Francesco Malfetano per “il Messaggero”
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Alla ricerca dello scatto perfetto da postare sui social, si aggirano per i quartieri delle nostre città ma anche su isole e zone protette: sono gli instagrammer e per qualcuno stanno diventando un problema.
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Residenti, turisti tradizionali e proprietari di attività ricettive stanno iniziando a ribellarsi alla dittatura dell'hashtag e dei cuoricini. Così a Parigi gli abitanti di Rue Crémieux, una via pedonale nel pieno centro della Capitale, hanno denunciato alla municipalità parigina la loro difficoltà: in poche settimane oltre 36 mila aspiranti influencer hanno invaso gli appena 144 metri di strada acciottolata dove vivono e, con essa, la loro privacy.
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Scorrerie che l'associazione dei residenti da un lato ha proposto di combattere installando cancelli che impediscano l'accesso nei momenti di punta (albe, tramonti e weekend), dall'altro facendo proprie le armi dei nemici e documentando il tutto attraverso un profilo Instagram. L'account Clubcrémieux raccoglie e posta foto di instagrammer che assumono pose ridicole o comportamenti inappropriati nella suddetta stradina.
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Proprio quello del poco rispetto dei luoghi visitati e della loro storia è un altro dei rimproveri fatti ai turisti 3.0. Dopo la messa in onda della serie tv Chernobyl, in molti si sono recati sul luogo del disastro segnando il proprio passaggio con foto su Instagram dai toni irriverenti.
L'APPIATTIMENTO
E lo stesso vale per Auschwitz i cui binari sono diventati terra di conquista degli influencer, o per il muro di Berlino, dove i graffiti un tempo simbolo delle libertà riacquistate, oggi fanno solamente da sfondo agli utenti dei social. Il tutto solo per ottenere qualche follower in più. Il numero di seguaci infatti, almeno per qualcuno, ormai vale più del denaro.
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Non è un caso se un resort nelle Filippine gestito da proprietari italiani sull'isola di Siargao, qualche mese fa ha gentilmente chiesto agli influencer di «andare a lavorare». Con un post su Facebook la proprietà ha raccontato come ogni giorno arrivino decine di proposte tutte uguali: ospitateci gratis e noi vi paghiamo in visibilità.
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Un compenso alternativo non apprezzato neppure da Joe Nicchi, un gelataio di Los Angeles che si muove per la città a bordo di un camioncino vintage e fa impazzire gli utenti di Instagram. Nicchi ha esposto un cartello che la scorsa settimana lo ha reso famoso in tutto il mondo: «Qui gli influencer pagano il doppio». Non è detto però che il messaggio arrivi.
Non lo hanno fatto ad esempio le decine di segnali posti accanto alle acque turchesi del laghetto russo di Novosibirsk, nel nord del Paese, già soprannominato le Maldive siberiane. Come denunciato dalla Cnn lo specchio d'acqua è meta di pellegrinaggio da parte degli instagrammer russi che, tavola da surf alla mano, navigano fino al centro del lago per scattare la foto perfetta. Ciò di cui non tengono conto è che il laghetto artificiale è tossico e che il colore turchese delle acque è dato dalle ceneri scaricate dalla vicina centrale a carbone.
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LA RINCORSA
Al di là di rischi, la realtà è che il turismo instagrammabile sta cambiando il destino di molti luoghi. La cittadina statunitense di Page, ottomila abitanti ai margini del deserto dell'Arizona, fino a qualche anno fa era nota solo per essere uno degli ultimi centri in cui sopravviveva la cultura dei Navajo.
Gli indiani della zona, che da sempre hanno fatto dei canyon del deserto un luogo di spiritualità e devozione, ora sono costretti a condividerli con i 4 milioni di visitatori che arrivano ogni anno. I turisti accorrono in massa tutti nella stessa stagione (tarda primavera e inizio autunno) e tutti nello stesso momento (tra le 11.30 e le 12.15) per scattare foto tutte identiche alla luce del sole che illumina le fessure dei canyon.
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Una rincorsa alla bellezza in replica che ha stravolto la vita della comunità di Page che, in un estremo tentativo insieme alla celebre azienda di cosmetici Glossier, ha provato a fermare in due modi: costruendo una versione finta del canyon nella boutique di Los Angeles pensata appositamente per scattare foto; e soprattutto sottolineando sempre agli instagrammer che chiedono informazioni per raggiungere i canyon, come da quelle parti non ci siano né rete telefonica né connessioni. Questo sembra essere l'unico inconveniente che li scoraggia davvero.
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