Maria Antonietta Calabrò per www.huffingtonpost.it
muscat papa francesco
“Va dal Papa a farsi perdonare i peccati?”. Era questo qualche giorno fa uno dei titoli sui quotidiani maltesi, dopo gli esiti clamorosi dell’inchiesta per l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Il riferimento è a Joseph Muscat, capo del Governo di Malta, che ha annunciato le sue dimissioni a gennaio e che probabilmente le ha fatte slittare proprio per varcare il Portone di Bronzo, per una visita che era programmata da mesi, ma che ha cambiato forma, assumendo un carattere strettamente privato. Una visita che a un certo punto sembrava sul punto di essere cancellata, dopo le proteste consegnate al nunzio pontificio a La Valletta.
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L’incontro, confermato ieri da Matteo Bruni, portavoce della Sala Stampa vaticana, avviene nell’ambito di un viaggio molto complicato di Muscat a Roma. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annullato l’incontro previsto a Palazzo Chigi, ufficialmente per sopraggiunti impegni. Formula sempre buona per evitare imbarazzi, proprio mentre l’Ue ha spedito nell’isola dei suoi inviati per seguire da presso gli sviluppi della clamorosa inchiesta penale.
L’assassinio di Daphne (soprannominata “Wikileaks da sola”, perché da sola conduceva le sue inchieste giornalistiche), aveva profondamente colpito Papa Francesco, che quando venne uccisa inviò un inusuale telegramma di cordoglio. Mai un pontefice prima di allora aveva inviato un messaggio per la morte di un singolo privato cittadino.
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I legami tra Santa Sede e Malta sono molto stretti non solo perché antica sede dell’Ordine che prende il nome dall’isola, i Cavalieri, appunto di Malta. Ma anche per molte recenti vicende finanziarie. Le finanze vaticane, anche se magari non è così noto al grande pubblico, sono nelle mani del cosiddetto “cerchio maltese“, alleato con il cardinale australiano George Pell, quando rivestiva l’incarico di Prefetto della segreteria dell’Economia. A cominciare da Joseph Zhara, ex governatore della Banca Centrale (ha fatto entrare l’isola nell’euro), in ottimi rapporti con il presidente dello Ior Jean-Baptiste de Franssu. Prima ancora (2013) Zarha ha presieduto la commissione d’inchiesta sulle finanze vaticane (la cosiddetta COSEA) che ha iniziato a lavorare nel 2013. E poi nel marzo 2014 è diventato vicecoordinatore del neonato Consiglio per l’economia, solo un gradino più in basso del cardinale Reinhard Marx (coordinatore e componente del cosiddetto C9, che ora si è ridotto a C6).
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Dopo la dipartita di Pell per l’Australia (giugno 2017, dove sta scontando una condanna confermata in appello a sei anni e otto mesi di carcere per abusi sessuali su due minori) e la lunga “vacatio” della posizione del Prefetto della Segreteria dell’Economia (solo di recente sanata con la nomina di un semplice prete gesuita che inizierà a lavorare a gennaio), naturalmente il Consiglio ha assunto un notevole peso negli affari economici. Ma a ben vedere il maltese Zarha rappresenta la continuità delle finanze vaticane, perché ha lavorato in Vaticano fin dal 2011, quindi sotto Benedetto XVI, presso la Prefettura degli affari economici.
joseph muscat
Da Malta - oltre ai recentissimi investimenti avvenuti nel febbraio 2019 dopo la conclusione dell’affare londinese del palazzo comprato dal finanziere Raffaele Mincione - sono passate le attività dello Ior connesse al crack della Popolare di Vicenza, dove peraltro il fondo Athena di Mincione ha avuto un ruolo preminente (servì a pagare i clienti eccellenti che avevano acquistato azioni proprie della banca). E per questo proprio alla Valletta è in corso un processo intentato dallo Ior per truffa nei confronti dei vecchi amministratori della cosiddetta banca vaticana per la vicenda di un palazzo acquistato a Budapest.
Non ci sono solo le vicende finanziarie. L’arcivescovo de La Valletta, Charles Scicluna (che nei giorni scorsi ha lanciato un appello all’unità dell’isola in questo grave momento) ha avuto un ruolo centrale nelle indagini contro la pedofilia clericale ed è stato inviato del Papa in Cile, per un’inchiesta che ha portato quasi all’azzeramento dei vertici delle diocesi cilene. Insomma, Malta per il Vaticano costituisce un crocevia delicato. E val bene se non una messa, almeno un incontro privato di Francesco con Muscat.
daphne caruana galizia