Paola Del Vecchio per "il Messaggero"
juan carlos e corinna zu sayn wittgenstein
«Juan Carlos I mi ha usata come prestanome non perché mi ami molto, ma perché ho la residenza a Monaco e non ho il problema di dover dichiarare il mio patrimonio». Sono le rivelazioni choc di Corinna zu Sayn-Wittgenstein, la principessa tedesca e amica intima del monarca emerito, con le quali la Spagna si è svegliata ieri mattina.
Il tesoro di cui il patriarca dei Borboni disporrebbe in Svizzera, accumulato nei decenni grazie ai business internazionali avviati nel post franchismo, quando fu designato nel 1977 da Francisco Franco come successore, è stato più volte oggetto di interrogazioni parlamentari, rimaste senza risposta.
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Ma ieri la confessione è venuta dalla stessa ex amante del monarca, con la pubblicazione di conversazioni avute con l' ex commissario José Manuel Villarejo, fosco personaggio dei servizi deviati, da novembre in carcere accusato di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio.
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L' incontro risalirebbe al giugno del 2015, nella casa londinese di Eaton Square della 52enne principessa teutonica, alla presenza dall' ex presidente di Telefonica Juan Villalonga, marito di Vanessa von Zitzewitz, amica di Corinna, stando a quanto pubblicato dai quotidiani on line El Español e OK Diario.
corinna zu sayn wittgenstein
Corinna riconosce di essere una testa di paglia usata da Juan Carlos per occultare conti e beni all' estero, poiché residente a Monaco, dove non è richiesta la dichiarazione patrimoniale. Non solo. Rivela altri presunti prestanome.
«Hanno messo alcune cose a nome di suo cugino, Alvaro di Orleans di Borbone, che vive anche lui a Monaco. I conti bancari in Svizzera sono a suo nome. Ora vorrebbero che io passi queste cose ad Alvaro attraverso Dante», afferma la voce della presunta Corinna.
L' ELEFANTE
CORINNA ZU SAYN WITTGENSTEIN E A DESTRA IL RE JUAN CARLOS
Tirando in ballo Dante Canonica, esperto in diritto successorio e partner di uno studio legale elvetico, coinvolto nel caso Gurtel di finanziamento illegale al Partido Popular.
«Montano una struttura che si chiama X. Ci mettono dentro una proprietà. Fanno un contratto di vendita chiaro, non possono dire che il beneficiario è un altro», commenta all' ex commissario di polizia, collezionista di dossier segreti.
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Tornata a vivere nel principato, dove è amica e consulente di Alberto di Monaco, l' ex amante del re emerito - salita alla ribalta con lo scandalo della caccia all' elefante in Botswana, che segnò la fine della relazione pluriennale e l' abdicazione di Juan Carlos - dice di sentirsi intimidita.
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«Sto vivendo in un incubo senza fine», afferma nelle trascrizioni rivelate da El Español, in cui sostiene che il monarca, dopo averle intestato diverse proprietà in Marocco e all' estero, ora le reclamava.
Ma Corinna teme che, restituendole a nome di terzi, possa commettere riciclaggio. «Mi stanno facendo la guerra, una fortissima pressione dicono: questa non vuole restituire le cose. Ma, se lo faccio, è laundering. Io non sfrutto la proprietà, perché è un cadeau empoisonné» (un regalo avvelenato, ndr.).
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Dice pure che è Alvaro di Orleans che «paga i voli fino a Los Angeles» del re Juan Carlos, che decollano dall' aeroporto madrileño di Torrejon «nella zona militare, per non essere controllati. E' una compagnia inglese che si chiama Air Partner, ma è Alvaro a pagare».
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In oltre due ore di conversazione, si lamenta della campagna di discredito alla quale, a suo dire, l' avrebbero sottoposta la Casa del Re e il Centro nazionale di intelligence spagnola (Cni), che accusa di essere dietro la perquisizione e il furto di documenti nei suoi uffici di Monaco.
Villarejo, l' interlocutore di Corinna, che lavorava alla direzione di polizia con il direttore del Cni, Felix Sanz Roldan, è dal 2014 al centro di una guerra con lo spionaggio spagnolo e di numerose querele, tutte archiviate, contro il responsabile dei servizi. Non è superfluo ricordare che, seppure re emerito, Juan Carlos I resta coperto da immunità.