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    L'ARTE RIPARTIRÀ DA ''ARTISSIMA''? - ILARIA BONACOSSI: ''CI VEDIAMO A NOVEMBRE A TORINO. TUTTE LE GALLERIE CONFIDANO NELLA NOSTRA FIERA PER RITROVARE IL PUBBLICO DOPO MESI DI LOCKDOWN. IL MONDO DELL'ARTE È COME CRISTALLIZZATO, NON SOLO PER IL LOCKDOWN E LA CANCELLAZIONE DELLE MANIFESTAZIONI, MA ANCHE PER UN TIMORE CONDIVISO DI SBAGLIARE. GLI INVESTITORI STANNO MONITORANDO L’ANDAMENTO DEI MERCATI, I GALLERISTI NON VOGLIONO SVENDERE NÉ BRACCARE CLIENTI IN UN MOMENTO TANTO DELICATO


     
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    Emanuela Minucci per www.lastampa.it

     

    Per ora noi tiriamo dritto. E Artissima la faremo. Aggiungendo anche una promessa: quella di novembre sarà un’edizione ancora più avvincente». Parola Ilaria Bonacossa direttrice della fiera torinese, che, nonostante il mondo stia lottando contro lo tsunami del Covid-19 di rinvio non vuole sentirne parlare .

     

    Quindi la 27esima edizione è confermata?

    artissima 2019 ilaria bonacossa artissima 2019 ilaria bonacossa

    «Direi proprio di sì. Giusto tre giorni fa abbiamo visto che non rinvieranno neanche la Biennale, e noi stiamo lavorando con forza alla data che va dal 5 all’8 novembre. Abbiamo, però, deciso di posticipare la chiusura delle domande di iscrizione a fine maggio per aiutare le gallerie a prendere decisioni strategiche una volta uscite dall’emergenza».

     

    Le restrizioni legate agli spostamenti di beni e persone, però, renderanno la fiera meno internazionale…

     

    «Beh, pensare questa edizione come più europea, non mi pare negativo, perché saranno proprio i loro lavori a dare un respiro internazionale alla fiera».

     

    Tecnicamente a quali soluzioni state pensando? Ingressi con il contagocce, meno gallerie, più spazi virtuali, eventi in digitale?

     

    «Tutte le gallerie confidano nel ritorno di Artissima che potrebbe essere, dopo mesi di lockdown, l’occasione per ritrovare il proprio pubblico, sostenere il business e mostrare ai collezionisti i lavori prodotti dagli artisti in questi mesi. Stiamo lavorando con Gl Events, che nelle sedi asiatiche sta per riaprire i suoi spazi: ci servirà per capire in anticipo come rendere l’esperienza di un evento pubblico sicura.

     

    Che gli ingressi saranno contingentati è fuor di dubbio. Il digitale, poi, ci consentirà di usare tecnologie mirate, come le entrate differenziate in diverse fasce orarie. Immagino quindi una fiera più piccola, più intima, che permetterà un’esperienza più vivibile dell’arte, con tempi più dilatati. Spero che da questa clausura globale riemergeremo con la voglia di dedicare alle esperienze un tempo di qualità superiore: sarà una dimensione più umana che consentirà un rapporto molto più intimo a tutti i fruitori della fiera. Chissà poi se l’Oval sarà la sede più idonea o dovremo traslocare altrove, questo si vedrà».

     

    ilaria bonacossa ilaria bonacossa

    C’è già qualche segno in Rete di questa metamorfosi?

    «Grazie allo sviluppo digitale sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, lanceremo a giugno un progetto, Artissima in progress che metterà in contatto espositori e collezionisti. Un modo del tutto inedito per sostenere le gallerie».

     

    Che aria tira nel mondo dell’arte contemporanea?

     

    «Al momento è come cristallizzato, non solo per il lockdown e la cancellazione delle manifestazioni internazionali, ma anche a causa di un timore condiviso di sbagliare, in un momento di grande trasformazione e incognite. Gli investitori stanno monitorando l’andamento dei mercati, i galleristi non vogliono svendere né braccare clienti in un momento tanto delicato. Si respira preoccupazione e si aspetta di uscire dal tunnel».

     

    L’arte resta un bene rifugio?

     

    galleria cracco, paride vitale, rosa fanti, giovanni ozzola, carlo cracco, roberto pisoni, ilaria bonacossa, ph carmine conte galleria cracco, paride vitale, rosa fanti, giovanni ozzola, carlo cracco, roberto pisoni, ilaria bonacossa, ph carmine conte

    «Resta un’alternativa forte a mercati inaffidabili. Più difficile, temo, sarà per quelle istituzioni che contano sul supporto di aziende private che, in quest’anno di crisi, non solo stanno registrando perdite ma hanno dovuto supportare l’emergenza sanitaria. Il governo a livello centrale, insieme con regioni e città, deve assolutamente trovare risorse da destinare a una cultura che è elemento strategico per la ripartenza anche turistica del paese».

     

    Avete già scelto temi, fili conduttori, sezioni, nuovi curatori, gallerie…?

     

    «La prossima edizione doveva interrogarsi sul concetto di “stasi frenetica”, quasi un titolo profetico alla luce di quanto accaduto, esplorandone le ricadute sul mondo del Contemporaneo. Il tema dell'accelerazione opposta all'inerzia, rappresenta un cambiamento ineludibile dei nostri paradigmi, e una risposta alla crisi dei tempi complessi. La pandemia dimostra che questo concetto conteneva una sua urgenza e come lo sguardo degli artisti riesca ad anticipare sempre gli eventi».

    artissima 2019 alejandra hernandez artissima 2019 alejandra hernandez

     

    L’Italia saprà risollevarsi da questo disastro? E come può il mondo dell’arte aiutare il Paese?

     

    «L’Italia deve risollevarsi. E in questo lockdown abbiamo avuto la percezione di quanto cultura e arte siano importanti e i musei e le istituzioni si sono dati da fare per incontrare il loro pubblico chiuso a casa ottenendo grande successo».

    Teme che gli effetti della pandemia inghiottiranno gli artisti in erba così come le gallerie di nicchia?

    «Sarebbe meraviglioso se questa criticità potesse diventare un’opportunità. Magari un grande fondo sostenuto dal Mibact e da grandi aziende e fondazioni per l’acquisizione di opere per i musei? Una sorta di New Deal che scommette sull'intero mondo dell’arte italiana».

    artissima 2019 artissima 2019

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