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    "ERO A 50 METRI DALLA SPARATORIA, A CASA HO UNA BAMBINA DI 6 MESI, HO PENSATO CHE NON L'AVREI MAI PIU' VISTA” - L'EURODEPUTATO GRILLINO DAVID BORRELLI: “CREDO CHE LA TEMPESTIVITA' DELLA POLIZIA E DELL'ESERCITO ABBIANO EVITATO UN BILANCIO PEGGIORE. UN POLIZIOTTO CI E' CORSO INCONTRO PISTOLA IN MANO, DA LI' IN POI...”


     
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    Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici

     

    DAVID BORRELLI DAVID BORRELLI

    David Borrelli è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni giorno dall'1.30 alle 6.00.

     

    L'eurodeputato ha portato la sua testimonianza su quanto accaduto a Strasburgo: "Io e i miei assistenti eravamo a 50 metri dalla sparatoria ai mercatini di Natale di Strasburgo. Ora stiamo bene. Eravamo praticamente sul luogo in cui è avvenuta la sparatoria. Siamo stati fermati da un poliziotto che ci è corso incontro con la pistola in mano. Ci ha spinto verso un vicoletto che avevamo sulla nostra destra, poi dopo pochi metri altri due poliziotti ci hanno fatto entrare in un negozio, un grande magazzino, e ci hanno chiuso dentro. Non capivamo cosa stesse accadendo, vedevamo gente correre da tutte le parti, sentivamo delle grida. Ci hanno detto di allontanarci dagli ingressi e dalle porte vetrate".

    attentato a strasburgo 8 attentato a strasburgo 8

     

    La testimonianza di Borrelli è dettagliata: "Poi ci hanno fatto scendere nel seminterrato, hanno spento tutte le luci e siamo rimasti lì dentro circa due ore. Le persone che erano con noi dicevano di essere in contatto con la polizia, dicevano che c'era stato un attentato, una sparatoria, e si sapeva che gli attentatori erano in giro e che potevano essere anche vicino a dove eravamo noi. Per questo non potevamo avvicinarci ai punti dove c'erano finestre e vetri.

    ATTENTATO A STRASBURGO - CHERIF ATTENTATO A STRASBURGO - CHERIF

     

    Dopo un paio d'ore ci hanno portato al secondo piano, dove c'era un po' di riscaldamento. Sempre al buio, ci hanno fatto stendere a terra, sempre lontani dalle finestre. Poi a gruppi di dieci hanno iniziato a farci defluire in fila indiana.Io e i miei due assistenti abbiamo attraversato una parte del centro in una situazione surreale, con la polizia a fucili spianati in ogni angolo della strada. Esercito ovunque, strade deserte, abbiamo camminato lungo un tragitto che ci avevano indicati. Arrivati a un certo punto ci hanno perquisito e poi ci hanno fatto uscire dalla zona rossa".

     

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    Borrelli, poi, aggiunge: "Nell'arco di un minuto ci siamo trovati circondati di poliziotti e abbiamo visto due squadre dell'esercito avvicinarsi lungo il marciapiede in assetto da combattimento. In un minuto ci siamo trovati circondati da agenti con armi in mano che correvano ovunque. Vedevamo gente scappare da tutte le parti, io credo che la tempestività della polizia e dell'esercito abbia evitato un bilancio ancor più pesante".

     

    In chiusura, Borrelli, rivela: "Ho seguito alla lettera le istruzioni che mi hanno dato, cercando di stare calmo e di rassicurare le persone che erano con me. Ho cercato di stare tranquillo e di tranquillizzare gli altri  ma la mia testa era a casa, dove ho una bambina di sei mesi. Ho pensato che forse non l'avrei più vista. Mi trema la voce solo a parlarne".

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