COREA DEL SUD, IN MANETTE L’EREDE DELLA SAMSUNG
Lorenzo Carbone per www.ildubbio.news
La saga sudcoreana sembra non finire mai. Al contrario, si arricchisce ogni giorno di più di personaggi e colpi di scena da romanzo. L’ultimo a entrare in scena è niente meno che il vicepresidente ed erede della Samsung Lee Jae-Yong arrestato con l’accusa di corruzione, truffa e spergiuro. Non uno qualunque insomma. Secondo i magistrati avrebbe autorizzato una tangente a favore della sciamana Choi Soon.
Lee Jae-Yong SAMSUNG
Un breve riassunto dell’accaduto: a novembre Choi Soon è arrestata e accusata dalla Procura di aver manipolato come una marionetta la presidente sudcoreana Park Geun-hye, aver tratto benifici economici e politici diretti per la sua “Chiesa della Vita Eterna”, aver letto documenti governativi top secret e scritto di proprio pugno alcuni dei discorsi della stessa presidente.
Flashback: Geun-hye aveva passato i vent’anni quando il dittatore Park e sua moglie, rispettivamente padre e madre dell’attuale presidente, vengono uccisi dai servizi segreti a distanza di qualche anno. È allora che la giovane si lascia sedurre dalla “Chiesa della Vita Eterna”, che aveva già esteso la sua influenza sul dittatore, e comincia a parlare con i genitori defunti.
park geun hye con jay y lee di samsung
La manipolazione che Choi Soon effettuava su Park Geun-hye era stata già denunciata dai fratelli della stessa Geun-hye, tempo prima che divenisse presidente. L’arresto della sciamana i primi di novembre ha scatenato una reazione violentissima da parte di tutta la popolazione che, a suon di manifestazioni con milioni di persone, ha prima chiesto le dimissioni di Park Geun-hye e poi ha praticamente costretto il parlamento sudcoreano a mettere sotto impeachment la presidente. Con i tempi che corrono, la Corea del Sud ha dato una prova di democrazia.
jay y lee di samsung
E con ciò che è accaduto stamattina ha dato un’ulteriore prova dell’effettiva divisione dei poteri. Si perchè ad essere arrestato è Lee Jae-Yong, vicepresidente e erede del primo conglomerato sudcoreano Samsung. Già un mese fa, dopo interrogatori fiume, i pubblici ministeri fermato Lee per 24 ore, ma il giudice aveva valutato improbabile la fuga del rampollo Samsung negando l’arresto.
Ma stamattina Lee Jae-Yong è stato prelevato e portato in Procura con l’accusa di aver “promesso o versato” (ancora non è chiaro) una maxi tangente di 37,5 milioni di dollari a due fondazioni della sciamana Choi Soon. Secondo gli inquirenti, le mazzette sono servite a favorire una fusione all’interno del gruppo Samsung osteggiata dal governo, per così favorire il passaggio di consegne da Lee padre (colpito da un infarto l’anno passato) al giovane rampollo.
Jay Y samsung
Adesso la Procura ha 20 giorni per formalizzare l’accusa di corruzione, frode e spergiuro o rilasciare il supermanager il cui arresto, nel frattempo, ha fatto perdere un punto percentuale ai titoli della Samsung alla Borsa di Seul.
Curiosità: Lee Jae-Yong è anche membro del consiglio di amministrazione di Exor, finanziaria della famiglia Agnelli. Secondo i rumors, fin quando Lee non sarà condannato manterrà la sua posizione e la stima della famiglia torinese.
Jay Y samsung patriarca samsung jpg samsung Jay Y e padre