Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”
Silvano Maritan
L'aveva giurata a Felice Maniero, il superboss della Mala del Brenta che accusandolo lo incastrò. Ma non potrà più consumare la sua vendetta perché una volta uscito di galera, dopo venticinque anni filati (oltre 30 in tutto), Silvano Maritan è finito in una rissa per la sua ex e non ci ha visto più: ha brandito un coltello a serramanico, ha preso a urlare «mi te copo» , ti uccido, e ha colpito alla gola il rivale in amore incurante della gente che domenica sera passeggiava nel centro di San Donà, la sua cittadina del Veneziano.
A quasi settant' anni di età e una fedina penale lunga un metro, il duro del Piave che divise con Maniero quindici anni di rapine, bische e sopratutto droga è così tornato dietro le sbarre e probabilmente per sempre.
Anche la vittima, il cinquantatreenne Alessandro Lovisetto, non era uno stinco di santo.
felice maniero
Il suo passato parla di rapine minori, almeno secondo i parametri della mafia del Brenta che negli anni Ottanta mise a segno colpi miliardari. Il giovane Lovisetto faceva parte delle retrovie dell' organizzazione, Maritan era invece un boss di spessore, uno dei pochi che poteva trattare alla pari con Maniero, rispettato e odiato. Il peccato principale di Lovisetto, sempre sbandato ma da anni fuori dell' ambiente malavitoso, ha un nome preciso: si chiama Laura Moschino.
Silvano Maritan
Una donna che nel giro criminale del Veneto Orientale significa «intoccabile» perché si tratta della vecchia fiamma del boss. Lovisetto ha osato mettersi proprio con lei e questo gli è stato fatale. L'altra sera Maritan ha voluto incontrare Laura per un chiarimento. Poi la donna si è allontanata, è tornata da Alessandro che era in zona. Da lì la tensione è salita alle stelle perché il «giovane» ha voluto affrontare il vecchio.
felice maniero
Feroci insulti, pugni e, alla fine, sangue. «Si sapeva che se si fossero trovati faccia a faccia uno non ne sarebbe uscito vivo e non solo per Laura», dicono ora quelli del giro. Gelosia, certo, ma anche soldi e vecchi rancori. Nel giugno scorso, appena tre mesi dopo la scarcerazione, Maritan aveva cercato la ex dalla casa di accoglienza nel Bellunese dove era stato trasferito per scontare la pena residua. I toni non erano stati concilianti, anzi, per il Tribunale di Sorveglianza di Venezia si era trattato di una vera e propria minaccia.
Silvano Maritan
Al punto che il giudice aveva disposto la revoca della misura alternativa e il ritorno in carcere. A settembre, nuova chance: libertà vigilata, con l'obbligo di non uscire dalle 22 alle 6 del mattino e varie limitazioni. In ottobre è stato beccato dagli uomini del capitano Dario Russo senza patente alla guida di uno scooter. «Dovevo andare a curarmi in un paesino: non ci sono autobus, andavo a piedi?».
felice maniero
Altra segnalazione al giudice, altro procedimento pendente. Ci ha pensato lui stesso a chiuderlo in anticipo. «È stato Lovisetto ad attaccarmi», avrebbe detto ai carabinieri mentre gli mettevano le manette. «Omicidio volontario», traduce il procuratore aggiunto Adelchi D' Ippolito. La parabola di Maritan si chiude qui. Il solo a uscire forse con un sorriso da questa ennesima tragedia è l' acerrimo nemico, Felice Maniero.