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Lo pneumologo cinese Zhong Nanshan, in una conferenza stampa a Guangzhou, ha dichiarato che se la maggior parte dei Paesi si comporterà come la Cina, attribuendo importanza a livello nazionale agli sforzi di risposta, la pandemia globale di COVID-19 potrebbe essere messa sotto controllo "entro giugno".
Zhong, consigliere eletto dal Governo nella gestione dell'emergenza coronavirus vista la grande esperienza con l'epidemia della Sars, ha anche avvertito che "l'immunità di gregge" non conterrà i numeri, criticando l’approccio inglese: «Non risolverà il problema.
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Non abbiamo ancora prove che dimostrino che, se si è stati infettati una volta, si è immuni per la vita. Il nostro prossimo passo è sviluppare vaccini efficaci, che richiedono una cooperazione a livello globale».
I tempi previsti da Zhong, infatti, sono realistici solo se i Paesi seguiranno il modello cinese: «So che alcuni Paesi hanno fatto un buon lavoro spiegando alle persone di diffidare del virus e di non trattarlo come un'influenza - ha dichiarato - La nostra stima del controllo globale entro giugno si basa sulle misure positive adottate nei paesi colpiti, ma se il mondo non darà grande importanza alla minaccia e all'infettività del virus attraverso interventi drastici, questo lasso di tempo potrà essere esteso».
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Al momento nemmeno le parole di Zhong sembrano aver sortito alcun effetto sulla linea morbida di Boris Johnson che continua a tenere le scuole aperte: in Gran Bretagna le vittime sono 104. I contagiati sono 2.626.
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E intanto la camera mortuaria di Westminster si prepara al peggio: l’obitorio può ospitare 102 cadaveri, ma gli operai stanno ampliando gli spazi per aumentarne la capacità nel caso in cui i morti dovessero aumentare. Alla fine potrà ospitare 200 morti.
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