Jacopo Iacoboni per “La Stampa”
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Perché Boris Johnson non ha sanzionato il suo oligarca russo preferito, Alexander Lebedev, ex colonnello del Kgb a Londra, poi banchiere, da cui Johnson andava a feste allegre nelle ville italiane del figlio Evgheny in Umbria, solo e senza scorta? Lebedev avrebbe stretti legami con Putin, secondo un report dell'intelligence italiana, e è il padre dell'amico intimo di Johnson, Evgeny Lebedev, fatto addirittura lord Siberia da Johnson.
In che modo Dmitry Rybolovlev ha evitato di essere sanzionato?
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Forse perché aveva fatto grandi favori a Trump e a una parte trumpiana ancora evidentemente presente nell'amministrazione americana? Questo miliardario e oligarca russo proprietario del Monaco calcio è ancora libero di viaggiare in tutto il mondo. Il suo yacht Anna, può navigare dove vuole e è appena arrivato in un porto sicuro a Bodrum, Turchia. Rybolovlev vendette la sua partecipazione in Uralkali, il più grande produttore russo di fertilizzanti al potassio, per 5,3 miliardi di dollari nel 2010.
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Ha comprato case e tenute in Europa per 1 miliardo di dollari (400 milioni solo per "La Belle Époque", un attico di Montecarlo in cui vive), l'isola greca di Skorpios, e la squadra di calcio del Monaco. Ma soprattutto, ha avuto buonissimi rapporti con molta parte trumpiana nell'amministrazione americana. Nel 2008 Trump vendette la tenuta di sei acri a Palm Beach proprio a Rybolovlev: un colpo di fortuna immobiliare, diciamo così, che ha fruttato a Trump 95 milioni di dollari, dopo che ne pagò appena 41 per la proprietà solo quattro anni prima. Un finanziamento illecito dai russi, più che una vendita?
iskander makhmudov
Tutta l'operazione meritò diverse pagine nell'inchiesta di Robert Mueller sull'interferenza della Russia nelle elezioni Usa 2016.
Quell'America esiste ancora, nonostante Biden.
Perché Vladimir Potanin, 61 anni, un patrimonio netto di 28,9 miliardi di dollari, è stato colpito solo dal Canada, e solo di recente, mentre è graziato da Usa e Ue? Potanin, ex alto funzionario sovietico, ex vice primo ministro di Boris Eltsin nel 1996 e nel 1997 (fu l'uomo che si occupò della privatizzazione di varie imprese statali, assieme ad Anatoly Chiubais), spese 2,5 miliardi di dollari per Sochi (le Olimpiadi ordinate da Putin). Forse i motivi per cui solo il Canada finora l'ha messo sotto sanzioni è che Potanin dirige Norilsk Nickel, il più grande produttore mondiale di nichel. Fondamentale per semiconduttori e industria informatica.
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L'altro motivo è che Potanin ha investito molti dei suoi soldi nel sistema di arte e gallerie americano: solo dopo l'attacco della Russia all'Ucraina si è dimesso dal consiglio di fondazione del Museo Guggenheim, per fare uno dei possibili esempi. Arte e cultura sono sempre stato il più potente sistema di ripulitura dell'immagine per la cleptocrazia russa. Forse è questa l'unica spiegazione che può salvare Leonid Mikhelson, 66 anni (25,5 miliardi), anche lui colpito solo in Canada: fondatore e presidente del produttore di gas Novatek e azionista del 36% nella società petrolchimica Sibur, Mikhelson comprò alcune delle sue azioni Sibur da Kirill Shamalov, l'ex genero di Putin. Alcuni esperti hanno detto a Blooomberg che avevano in parte evitato i primi round di sanzioni a causa delle loro partecipazioni in enormi società metallurgiche ed energetiche.
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Molti oligarchi che operano nei metalli si salvano per questo, probabilmente. Igor Altushkin è il fondatore e il maggiore azionista della Russian Copper Company, il terzo produttore di rame del paese. È un sostenitore chiave della Chiesa ortodossa russa. Colpire il rame è rischioso, perché serve nell'industria dei computer. Iskander Makhmudov, nato in Uzbekistan, è il principale proprietario del conglomerato di metalli UGMK, che controlla 300 compagnie minerarie sparse in tutta la Russia. UGMK finanziò con 100 milioni l'arena del ghiaccio Shayba per le Olimpiadi di Sochi 2014, che poi "donò" al Cremlino.
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Come mai Vagit Alekperov è stato sanzionato solo nel regno Unito? Ex viceministro del petrolio e del gas nell'ultimo governo sovietico, Alekperov ha fondato la Lukoil nel 1991 come impresa statale, poi diventata privata (ma sempre sua) nel '93. Ora produce il 2% del petrolio mondiale, ma Alekperov è riuscito parzialmente a sfangarla (tolto il Regno Unito) perché si è dimesso da Lukoil, e perché era visto dall'Occidente come un contrappeso al boss plurisanzionato di Rosneft, Igor Sechin.
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L'elenco è in continuo mutamento. E piano piano, in fondo, l'Occidente li sta andando a prendere tutti. I repubblicani americani sostengono che stanno evitando sanzioni oligarchi in qualche modo connessi al figlio di Biden: per esempio Vladimir Yevtuchenko, con cui Hunter Biden in anni remoti discusse un affare, e B. Ivanishvili, oligarca russo potentissimo in Georgia, azionista di Gazprom. Va anche detto che non sono pesci grossi come Potanin, Rybolovlev, e ovviamente Abramovich, sanzionato dall'Ue ma non dagli Usa: Zelensky stesso chiese alla Casa Bianca di non colpirlo, quando sperava che Abramovich potesse fare qualcosa per la "trattativa".
Roman Abramovich
Le cose andarono diversamente. Abramovich fu avvelenato, da falchi del Cremlino, dissero alcuni degli altri avvelenati. Ora gli Stati Uniti gli stanno andando a prendere due dei mega jet, che Abramovich ha portato a Mosca, utilizzando come motivo legale il fatto che ha violato la legge che vieta il trasferimento di questi beni in Russia.
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