Angelo Agrippa per www.corriere.it
i manifesti funebri della donna dichiarata morta per errore a casal di principe
I manifesti affissi in paese che annunciano le esequie in giornata. I fratelli, le sorelle e i cognati che esprimono il loro dolore. Il cordoglio di Casal di Principe per una donna di 52 anni che tutti conoscono, definita “speciale” in un post su Facebook da un suo affezionato vicino di casa. Speciale? Sì, perché Agnese davvero è così: ogni giorno a spasso con il suo candore e con un sacchetto della spesa tra le mani, attraversa in lungo ed in largo le strade di Casale, e chi la incontra le offre puntualmente qualcosa: una mela, dei biscotti, un pezzo di cioccolata.
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Ma di speciale c’è la sorpresa che la signora Agnese Grimaldi non è deceduta, benché i suoi funerali fossero stati ufficialmente organizzati, e ora l’evento della resurrezione senza morte sta spingendo i suoi compaesani ad affollarsi nelle ricevitorie per scommettere i soliti numeri al lotto. È accaduto che nella mattinata dell’altro ieri è giunta una telefonata dall’ospedale Covid di Maddaloni ai familiari della donna per avvertirli che la loro congiunta non aveva superato la notte: era deceduta a causa delle complicanze insorte dopo essere stata colpita dal virus. La notizia si è diffusa assieme alla costernazione dei tanti che l’hanno conosciuta e amata.
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Il decesso smentito
Gli amici e i vicini si sono recati a casa della presunta vittima del Covid per esprimere le proprie condoglianze ai familiari. Sono spuntati i manifesti, il drappo nero sul portone dell’abitazione. E c’è stato persino chi ha provveduto a comprare una schiera di palloncini bianchi per salutare come si deve e per l’ultima volta Agnese. Ma passano appena cinque ore e dall’ospedale chiamano di nuovo per scusarsi, per smentire il decesso della povera donna, la quale resta ricoverata in condizioni critiche ma stabili.
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Il direttore sanitario del nosocomio con una nota addebita alle concitate ore di emergenza vissute in questi giorni dagli operatori sanitari la vera causa dell’errore di persona. Insomma, una vicenda che trasfigura la tragedia fino a sfumare nel grottesco. Ma che racconta anche tanto della confusione che ormai regna nella organizzazione sanitaria, anche a distanza di due anni dalla emergenza sanitaria e in piena quarta ondata di pandemia.
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