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    L’EXIT STRATEGY DI RENZI: L’EX ROTTAMATORE (CHE NON CRESCE NEI SONDAGGI) TENTATO DI FAR CADERE IL GOVERNO. SE SI VOTA, ALLEANZA CON IL PD – "IL PROBLEMA DELLA MAGGIORANZA NON SONO IO: DI MAIO SI FACCIA UN SELFIE ANZICHÉ PARLARE DI ME" - IL GIRO DI BOA SARÀ IL VOTO IN EMILIA: “SE PERDE BONACCINI L'UNICA CONSEGUENZA È CHE DEVE DIMETTERSI ZINGARETTI”


     
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    Emanuele Lauria per la Repubblica

     

    renzi zingaretti renzi zingaretti

    La tentazione di far cadere tutto è forte, così come il nervosismo di un leader che vede il governo impantanato e il suo partitino nuovo di zecca incapace di trarre giovamento dall' impasse. Dietro i continui riferimenti a una possibile crisi dell' esecutivo giallo-rosso, c' è un Matteo Renzi che valuta in modo sempre più pragmatico l' opportunità di andare al voto ben prima di quanto avesse preventivato quando a settembre ha fatto decollare Italia Viva.

     

    Quello di staccare la spina, precisano i suoi fedelissimi, non è l' obiettivo, e d' altronde anche l' ex premier l' ha affermato in lungo e in largo avvisando del rischio che nel 2022 il parlamento voti un Capo dello Stato no-euro. Ma più passano i giorni, più il fu Rottamatore si rende conto che i vantaggi di un' interruzione della legislatura sono almeno pari agli svantaggi. Non si aspettava, Renzi, un' andatura da sprinter del governo: ma neppure un incedere così balbettante. E soprattutto, si rende oggi conto che, dentro un esecutivo così, è arduo anche svolgere quel ruolo da pungolo costante attraverso il quale lucrare consensi ed espandersi.

     

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    Mentre il senatore di Scandicci lancia bordate contro la manovra anche per tenere fede a quel piano «Shock!» per l' economia presentato in pompa magna a Torino, mentre mantiene le distanze dalla maggioranza sul tema della prescrizione (ieri Italia Viva alla Camera si è astenuta sull' ordine del giorno del forzista Enrico Costa che avrebbe dovuto rinviare di un anno il rinvio dell' entrata in vigore della riforma), i sondaggi dicono che il movimento renziano è sempre lì, inchiodato fra il 4 e il 5 per cento, senza rilevanti oscillazioni verso l' alto e senza neppure quella consistenza parlamentare vagheggiata prima della Leopolda:

     

    Armata PD - Renzi Zingaretti Armata PD - Renzi Zingaretti

    «Supereremo i 50 fra deputati e senatori ». La prevista trasmigrazione da Forza Italia, al momento, non c' è stata. In questa situazione, l' ex presidente del Consiglio veste panni sempre più stretti: ha annotato con sollievo che l' inchiesta sulla fondazione Open per lo meno non ha intaccato i suoi consensi ma senza altrettanta soddisfazione ha registrato che non ci sono state manifestazioni di solidarietà da parte degli alleati.

     

    Renzi rimane, se non inviso, visto in modo guardingo da Pd come da M5S. A questo punto, è il suo ragionamento, tanto varrebbe salvare l' attuale riserva di voti e parlamentari con elezioni anticipate da svolgersi con la migliore legge per lui possibile, il Rosatellum, senza una soglia alta di sbarramento, con la certezza che Iv rimarrebbe imprescindibile per un Pd che volesse tentare di rincorrere Salvini ed eliminando lo spauracchio dell' entrata in vigore del taglio dei parlamentari. Nuove consultazioni a breve, insomma, ma rimanendo agganciato ai dem e a distanza non equivocabile dal centrodestra: questo il possibile piano di fuga di Matteo.

     

    NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

    Una exit strategy che, si badi, non è la prima opzione dell' ex premier, che sa pure che per mandare tutto all' aria occorre un argomento forte, altrimenti ci vuol poco a passare per il Pierino che fa e disfà un esecutivo nel breve volgere di pochi mesi. Si guarda intorno, Renzi, e aspetta gennaio, mese di svolta, sapendo che la manovra in qualche modo si farà e attendendo le mosse ad esempio di Luigi Di Maio cui passa volentieri il cerino: «Il problema della maggioranza non sono io: Di Maio si faccia un selfie anziché parlare di me».

     

    Giro di boa sarà il voto in Emilia, al quale di per sé l' ex premier non dà valore cruciale per le sorti del governo: «Se perde Bonaccini l' unica conseguenza è che deve dimettersi Zingaretti, se vince si va avanti in cavalleria », ha detto ai suoi. Ma, certo, il 27 gennaio più facile sarà capire l' evoluzione di una situazione oggi magmatica. A quel punto per Renzi sarà più semplice pure comprendere se, al contrario, il prosieguo seppur singhiozzante della legislatura possa consentire a Zingaretti di marginizzarlo nella coalizione, verso il binario dell' ininfluenza. Di «alfanizzarlo », insomma. Sarebbe davvero troppo per il demiurgo del dopo-Salvini che si picca di aver salvato l' Italia dal sovranismo.

     

    RENZI ZINGARETTI RENZI ZINGARETTI

     

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