di “un complotto dell’imperialismo”. Ma il suo problema, a questo punto, è che mentre emerge una connessione criminale del potere venezuelano con il traffico di droga, il suo regime è sempre più isolato.

     

    Chavez insieme al suo vice Nicola Maduro Chavez insieme al suo vice Nicola Maduro

    Fra tre settimane, il 6 dicembre, si vota per il rinnovo del Parlamento e, per la prima volta, il neosegretario dell’Oea, l’organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, ha manifestato “grave preoccupazione” sulle garanzie democratiche delle elezioni. Ciò che accadrà in Venezuela se il Psuv di Maduro perde le prossime elezioni è il misterioso scenario che ormai preoccupa non solo Washington ma anche tutte le cancellerie sudamericane.

     

    Ago della bilancia in un Paese sconvolto dalla criminalità e dalla carestia saranno le Forze armate che, fino ad oggi, hanno sempre giurato fedeltà assoluta alla “rivoluzione” chavista. Lo stesso Maduro, temendo l’inevitabile sconfitta elettorale, ha già minacciato che governerà “in nome del popolo” formando una giunta civico-militare: l’autogolpe dei narcos?

     

     

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