Emanuela Minucci per “la Stampa”
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È suggestivo almeno quanto il mondo dell' Appeso e del Bagatto l' obiettivo che si pone il volume Tarot, scritto da Jessica Hundley e edito da Taschen (520 pp.
in Italia dal 23 settembre) a indagare il significato simbolico di oltre 600 carte abbinandole ad altrettante opere d' arte originali finora mai pubblicate al di fuori del mazzo per il quale nacquero. Gli arcani. è noto, sono stati la musa di artisti come Salvador Dalì o Niki de Saint Phalle (il suo Giardino dei tarocchi è davvero uno scenario da fiaba) ma vederle tutte insieme, queste versioni creative delle carte divinatorie, fa un grande effetto.
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Si tratta del primo compendio visivo del genere, spazia dal Medioevo ai tempi moderni, ed è scandito dalla sequenza delle 78 carte che compongono gli arcani maggiori e minori. «Indagare sui tarocchi equivale a indagare su noi stessi - spiega Hundley nell' introduzione - e questa tradizione vecchia di sei secoli racconta anche il viaggio dell' espressione artistica e i modi per rappresentare la condizione umana». Concetti ben noti a personaggi come Alejandro Jodorowsky, il regista iconoclasta che ideò un nuovo modo di leggere i tarocchi, libera da ogni condizionamento e ogni tradizione metafisica. Sono circa 100 gli artisti contemporanei che hanno saputo riconoscere la capacità degli arcani di stimolare lo sviluppo dell' identità culturale.
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Sfogliando Tarot ci si emoziona con l' eremita (The ermit) di Osvaldo Menegazzi, che fa parte delle Conchiglie divinatorie (1974) vecchio di quasi mezzo secolo e con la fresca interpretazione della Giustizia (Justice, 2018) da parte di Mieke Marple che la raffigura con il ritratto in bianco e nero dell' attivista afroamericana Angela Davis. Per restare sul tema diritti umani, straordinario è il mazzo dedicato al Black Power da Michael Eaton & A.A.Khan nel 2017. Il libro, poi, sceglie l' undicesima carta degli arcani maggiori per raccontare La Forza, una donna di colore con riccioli biondi a cavalcioni di un leone che si fa mettere docilmente le mani in bocca.
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Sembra un angelo della morte, invece, L' imperatrice (1975) mutuata dagli occhi visionari di Bea Nettles: una sacerdotessa alata che armeggia con chissà quale pozione letale. «L' idea di occuparsi di tarocchi - scrive Jessica Hundley - venne a Bea Nettles in sogno, quindi decise di tradurli in ritratti di familiari e amici in costume rappresentativi di ciascuno degli archetipi degli arcani classici».
Anche l' interpretazione della Ruota della fortuna The Wheel of Fortune eseguita nel 2017 da Cathy McClelland racconta una versione affascinante dei tarocchi, quella stellare e astronomica. «Perché gli arcani sono la natura e la sua sublimazione, il racconto e il simbolo, fisica e metafisica» spiega il saggio.
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E una lettura che racchiude tutti questi piani viene offerta da opere come The Hierophant- Carnival at the End of the World Tarot (2018) di Nicholas Kahn e Richard Selesnick: qui il Papa (lo Ierofante), è raffigurato da un uomo-vegetale racchiuso in una gigantesca mano verde da cui germogliano uccelli preistorici e pigne selvatiche. Dal Papa al Diavolo il passo - almeno nei tarocchi - è breve, e immaginare la carta di Satana spetta all' artista contemporanea Suzanne Treister, esperta del rapporto fra arte e nuove tecnologie. Ed ecco che il Diavolo secondo Treister ha il volto dei mali della modernità: inquinamento, guerre e manipolazione delle coscienze.
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Completano il libro brani di pensatori come il «mago» Éliphas Lévi, Carl Jung e Joseph Campbell; un' introduzione dell' artista Penny Slinger; una guida alla lettura delle carte di Johannes Fiebig e un saggio sui mazzi oracolari di Marcella Kroll.
La costruzione del saggio è avvolgente e sembra prendere spunto dalla definizione che diede Italo Calvino di questo mondo. Lo scrittore, osservando gli arcani, notò che nel loro accostarsi in modo casuale, un po' come nella vita, generavano le storie più belle (Il castello dei destini incrociati). Mentre Carl Gustav Jung definì queste carte, le immagini psicologiche per definizione, archetipi dell' inconscio collettivo che non finiranno mai di stupire.
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