Emilio Pucci per “il Messaggero”
SALVINI BERLUSCONI OSHO
Il Mes spacca il centrodestra. L'unica alternativa alle elezioni sarebbe in presenza di un autunno caldo e di un Paese vicino al default quella di un esecutivo istituzionale su esplicito invito del Capo dello Stato. «A quel punto nessuno potrebbe sottrarsi alla responsabilità, con la specifica premessa dell'indicazione della data del voto», ammette un big della Lega. Ma il mantra di Salvini da settimane a questa parte è che la strada è solo quella del voto e il partito di via Bellerio farà di tutto per cercare di mandare sotto l'esecutivo Conte.
Il rilancio di Berlusconi sulla possibilità di esaminare, insieme agli alleati, la sussistenza di un esecutivo diverso da quello attuale, ha smosso un po' le acque nel centrodestra e creato fibrillazioni tra gli alleati. Una posizione, quella del Cavaliere, portata avanti da tempo, con il ragionamento di chi, però, ha molti dubbi sulle larghe intese e si pone equidistante da M5S. Ieri ne è nato un caso mediatico.
matteo salvini silvio berlusconi
«La via maestra sono le elezioni. Mandare a casa un governo che blocca tutto è vitale per il futuro dell'Italia», hanno fatto sapere fonti della Lega. Attaccando poi gli alleati sull'odiato Mes «La posizione di Forza Italia è contro l'interesse nazionale italiano». FI ha reagito sottolineando «la gaffe» del Carroccio: «Berlusconi non si è mai detto a favore di un governo di unità nazionale».
In realtà una parte dei lumbard dietro le quinte è tornata a farsi sentire con il Capitano. E non è solo chi sposa le tesi del numero due, Giorgetti. L'ipotesi dell'esecutivo istituzionale era stata caldeggiata mesi fa, l'ex ministro dell'Interno aveva aperto per poi questo il refrain nella Lega ritrovarsi con il rischio del cerino in mano. E' uno scenario che altri big ora rilanciano ma con condizioni che difficilmente potranno crearsi.
LE DUE CONDIZIONI
salvini berlusconi
La prima è quella che ci stiano tutti, ovvero che le forze parlamentari nell'eventualità che fossero chiamate su input del presidente della Repubblica non si sottraggano, di fronte ad un peggioramento della crisi economica e a manifestazioni in piazza. La seconda, appunto, è quella di conoscere subito la data delle urne. Ecco perché la consapevolezza dei leghisti è che l'unica variabile da considerare è quella di un appoggio a Conte di un drappello di responsabili.
E qui si torna alle mosse di FI, al clima di sospetti che c'è a palazzo Madama pure all'interno del centrodestra. E' una partita a due tempi. Il secondo si giocherà dopo le Regionali, ma la Lega punta alla spallata in estate. «Può succedere di tutto», azzarda un senatore.
SALVINI BERLUSCONI
Finora il centrodestra ha votato lo scostamento di bilancio. Ma ora ha alzato l'asticella: FI (che nell'incontro con Conte, quando sarà fissato, chiederà un sostegno per la riabilitazione giudiziaria del Cavaliere) chiede che ci sia subito l'utilizzo del Mes; la Lega e FdI spingono, invece, per un consistente taglio delle tasse. In realtà Salvini, lungi dal voler appoggiare l'operato del governo, ha sottolineato nei giorni scorsi la volontà di fare la propria parte: sì al taglio dell'Iva e sì a un decreto semplificazioni che metta al centro il modello Genova sulle infrastrutture.
Ma lo stesso segretario leghista ritiene che difficilmente Conte riuscirà ad imporre la sua linea. Ecco perché ha mandato i suoi a trattare con i malpancisti dei 5Stelle. E fatto capire a Forza Italia che «deve rispettare i patti» se vuole un governo di centrodestra. Ossia niente fughe in avanti, neanche sulla legge elettorale, visto che l'accelerazione alla Camera sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5% viene considerata un'esca per FI e un modo per sbarrargli la strada a palazzo Chigi.
salvini berlusconi
«Se Berlusconi fa la stampella a Conte salta il centrodestra», dice il fedelissimo Fontana. Tra le diatribe della coalizione intanto prova ad infilarsi Renzi che continua nel suo scouting in FI. «Berlusconi è uno che pensa agli italiani», dice il senatore di Rignano, nella consapevolezza che difficilmente il Cavaliere sarà in prima linea alle prossime elezioni e nella convinzione spiega un big di Iv di poterne raccogliere l'eredità politica sui temi e le battaglie care ai moderati.