1 – Grillo dà a Conte le chiavi del M5S e archivia la segreteria collegiale
Federico Capurso per “La Stampa”
beppe grillo con casco da astronauta al vertice m5s 2
Dopo 48 ore di depistaggi, Beppe Grillo sceglie Roma e l’hotel Forum – da sempre base operativa dei suoi blitz nella Capitale – per riunire i big del Movimento e, di fronte a loro, offrire a Giuseppe Conte le chiavi del partito. Con la speranza che l’ex premier accetti, si faccia carico di tutto e gli permetta di tornare al suo buen retiro. «Non è possibile che ogni volta che ci sono problemi, devo intervenire io», si è lamentato negli ultimi giorni. E ora, vuole cedere lo scettro una volta per tutte. Fugge dalla sua villa in Toscana prima dell’alba, dove era inizialmente previsto il vertice, con l’obiettivo (inspiegabile per un partito che si dichiara «maturo») di seminare i media. Un’ossessione la sua, tale da non far sapere nulla, fino a poche ore dall’inizio del vertice, nemmeno a molti dei suoi invitati.
giuseppe conte al vertice m5s
«Non è la prima volta, Beppe è fatto così», fa spallucce uno dei partecipanti. Sono abituati alle chiamate dell’ultimo minuto e, infatti, sulla terrazza del Forum non manca nessuno, da Vito Crimi a Luigi Di Maio, da Roberto Fico a Stefano Patuanelli, fino a Paola Taverna e ovviamente Conte, l’invitato d’onore. Ma è lui, Grillo – che si presenta con un casco da astronauta in testa – a prendere la parola per primo.
giuseppe conte a firenze per la lectio magistralis su se stesso 6
Si tiene distante dalle beghe dell’attualità politica, vuole offrire – come sempre – la sua visione del futuro, fatta di transizione ecologica ed energetica, di un cambio di paradigma economico e sociale. E intorno alla sua visione, prova a tenere unite le anime pentastellate: «Abbiamo le tecnologie, le idee, lo spirito di comunità di sempre. È arrivato il momento di andare lontano, insieme». Un pensiero che ripeterà, più tardi, in un post sul suo blog.
andiamo lontano - il post di beppe grillo sul blog
Dopo poco dall’inizio della riunione, è chiaro a tutti che Grillo vuole che Conte li guidi da leader, senza troppi generali attorno. Il comitato direttivo di 5 membri varato appena pochi giorni fa, dunque, non rientra più nei piani. Dopo Grillo parlano tutti, a turno, e quando arriva il momento di Vito Crimi, il reggente prova a obiettare: «Non possiamo sconfessare così tutto il lavoro degli Stati generali e il voto degli iscritti, che ha chiesto una “governance” collegiale al posto del capo politico».
LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI
Ma Grillo – raccontano – lo interrompe bruscamente: «Quella roba lì è morta», sentenzia. Ma al di là dei desiderata del Garante, si dovrà trovare un modo per disinnescarla “legalmente”. Andrea Ciannavei, il legale di fiducia del Movimento è presente al vertice anche per questo. L’ipotesi è di cambiarne la natura del comitato direttivo e di trasformarlo in qualcos’altro, magari una segreteria senza poteri di indirizzo.
di maio conte
Ma potrebbe essere necessario andare oltre una modifica dello Statuto e creare da zero una nuova associazione. Molti dei presenti preferirebbero percorrere la prima strada e con l’occasione, possibilmente, superare il limite dei due mandati.
Spaventano, però, i problemi legali che si nascondono nelle pieghe dei ritocchi dello Statuto. Specie dopo la recente sentenza del tribunale di Cagliari, che ha annullato l’espulsione di una consigliera M5S da parte di Crimi e sta facendo tremare l’intero partito. Perché, adesso, anche gli espulsi anti-Draghi potrebbero chiedere il reintegro.
giuseppe conte al vertice m5s
Se ne è discusso: «Non possiamo farli rientrare», ha convenuto la maggioranza dei presenti. «Potrebbero minare dall’interno la rifondazione». Porte chiuse a loro, dunque, e in un certo senso anche a Davide Casaleggio, che – a detta di tutti – dovrà perdere ogni pretesa di incidere sulla linea politica del Movimento. Per lui, un semplice ruolo di gestore della piattaforma Rousseau. Grillo è d’accordo, ma Casaleggio ha tagliato i ponti con tutti: «Parlo solo con Beppe, non con voi», ha fatto sapere ai big M5S. Si dovrà trovare un accordo, per evitare anche qui di ritrovarsi tutti in tribunale.
beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1
2 – CONTE SI PRENDE I CINQUESTELLE: “POPULISTI, MA NEL CENTROSINISTRA”
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
Il casco bianco lo indossa Beppe Grillo, ma il vero astronauta è Giuseppe Conte. Chiamato ad atterrare sul pianeta M5S per rifondarlo. Ripartire da zero. Anzi - per dirla con i partecipanti al vertice di ieri - ricominciare dalle cose fatte, dandosi nuovi obiettivi da qui al 2050. Per questo, sarà depositato un nuovo simbolo del Movimento. Per dimostrare al mondo che non si tratta di un tagliando, di un modo come un altro per tenere insieme i pezzi, ma di un progetto completamente nuovo. Tutto ancora da scrivere.
beppe grillo con casco da astronauta al vertice m5s
Non sarà facile, per l'ex premier, addentrarsi nelle regole e nei "bizantinismi" del Movimento (copyright dell'ex capo politico Luigi Di Maio, che sa bene di cosa parla). Ed è per questo, che l'avvocato del popolo ha chiesto e ottenuto i pieni poteri.Sul terrazzo più alto dell'hotel Forum, davanti a una Roma antica benedetta da un sole abbagliante, tra un frittino, una tartina, e uno spiedino di mozzarella e pomodoro, Grillo e Conte si sono visti finalmente faccia a faccia per parlare di quello che a entrambi sta a cuore: il futuro dei 5 stelle. La loro sopravvivenza politica dopo la tempesta che ha portato al governo Draghi e alla retrocessione del M5S, rimasto al governo senza averne più la guida.
DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA
Insieme al Garante e a colui cui Grillo ha deciso di consegnare le chiavi della sua creatura, ci sono il presidente della Camera Roberto Fico - il primo ad arrivare direttamente da Napoli - poi il ministro degli Esteri Di Maio, quello delle politiche agricole Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, il reggente Vito Crimi, gli ormai deputati semplici Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, gli avvocati Andrea e Paola Ciannavei. i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri. Oltre agli "spin doctor" Rocco Casalino e Pietro Dettori.
ROUSSEAU - VOTAZIONE SUL GOVERNO DRAGHI
Manca, ed è un'assenza che dice tutto, Davide Casaleggio: "Non mi fido di nessuno, voglio parlare solo con Beppe", ha mandato a dire il figlio del cofondatore e presidente dell'Associazione Rousseau. Sarà la prima decisione da prendere, per Conte, che da oggi sarà al lavoro con gli avvocati Ciannavei: quale contratto di servizio garantire a Rousseau, a quali condizioni, supposto che il manager accetti di vedere il Movimento fondato anche dal padre andare in direzione ostinata e contraria a quella che il padre avrebbe voluto. Da questo, da quella transizione che Grillo ha chiesto sia il più possibile indolore, deriva tutto: se ci sarà un voto sulla piattaforma per il nuovo ruolo di Conte, se resterà l'organo collegiale nascente come segreteria al fianco del capo.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
L'ex premier parla per ultimo. Dopo un Grillo in versione sognatore, che rivendica la transizione ecologica di cui adesso parla il mondo come il centro dei suoi spettacoli di 30 anni fa, "quando pensavano fossi pazzo". Dopo Bonafede e Patuanelli, convinti che prima della nuova architettura, dei "tecnicismi", debbano venire le idee.
Dopo Fico, che guarda sempre all'alleanza contro le destre, e Di Maio, che avverte: "Se vogliamo che Giuseppe ce la faccia, dobbiamo metterlo in condizione di agire senza ostacoli". "Io ci sono - dice Conte - ma non potete chiedermi di iscrivermi, fare le parlamentarie. Non ci sarebbe nessun vantaggio, né per me né per voi, e rischierei di non durare tre mesi". Poi continua: "Il fatto che io sia qui sgombra il campo dall'idea di un mio partito, nonostante molti me lo abbiano chiesto. Ma il mio impegno è condizionato al fatto che ci sia una vera ricostruzione, non per buttare via quel che è stato fatto, ma per ripartire sul tema della transizione ecologica, uno dei tre pilastri. Gli altri due sono la legalità e i diritti sociali, delle donne, degli ultimi".
grillo conte casaleggio
Non ha alcuna intenzione di correre per il seggio di Siena alle elezioni suppletive della Camera, Conte. Non vuole entrare in questo Parlamento, ma lavorare a un progetto più ampio. I dirigenti M5S che lo hanno chiamato si sono scambiati su whatsApp sondaggi secondo cui la sua sola figura vale l'8% e porterebbe quindi il Movimento al 22. Non conta che sia vero, conta quanto loro ci credano. Quanto abbiano deciso di affidarsi a lui come l'unico che possa salvarli dal calo di credibilità, dalle faide interne, dalla mancanza di politica.
luigi di maio giuseppe conte by osho
Salvarli come? In quale campo? Su questo, l'ex premier usa parole inequivocabili: "È evidente che per noi l'asse è quello di centrosinistra, sono i temi che ci portano lì. Al contempo, però, dobbiamo avere quel populismo sano che è stato motore del mio primo governo, non per prendercela con gli immigrati o parlare alla pancia del Paese, ma per non subire le lobby che in Italia hanno influenza soprattutto sul centrosinistra". Un "populismo gentile", quindi, che somiglia al "sovranismo gentile" messo in campo a suo tempo da Di Maio, ma non ha nulla a che fare con il partito moderato e liberale di cui il capo della Farnesina ha parlato a Repubblica.
Per una ragione di fondo: non vuole mettersi al centro del sistema, non vuole fare da ago della bilancia come continuano a pensare Di Maio, Castelli, Fraccaro, Buffagni. Non pensa neanche per un istante di poter tornare con la Lega. Anche per questo, un pezzo di Movimento che se n'è andato con le espulsioni di questi giorni non potrà tornare. I grandi sconfitti, Casaleggio, Di Battista, non erano in terrazza e sono fuori dalla partita. Ma l'ex deputato è ancora, da molti, atteso a braccia aperte. E praticamente tutti i dirigenti M5S scommettono sul fatto che, tempo pochi mesi, Dibba tornerà.
Zinga di Maio Conte Renzi
"Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme", recita il detto africano che Grillo mette in cima al post della svolta. È lo stesso proverbio citato da Zingaretti ai tempi delle Sardine. Lo stesso con cui Luì e Sofì, gli youtuber più amati dai bambini italiani, hanno sbancato i botteghini un anno e mezzo fa. Niente di originale, insomma. O forse, un modo - anche questo - per puntare al 2050.