Marco Angelucci per il “Corriere della Sera”
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«Non mi vaccinerò mai, piuttosto mangio l'erba del prato e le bacche del bosco». Monica Trettel è un'attrice piuttosto nota in Alto Adige, da quasi 30 anni calca i palcoscenici di mezza Italia con i suoi spettacoli. Da metà febbraio, basta. Ieri anche lei è scesa in piazza nel capoluogo altoatesino per dire no all'obbligo vaccinale.
Perché non è vaccinata?
«Sono contro l'obbligo perché viola diritti umani sanciti dal trattato di Oviedo, dal codice di Norimberga e anche dalla nostra Costituzione. Ho preso il Covid nella primissima ondata, ho fatto 45 giorni di quarantena. Ho gli anticorpi, perché devo vaccinarmi? Ho avuto una madre malata di cuore, non disprezzo la medicina ma vivo in mezzo alla natura, ho partorito in casa, sono cresciuta a Fiè allo Sciliar con frau Klauser che è stata la primissima omeopata ancora negli anni Settanta. Ci curiamo anche considerando altre medicine».
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Non teme che non vaccinandosi perderà il lavoro?
«Ho già avuto problemi perché ho partecipato a manifestazioni contro il green pass e mi hanno annullato degli spettacoli perché non ero allineata. Avendo più di 50 anni adesso sono tra quelli che non potranno più lavorare.
Ma non posso salire su un palco e fare il mio lavoro sapendo che il pubblico è discriminato, che solo i vaccinati hanno il diritto. Per me la discriminazione è un crimine intollerabile; piuttosto muoio di fame, mangio l'erba del prato. Ormai noi no vax siamo diventati come i neri americani negli anni Cinquanta, non abbiamo il diritto di salire sull'autobus o di entrare al bar».
I suoi familiari e amici cosa dicono della sua scelta?
«Anche mia figlia non è vaccinata e da lunedì non potrà andare a scuola perché non può salire sul bus e quindi stiamo pensando di organizzare una scuola in casa. Ormai i no vax sono il nemico da eliminare, ho perso tante amicizie. Ci hanno appiccicato questa etichetta che è sbagliata. Siamo free vax, bisogna lasciare la libertà di scelta. Come è sempre stato».
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Però il vaccino protegge dai sintomi gravi...
«Le parole sono importanti e in questo i media hanno una responsabilità enorme. Questo non è un vaccino, è una sperimentazione. Ha effetti che durano quattro mesi, viene da pensare che dietro ci sia qualcos' altro. Che l'obiettivo non sia tutelare la salute dei cittadini.
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Ma ormai hanno abituato gli italiani a digerire di tutto, stiamo entrando in una dittatura. Le Camere non lavorano più, sulla salute dei cittadini si decide per decreto. Per questo scendiamo in piazza: se i sudtirolesi esistono è per la loro sana e giusta resistenza. Altrimenti sarebbero stati spazzati via dalla storia».
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