Michel Barnier
Francia: Corte conti, 'tagliare 100.000 posti in enti locali'
(ANSA) Per contribuire al risanamento del debito francese, considerato ''colossale'' dallo stesso premier Michel Barnier, la Corte dei conti di Parigi suggerisce la soppressione progressiva di 100.000 posti di lavoro negli enti locali, che contano circa due milioni di funzionari pubblici.
''Un ritorno progressivo degli effettivi degli enti locali al livello di inizio 2010, ovvero una riduzione di 100.000 posti di lavoro o del 5,5% di essi, consentirebbe di realizzare un risparmio importante, stimato dalla Corte a 4,1 miliardi di euro all'anno a partire dal 2030", si legge nel rapporto dedicato alle Finanze locali 2024 della Francia, pubblicato dalla Corte dei conti alll'indomani dell'allarme lanciato da Barnier che, rivolgendosi per la prima volta ai deputati in Parlamento, ha espresso la necessità di risanare le finanze pubbliche d'Oltralpe.
BARNIER
Estratto dell’articolo di Riccardo Sorrentino per “Il Sole 24 Ore”
«Prendiamoci cura della République, è debole. Prendiamoci cura dell’Europa, è necessaria. Prendiamoci cura delle francesi e dei francesi, che ci chiedono di superare le nostre differenze».
emmanuel macron Michel Barnier - foto lapresse
In un’Assemblée chiassosa, su iniziativa dei deputati della sinistra di France Insoumise, il nuovo primo ministro Michel Barnier ha presentato il programma del governo più difficile della storia recente della Francia. Difficile per le sfide immediate che dovrà affrontare, difficile per le tensioni che si agitano sotto un esecutivo di minoranza, che gli impongono spesso di “correggere” le prese di posizione dei diversi ministri.
«Vi chiedo molto, con poco, e partendo da lontano»: ha citato il discorso di Charles de Gaulle, pronunciato nel maggio 1942 da Londra, Barnier che deve immediatamente affrontare due «spade di Damocle».
La prima è quella dei conti pubblici che chiedono di essere risanati. Il primo ministro ha annunciato che il deficit scenderà al 5% nel 2025 e potrà rientrare sotto il 3% nel 2029. I due terzi della manovra che sarà presentata a giorni sarà costituita da tagli alle spese (con la lotta all’elusione, ma anche «all’illusione di sovvenzionare tutto»), ma non mancheranno aumenti delle imposte, «mirate, limitate nel tempo»: per le imprese grandissime che realizzano profitti importanti, «senza danneggiare la nostra competitività» e per i più ricchi.
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La seconda spada di Damocle riguarda il debito ambientale, che sta a cuore a Barnier, ministro dell’ecologia negli anni 90. Viene confermata la scelta nucleare, ma anche l’impegno per le energie rinnovabili. «Mai sacrificare l’avvenire per il presente», ha detto citando l’ex primo ministro radicale Pierre Mendés France.
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I problemi che dovrà affrontare Barnier sono diventati evidenti quando è intervenuto, nel dibattito, Gabriel Attal, presidente del gruppo di Ensemble pour la République, il partito di Emmanuel Macron. Attal ha criticato la manovra di bilancio. Sulle imposte ai ricchi ha invocato interventi «limitati nel tempo», prendendo le distanze anche dalle imposte sulle grandi imprese che possono «minacciare milioni di posti di lavoro». La soluzione, per i macroniani, è nei tagli e non nelle maggiori imposte.
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