Estratto dell’articolo di Serena Riformato per “la Stampa”
meloni conte
Il termine evoca subito privilegi d'Ancien Régime e palazzi dorati: i vitalizi, l'eterno ritorno della querelle. Il taglio retroattivo del beneficio – imposto dalla maggioranza di Lega e M5s nel 2018 – non varrà più per i senatori eletti prima del 2012.
La decisione è stata presa il 5 luglio, nell'ultima seduta del "vecchio" Consiglio di garanzia del Senato, l'organo di autogoverno di secondo grado di Palazzo Madama, prima dell'insediamento dei nuovi componenti, martedì prossimo. Fra i cinque membri, per metà ex parlamentari non rieletti, hanno votato a favore solo il presidente ed ex senatore di Forza Italia Luigi Vitali e l'ex M5s poi Lega Ugo Grassi.
Contrari il senatore di FdI Alberto Balboni e il leghista Pasquale Pepe, attualmente consigliere di Matteo Salvini. Astenuta la dem Valeria Valente, il sì del presidente Vitali è valso doppio, portando all'approvazione.
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Con quali effetti? Non vengono, va detto, reintrodotti i vitalizi. L'assegno percepito a vita dai parlamentari che avessero fatto anche un solo giorno di legislatura è stato abolito alla fine del 2011 dal governo di Mario Monti, epoca d'austerity.
Dall'inizio del 2012, il trattamento pensionistico degli eletti, come quello dei comuni cittadini, viene calcolato non più su base retributiva ma contributiva e scatta formalmente dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di mandato.
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Nel 2018, però, spinta dal vento forte dell'antipolitica, la maggioranza gialloverde decise, con delibere degli uffici di presidenza delle due camere, che il ricalcolo contributivo venisse applicato, retroattivamente, anche ai parlamentari entrati alle camere prima del 2012, quando il beneficio non era ancora stato abolito.
[…] Decisione peraltro inappellabile, perché il comitato è il secondo grado nel sistema di autodichia di Palazzo Madama. Gli ex senatori e componenti del Consiglio di garanzia che hanno votato per la cancellazione del calcolo retroattivo – di fatto due – rivendicano la scelta. […]
luigi di maio e alfonso bonafede in piazza contro i vitalizi
L'ex senatore Luigi Vitali, invece, entrato in parlamento nel 1996, beneficerà personalmente del ricalcolo: «Sì, qualcuno potrà anche parlare di conflitto di interessi», ragiona con la Stampa l'ex presidente del Consiglio di garanzia. «Ma il mio trattamento pensionistico è già di 4300 euro e con il ricalcolo passerà al massimo a 4900-5mila». Sottinteso, una differenza non poi così significativa.
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Non sarebbero queste le cifre di tutti i pensionati toccati dalla sforbiciata: «Ci sono anche ex parlamentari che dopo il taglio, in età molta avanzata – garantisce l'ex forzista – si sono ritrovati a percepire 1200-1400 euro al mese, passando da una vita dignitosa alla soglia della povertà». […]
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