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    “LO SCIACQUONE. SOLO PER UNA PIPÌ NON LO TIRO. DOPO DUE TRE VOLTE VA BENE” – L’IGIENE SECONDO FULCO PRATESI, 87ENNE PRESIDENTE ONORARIO DEL WWF E AMBIENTALISTA CONVINTO: “LA DOCCIA? L’ULTIMA VOLTA L’HO FATTA QUANDO ERO GIOVANE. MI LAVO LA FACCIA, LE ASCELLE E I PUNTI CRITICI MATTINA E SERA, CON UNA SPUGNA E I BARATTOLI. LE MUTANDE ME LE CAMBIO OGNI DUE-TRE GIORNI. COMUNQUE CONTROLLO: SI CAPISCE QUANDO È ARRIVATO IL MOMENTO…”


     
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    Elvira Serra per www.corriere.it

     

    Adesso è a Roma o in campagna?

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    «A Roma, a Roma. Qui ho tutto, pure l’aria condizionata».

     

    No. Lei con l’aria condizionata non si può sentire!

    «Ma infatti non sono io, è mia moglie. Io uso il ventilatore».

     

    E come fate: un po’ per uno?

    «No, abbiamo due studi diversi e dormiamo in due stanze diverse».

     

    Questo non è romantico.

    «Ma alla nostra età è meglio. Prevalgono i piccoli egoismi, abbiamo esigenze diverse. Lei si alza prestissimo, io dormo di più».

     

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    Anche sul consumo dell’acqua avete abitudini diverse? Sua moglie la doccia la fa? Lei raccontò al «Corriere» di non farla più...

    «Di doccia ne abbiamo una piccola, che usa lei. Sono affari suoi, non voglio rivelare i suoi segreti. Ma vale la regola che l’acqua non si spreca, bisogna consumarne poca. Lo sanno anche la filippina che ci aiuta in casa e sua figlia sedicenne, che vive con noi pure lei. Nel consumo di acqua a noi italiani ci battono solo il Messico e i Paesi del Golfo Persico. E invece con questa siccità spaventosa che non accennerà a diminuire almeno fino a metà agosto dovremmo tutti essere più responsabili e capire quanto è preziosa l’acqua che usiamo tutti i giorni».

     

    Fulco Pratesi è il presidente onorario del Wwf. Ambientalista convinto, ha 87 anni e ci tiene a dire che ha ancora tutti i capelli, nessun problema di pelle, non porta gli occhiali e deve solo usare un piccolo apparecchio per l’udito. A conferma del fatto — suggerisce lui — che il suo stile di vita non ne ha pregiudicato la salute e, soprattutto, la vita sociale. Perché tra le sue abitudini c’è un uso molto parco — «veramente» parco — dell’acqua. In questi giorni in cui si medita il razionamento nelle città, è la persona giusta alla quale chiedere consigli domestici per non sprecare il preziosissimo «oro blu».

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    Quand’è l’ultima volta che ha fatto la doccia?

    «Quando ero giovane e giocavo ancora a rugby».

    Però si lava tutti i giorni?

    «Certo. La faccia e le ascelle e i punti critici mattina e sera, con una spugna e i barattoli, in modo da non sprecare l’acqua quando scende dal rubinetto. Mani e piedi, rapidissimamente».

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    Denti? Barba?

    «Quando lavo i denti chiudo subito il rubinetto e uso sempre lo stesso bicchiere: l’acqua la uso per risciacquarmi la bocca, prima di buttarla via. La barba non la faccio con il rasoio elettrico, perché anche l’energia è importante. Pure lì, faccio cadere l’acqua in un recipiente e poi quando ho fatto la uso per ripassarla sul viso. Non uso mai il phon».

     

    E lo sciacquone con quale criterio lo preme?

    «Solo per una pipì non si usa, nemmeno con il bottone più piccolo. Dopo due o tre volte va bene. Ma anche quando premo il bottone piccolo penso a quanto servirebbe quell’acqua ai bambini del Burkina Faso o alle donne del Centr’Africa che la vanno a prendere nei pozzi e la riportano indietro sulla testa».

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    Come si comporta con la biancheria?

    «Le mutande me le cambio in maniera molto ecologica, ogni due-tre giorni, ma a volte di più. Comunque controllo: si capisce quando è arrivato il momento. E poi d’estate dormo senza pigiama, così non devo lavarlo».

     

    Le camicie?

    «Uso solo T-Shirt, perché con l’artrite reumatoide non sono capace di chiudere i bottoncini. Mi cambio quando serve. Ripeto: l’acqua è un bene preziosissimo. E poi lavare i panni non significa solo usare l’acqua, ma anche la corrente per stirarli. La lavatrice da noi si fa solo quando è piena».

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    Immagino lo stesso per la lavastoviglie.

    «Certo. E poi direi di evitare di usare il forno, che consuma il gas. In questo momento, poi...».

     

    Ma sua moglie non protesta?

    «No. Ha presente quelli che dicono: “Ah, se non faccio la doccia tutti i giorni mi sento sporco”? Ecco, io no. E la mia vita sociale non ne ha mai risentito. Piuttosto, avendo viaggiato tanto in nave e in barca, so quanto sia preziosa l’acqua e come sia possibile non sprecarla».

     

    In casa avete piante?

    «Sì, nel terrazzo esposto a Nord, quindi non riceve mai il sole direttamente. Non le bagniamo tutti i giorni perché non serve. Sono perlopiù alberelli fatti con i noccioli della frutta che mangiamo e poi buttiamo lì, oppure nati dai semi che portano i pappagalli».

     

    Lei beve l’acqua del rubinetto o la compra?

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    «Io bevevo anche quella del Tevere, quando uscivo in canoa con gli amici! E non mi è mai successo nulla, anzi, mi ha creato gli anticorpi, come diceva il mio professore. Mia moglie mi sfotte ancora perché in Madagascar i frutti che compravamo al mercato li lavavo nel ruscello che correva lungo la strada. A Roma abbiamo l’acqua di sorgente, non c’è motivo di acquistare le bottiglie al supermercato, che inquinano e basta. Anche al ristorante chiedo sempre l’aqua del rubinetto».

     

    E gliela danno?

    «Obtorto collo».

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