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    ANCHE GLI SCEICCHI TIRANO LA CINGHIA - L’EMIRO DEL QATAR, TAMIM AL THANI, INVITA I SUOI SUDDITI A TAGLIARE SPESE E SPRECHI PER PERMETTERE AL PAESE DI RAGGIUNGERE IL SUO UNICO OBIETTIVO: COMPLETARE I LAVORI PER LA COPPA DEL MONDO 2022 - IL PAESE DEVE INVESTIRE 220 MILIARDI DI DOLLARI


     
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    Francesca Caferri per “Il Venerdì - la Repubblica”

     

    TAMIM AL THANI QATAR TAMIM AL THANI QATAR

    L’invito è di quelli che pesano, se non altro perché arriva dallo sceicco in persona. Tamim bin Hamad al Thani, da poco più di tre anni succeduto al padre alla guida del Qatar, ha chiesto qualche settimana fa ai suoi compatrioti di aprire gli occhi di fronte alla nuova realtà economica e tagliare spese stravaganti e sprechi per aiutare il Paese a concentrare tutte le sue risorse per il raggiungimento di un unico, costosissimo traguardo: completare i lavori richiesti e presentarsi in perfetto ordine alla Coppa del mondo di calcio che ospiterà nel 2022, obiettivo per il quale il Qatar ha previsto di spendere la cifra record di 220 miliardi di dollari.

     

    tamim al thani tamim al thani

    Nel suo discorso alla nazione lo sceicco, 36 anni, ha parlato senza mezzi termini. Ci sono delle sfide da affrontare ha spiegato. Fra le altre, quella del consumismo sfrenato dei giovani. Senza fare questo passaggio non possiamo andare avanti perché le risorse del Paese non bastano. Abbiamo centrato molti obiettivi, ma molti ancora ne abbiamo da raggiungere. Non possiamo farlo senza tenere conto della realtà delle cose.

     

    La chiave di lettura del discorso sta tutta nelle parole finali. La realtà delle cose racconta infatti che quello che è stato a lungo considerato il Paese più ricco del mondo si trova oggi ad affrontare la prima crisi economica della sua storia: e che questa arriva alla vigilia di un evento, i Mondiali di calcio appunto, di fondamentale importanza per l' immagine sua e dell' intero mondo arabo.

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    Alle radici di tutto c' è il crollo subito negli ultimi due anni dal prezzo del petrolio e degli altri idrocarburi, su cui si basa l' economia del Qatar: un barile di petrolio oggi è quotato a poco più di 50 dollari, contro i 110 del luglio 2014. E per una nazione in cui il 70 per cento delle risorse dello Stato, più del 60 per cento del Prodotto interno lordo e l' 85 per cento delle esportazioni dipendono da questi settori, il dato è pesantissimo.

     

    Questo spiega perché Doha, che fino a un anno fa aveva affrontato la sfida dei Mondiali in maniera quasi strafottente, rispondendo a suon di dollari a ogni obiezione che veniva sollevata (vedi gli stadi completamente climatizzati per far fronte ai 50 gradi che si registrano d' estate), oggi si sta abituando a convivere con i tagli.

     

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    Con un deficit 2016 da 12 miliardi di dollari, il primo mai registrato nella storia, e previsioni simili per il 2017 e per il 2018, i benefit che negli ultimi decenni avevano assicurato ai 280 mila qatarini (meno del 15 per cento della popolazione residente) una vita sicura e agiata rischiano, in un futuro non troppo lontano, di essere solo un ricordo.

     

    Nell' ultimo anno a Doha le misure di austerity si sono susseguite senza soluzione di continuità: dall' accorpamento di ministeri al taglio degli abbonamenti a giornali e riviste, passando per la ridistribuzione degli spazi negli uffici e alla cancellazione quasi totale dei viaggi in business class.

     

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    E ancora: l' aumento delle multe per chi spreca acqua e quello dei prezzi di gas ed energia elettrica, per arrivare a tagli pesanti (fino al 40 per cento) per le istituzioni che fino a pochi mesi fa erano il fiore all' occhiello del Paese: dalla televisione Al Jazeera ai musei, fino ai poli medici e scientifici riuniti in Education city, la più grande cittadella internazionale dell' istruzione nell' intero mondo arabo.

     

    A parziale consolazione, c' è da dire che il Qatar non è il solo a dover stringere la cinghia: negli ultimi mesi anche il grande e potente vicino saudita ha varato un programma economico all' insegna del segno meno. Riad ha annunciato un taglio del 14 per cento delle spese statali nel tentativo di arginare un deficit di bilancio - il primo nella storia del Paese - da 98 miliardi di dollari. Le conseguenze nella vita reale sono state immediate: dall' aumento del 30 per cento del costo della benzina nel giro di 24 ore, a quello delle tariffe per luce, acqua ed elettricità, per arrivare alla modifica del calendario.

    QATAR COPPA DEL MONDO QATAR COPPA DEL MONDO

     

    Da quello islamico si è passati per decreto reale a quello gregoriano: in questa maniera i dipendenti pubblici sono stati costretti a lavorare 11 giorni in più l' anno, senza aumenti di stipendio. Anche in Arabia Saudita, come in Qatar, lo scopo delle misure non è stato solamente economico: dietro all' austerity c' è la mano di sua altezza reale Mohammed bin Salman, 31nne figlio prediletto del re e vice-erede al trono, colui che con la sua "Vision 2030" sta cercando di traghettare un Paese chiuso e conservatore verso un futuro fatto di nuove tecnologie, imprenditorialità, istruzione.

     

    Ci riuscirà? Sappiamo che è una sfida molto difficile spiega Saleh al Hussein, fra gli esperti economici del governo. Ma abbiamo capito che questa è una possibilità importante per guardare al futuro in modo diverso. E i giovani sono dalla nostra parte. Ma molti osservatori sono più scettici.

    Il Qatar deve costruire tutte le infrastrutture da zero Il Qatar deve costruire tutte le infrastrutture da zero

     

    Il Programma di trasformazione nazionale, che dovrebbe mettere in pratica gli obiettivi di Vision 2030, è allo stesso tempo eccessivamente specifico e vago in maniera frustrante. Contiene obiettivi per questioni come la certificazione halal ma non spiega come il governo intende raggiungere traguardi più importanti come raddoppiare gli investimenti stranieri nel Paese entro il 2020 scriveva qualche settimana fa il settimanale Economist, bibbia dei mercati internazionali. La sfida, a Riad come a Doha, è appena cominciata.

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