Michelangelo Borrillo per www.corriere.it
CORTINA - HOTEL DE LA POSTE
Stagione sciistica saltata e addio al tutto esaurito registrato per le finali della Coppa del mondo di sci alpino. Per questo l’«Hotel de la Poste» di Cortina d’Ampezzo della famiglia Manaigo ha citato per danni il ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese davanti al Tribunale di Belluno, per «non aver tempestivamente segnalato all’Oms lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo fra novembre e dicembre 2019», e «non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina».
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Nell’atto, a firma dell’avvocato barese (di nascita, ma ampezzano di adozione per i suoi trascorsi sportivi nel Bob) Marco Vignola, la Srl che gestisce l’albergo mette sotto accusa il ritardo nella diffusione di informazioni da parte della Cina sull’epidemia per i danni al turismo della nota località sciistica veneta, dove l’albergo aveva registrato il tutto esaurito in vista anche delle finali di Coppa del mondo di sci alpino, fissate dal 18 al 22 marzo 2020 ma poi annullate nell’emergenza coronavirus.
«A livello giuridico — spiega l’avvocato Vignola — l’atto giudiziario va notificato in duplice copia, in italiano e cinese, anche al ministero di Grazia e Giustizia italiano, come da accordi presi tra i due Paesi. E questa è stata certamente una complicazione ulteriore dal punto di vista procedurale».
VIRUS CINA CORONAVIRUS
L’hotel di «Vacanze di Natale»
Nella citazione si legge che il 12 marzo è stata disposta la «chiusura anticipata dell’hotel e di tutti i servizi connessi», «nel pieno della stagione sciistica invernale», con «conseguenze disastrose anche per il licenziamento dell’intero personale dell’hotel e la disdetta dei contratti di fornitura, così come avvenuto per tutte le altre strutture ricettive ampezzane».
CLAUDIO AMENDOLA
L’hotel — che è quello del film Vacanze di Natale in cui Claudio Amendola arriva in ritardo al primo appuntamento dicendo «avevo capito davanti alle poste» — chiede al Tribunale di Belluno di accertare «le gravi omissioni» del ministero cinese, che «hanno impedito allo Stato italiano una tempestiva assunzione di provvedimenti da adottare di ordine pubblico e sanitario, che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid-19».