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L'ENNESIMO ULTIMATUM DI CARTONE - COME FARÀ TRUMP A CONVINCERE LA RUSSIA A CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA ENTRO L’8 AGOSTO? – PER GLI ANALISTI, LA CASA BIANCA HA PRONTE TRE MOSSE PER METTERE PRESSIONE SU PUTIN: AUMENTARE GLI INVESTIMENTI MILITARI, RAFFORZARE IL RUOLO DELLA NATO TRAINATA DAGLI USA E SANZIONI SECONDARIE CONTRO PAESI IN AFFARI CON MOSCA – IL PARTITO REPUBBLICANO SI È COMPATTATO A FAVORE DELLA SVOLTA “ANTI-PUTIN” DI “THE DONALD"...
Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
Donald Trump fissa l'ultimatum per un cessate il fuoco in dieci giorni, e il rappresentante Usa alle Nazioni Unite ieri l'ha messo nero su bianco: «Trump ha detto chiaramente di volere un accordo di cessate il fuoco entro l'8 agosto». È questo il punto di caduta che Washington pretende sia rispettato mentre continua comunque i contatti con Mosca, lunedì e martedì americani e russi hanno avuto dei colloqui, ha riferito il segretario di Stato Marco Rubio.
[…] Il clima a Washington è mutato, ci sono almeno tre fattori che lo descrivono: il primo è quella che fonti diplomatiche raccontano come «la convinta adesione di Trump» alla Nato. Il summit dell'Aja è andato bene, convincere gli europei a pagare il 5% del Pil per la difesa ha dato respiro a Trump. Il secondo elemento è che il presidente per la prima volta ha usato l'arma delle sanzioni secondarie contro un Paese in affari con la Russia. È l'India che rischia oltre che il 25% delle tariffe anche una «multa» – così la definisce Donald Trump – perché compra petrolio e armi da Mosca. […]
L ULTIMATUM DI TRUMP A PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Infine, c'è il mondo repubblicano che lentamente si compatta dietro la svolta – non repentina ma evidente – del presidente. La decisione Usa di dare armi all'Ucraina tramite l'acquisto di europei e Paesi Nato ha trovato eco positivo nella galassia conservatrice. Gli umori degli americani sul sostegno a Kyiv sono netti: oltre l'80% ritiene Mosca un rivale e un numero simile considera giusto sostenere l'Ucraina.
L'aspetto meno evidenziato giace in una lettera di dieci giorni fa ma che è emersa solo ieri. Un gruppo di deputati del Republican Study Committee (Rsc) guidati da Zach Nunn e August Pfluger ha scritto ai leader dei due rami del Congresso, Mike Johnson e John Thune, per sottolineare che la Russia «pone un immediato e crescete pericolo» alla sicurezza Usa americana. Secondo i due deputati repubblicani l'aggressione di Putin destabilizza anche i mercati e galvanizza gli avversari dell'America. In quest'ottica l'Rsc chiede un giro di sanzioni importante e la possibilità di Trump di agire «per degradare la macchina bellica russa».
Gli analisti di area fra l'altro – come Kurt Voelker, già ambasciatore Usa alla Nato o la consulente della Difesa Rebecca Heinrich – hanno presentato al Senato un report su come l'America dovrebbe rapportarsi alla Russia. È un lavoro che ha coinvolto i più ascoltati strateghi conservatori, molti sono vicini all'Amministrazione Trump, e che evidenzia soprattutto il pericolo posto da Mosca, che «resterà anche quando la guerra sarà finita».
In quest'ottica è necessario, sottolineano gli analisti, aumentare gli investimenti militari, rafforzare il ruolo della Nato trainata dagli Usa e utilizzare gli strumenti economici come arma coercitiva. I Paesi dell'Alleanza, infatti, vantano il 50% del Pil globale contro il 2% russo e possono appoggiarsi sul dollaro che fa da padrone nell'88% delle transazioni.
[…] Al Senato c'è una bozza per imporre nuove sanzioni che ha l'appoggio di 85 senatori. Al momento è congelata in attesa delle mosse di Trump. Mitch McConnell, per 18 anni capo dei senatori repubblicani, ha ribadito l'appoggio all'idea di Trump di ricorrere a tariffe secondarie sugli acquisti di paesi terzi in Russia. Con un caveat: «Giusto l'obiettivo di fermare le uccisioni in Ucraina, ma il prezzo della pace – ha detto – è alto, non si arriverà fino a quando l'Ucraina non sarà aiutata militarmente per fermare ulteriori aggressioni russe, il cui appetito per imperialismo neo-sovietico non finisce certo a Kyiv».
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