fiumicino tassista
“Il tassista è stato provocato. Non vi hanno fatto vedere tutto il video, ma solo una parte. Il cliente del taxi insultava il mio assistito, gli ha detto più volte pezzo di merda. Ma il pugno è sbagliato”. Lo dice a La Zanzara su Radio 24 Luciano Randazzo, il legale di Stefano Miconi, il tassista romano che alla fine di novembre ha colpito con un pugno un cliente all’aeroporto di Roma Fiumicino.
“Prima del pugno – dice Randazzo – succedono delle cose, avvengono delle situazioni un po’ particolari. Primo: questo signore prende il taxi, urla, strilla, è arrabbiato, incavolato, alterato. Non so perché, ma era alterato.
Ha chiesto l’utilizzazione del tassametro e non della tariffa fissa, ma il tassametro in quel momento non poteva essere attivato perché il signore ha detto che voleva andare a Roma e basta. Ma da Fiumicino a Roma sono 48 euro fissi, punto. Il tassista gli dice: io non posso metterlo. Lui era già dentro il taxi”. Scusi, cos’è che non abbiamo visto?: “Vi fanno vedere solo quello che vogliono loro. Il cliente lo insulta pesantemente.
fiumicino tassista
Gli dice le parole più irripetibili: pezzo di merda, stronzo, come tutti i tassinari romani, siete pezzi di merda, siete pezzi di merda. Il tassista, che ha vent’anni di esperienza, non ha mai avuto nessuna segnalazione, non è un picchiatore, non è uno che si droga, è una persona normale, poveraccio”. Scusi, che prove ha di tutto questo, dice Parenzo?: “Abbiamo due testimonianze, e non sono tassisti”. Vedremo se ci sono, risponde Parenzo: “Non ci sono? Lo dice lei, Parenzo, che non ce le abbiamo. Non si permetta. Come farò a dimostrarlo? Questi sono problemi miei, non suoi, abbiamo due testimoni che lo dicono”.
Comunque un tassista che dà subito un pugno al cliente è una follia o no?: “Confermo che dare un pugno è una follia. La violenza non esiste. Però c’è quello che succede prima. Anzitutto il cliente arriva e dà del tu al tassista dicendo: metti il tassametro”. Ma il tu non è un reato: “Non è un reato, è maleducazione”. Magari gli ha dato del tu perché sono stati colleghi, quello colpito ha fatto il tassista: “Chi l’ha detto che era un ex collega? Lo dite voi. A me non risulta”. Poi che succede?: “Il tassista lo fa scendere. Gli dice: lei si sta arrabbiando, non capisco perché, lei è una persona molto alterata, quindi cortesemente scenda. Apre la porta e lo fa scendere. Lui scende, gli prende le valigie, gliele mette sul marciapiede, arriva un altro taxi, lui intanto prende un’altra persona, la persona sale, mentre l’altro inizia a dare dei pugni al taxi”. Lo ha danneggiato?: “Si, abbiamo delle foto. Ma non è quello il fatto grave”.
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E che diceva mentre dava i pugni?: “Che era un fijo de ‘na mignotta. A quel punto il tassista con la persona a bordo scende per vedere cosa sta succedendo. Il tizio si avvicina in modo molto aggressivo col viso vicino, quasi a volerlo picchiare, a mo’ di sfida, ed a quel punto parte il cazzotto”. Dunque lei afferma che il guanto di sfida l’ha lanciato il signore che ha poi subito il pugno?: “Si. Cercava una reazione, gli ha dato un pugno. Punto. Quello è caduto, s’è rialzato subito. Guardate bene il video, si rialza immediatamente”.
Ma ha avuto la rottura del setto nasale: “Questo lo dite voi. Io non so nulla. Voi avete visto il referto? Io no”. Giusto sospendere la licenza?: “Per me è un provvedimento politico, perché se questo tassista stava ai giardinetti di Piazza Vittorio e litigava con una persona non sospendevano la licenza”. Il suo cliente può continuare a fare il tassista secondo lei?: “Ma certamente. Perché no?”. Ma ha dato un pugno a un cliente: “Ma queste sono stupidaggini. Certo che può continuare a guidare un taxi, qual è il problema?”.