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    "ATER" O A ME? – L’AZIENDA DELLE CASE POPOLARI DI ROMA È PRONTA A SPENDERE 7,6 MILIONI DI EURO PER TELECAMERE E ALTRI DISPOSITIVI PER EVITARE L'OCCUPAZIONE ABUSIVA DEGLI IMMOBILI, MA NON SA A CHI DESTINARLI! – IN PRATICA, "NON SONO INDIVIDUABILI LE ZONE NELLE QUALI SI ANDRÀ A INTERVENIRE”, E NON È NEMMENO CHIARO A CHI TOCCHERÀ CONTROLLARE LE IMMAGINI DI SORVEGLIANZA. IL BANDO PREVEDE DI AFFIDARE IL SERVIZIO A...


     
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    Martina Zanchi per “Il Tempo”

     

    CASE ATER CASE ATER

    L'azienda delle case popolari di Roma, Ater, è pronta a spendere oltre 7,6 milioni di euro per telecamere e altri dispositivi per evitare le occupazioni abusive (porte blindate, inferriate e altro) senza avere deciso dove collocarli. «Non sono individuabili a priori le zone nelle quali si andrà a intervenire», fa sapere l'azienda.

     

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    Non è nemmeno chiaro a chi toccherà controllare le immagini di sorveglianza, se ai vigili urbani di Roma capitale o al personale Ater. Il bando dell'ente regionale prevede di affidare il servizio a una ditta esterna per cinque anni che deve garantire di «preservare gli immobili di proprietà aziendale da occupazioni abusive e atti vandalici». Analoghi affidamenti hanno avuto scarsi risultati: l'Ater possiede in città 45.000 abitazioni e soltanto il 20% degli inquilini paga regolarmente l'affitto.

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