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    “L’HO UCCISO IO, MA E’ STATA UNA DISGRAZIA”, PARLA UNO DEI DUE FRATELLI DI ORIGINI MAGHREBINE FERMATO PER L’OMICIDIO DEL PUGILE LEONARDO MURATOVIC – “L’HO COLPITO IO DURANTE LA LITE, NON VOLEVO UCCIDERLO” - IL FRATELLO SI ERA PRESENTATO COME “ACCOMPAGNATORE” MA È RITENUTO RESPONSABILE IN CONCORSO, SEBBENE IL REO CONFESSO LO SCAGIONI: “HO FATTO TUTTO IO”


     
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    leonardo muratovic leonardo muratovic

    Fulvio Fiano per corriere.it

     

    Sono stati fermati due fratelli di 21 e 26 anni per l’omicidio di Leonardo Muratovic, il 25enne di Aprilia accoltellato a morte nella notte tra sabato e domenica sul lungo mare di Anzio. I due si sono presentati la sera di martedì 19 luglio presso i carabinieri della stazione Gianicolense a Roma e attualmente si trovano nel carcere di Velletri.

     

    Il minore dei due ha confessato il delitto: «L’ho colpito io ma è stata una disgrazia durante la lite, non volevo ucciderlo». Il fratello si era presentato come «accompagnatore» ma è ritenuto responsabile in concorso, sebbene il fratello lo scagioni: «Ho fatto tutto io».

     

    La squadra mobile e il commissariato locale avevano individuato un gruppo di cinque persone che a vario titolo sarebbero coinvolte nell’omicidio da lì stavano stingendo il cerchio. Uno dei due fratelli si era costituito, accompagnato dall’altro, per il timore di vendette tra gli amici di Muratovic. I due giovani sono di origini maghrebine ma nati in Italia e come Muratovic residenti ad Aprilia. Una folla si è radunata all’esterno del commissariato di Anzio appena si è diffusa la notizia. Ragazzi e ragazze, amici della vittima, che stavano partecipando a una veglia funebre sul luogo del delitto deponendo mazzi di fiori, candele e lasciando volare in cielo alcune lanterne cinesi.

    leonardo muratovic leonardo muratovic

     

     

    Il padre del pugile dilettante nella categoria «medi», origini croate ma italiano di nascita, ha accoltellato domenica due bodyguard del locale La Bodeguita mentre attendevano di essere interrogati in commissariato ed è stato arrestato per duplice tentato omicidio. Muratovic in passato era stato coinvolto in episodi simili, venendo segnalato all’autorità giudiziaria.

     

    La «frizione» scaturita nell’accoltellamento sarebbe scoppiata con l’altro gruppo in modo casuale (non si erano dati appuntamento e basti pensare che Muratovic era in compagnia della ragazza e di un amico con la sua fidanzata) ma sulla base di precedenti rancori. Anche per questo i buttafuori avrebbero provato a spegnere sul nascere la questione, inviando i due gruppi a lasciare il Bodeguita. Pochi passi più in là, però, la lite è ripresa, stavolta in modo violento e mortale.

     

     

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    Come ricostruito nel decreto di fermo, che nelle prossime ore passerà dalla verifica dell’interrogatorio di garanzia del gip per l’eventuale conferma, ad innescare la lite sarebbe stato lo stesso Muratovic una volta arrivato nel locale. Lontano da dinamiche di guerra tra bande come qualcuno aveva ipotizzato, è stata la sua sola presenza , secondo i testimoni, a causare più di una reazione infastidita tra i presenti che ne conoscevano la fama di attaccabrighe e portatore di problemi,, anche nello stesso bar; «Guarda chi è arrivato»,

     

    «Ma che ce sei venuto a fà?». La reazione del 25enne sarebbe stata di pari tono, «Che c’avete da guardà?», «Che c...vuoi?». La fase di sfida verbale è stata fermata sul nascere dai due buttafuori, che hanno invitato Muratovic a uscire dal locale, che in realtà la sera è un gazebo con le sedie e i tavolini in spiaggia. Ma il battibecco con alcuni presenti sarebbe continuato fino a che un gruppo ampio di persone si sarebbe scagliato contro di lui. «Si sono azzuffati in tanti», riferisce la stessa fidanzata dell’amico della vittima, presente con loro alla serata. Il corpo a corpo si innesca però con il 21 enne che lo ferisce al cuore con un coltello.

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    Non è ancora chiara la provenienza dell’arma. Secondo i due fratelli fermati sarebbe appartenuta allo stesso Muratovic. Il resto è la cronaca dei soccorsi vani per salvare la vita al ferito, l’accoltellamento dei due buttafuori in commissariato e infine la scelta dei due fratelli di costituirsi. Si sono presentati dai carabinieri accompagnati dall’avvocato Serena Gasperini, volutamente lontano dal commissariato di Anzio dove temevano agguati. Oggi però sono detenuti nel carcere di Velletri, lo stesso dove c’è il padre di Muratovic. L’autore materiale del delitto è incensurato, il fratello maggiore, accusato in concorso, ha dei precedenti risalenti a 10 anni fa, ha scontato un periodo in affidamento ai servizi sociali e oggi ha moglie e due figli. Sia lui che il fratello lavorano in un ristorante - pizzeria.

    Leonoardo-Muratovic foto Facebook Leonoardo-Muratovic foto Facebook il luogo dell'accoltellamento ad anzio il luogo dell'accoltellamento ad anzio leonardo muratovic leonardo muratovic

     

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