Andrea Montanari per “il Venerdì di Repubblica”
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La stella del Capitano non brilla più e molti nella Lega iniziano a essere preoccupati. Matteo Salvini nega l' esistenza di malumori nel suo partito per il calo nei sondaggi.
«Assolutamente no», si affanna a precisare nel tentativo di gettare acqua sul fuoco. «Nonostante la chiusura di due mesi e l' onnipresenza di Conte e dei suoi ministri, rimaniamo di gran lunga il primo partito in Italia».
Fatto sta che nelle ultime settimane Salvini sembra aver perso lo smalto di un tempo e così la Lega prepara per l' autunno una nuova strategia di comunicazione che punterà soprattutto su mini comizi locali e non più sulle grandi piazze come, per esempio, quella del Duomo a Milano, dove il leader organizzò la manifestazione di chiusura della campagna elettorale con i big sovranisti. Era il 18 maggio 2019. Un anno fa.
IL DECLINO SOCIAL
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I testacoda di Salvini non sono casi isolati. Già prima dell' emergenza Covid-19, ci fu lo scivolone di Bologna. Quando il Capitano, a gennaio, citofonò a un ragazzo tunisino che abitava nel quartiere Pilastro accusandolo di essere uno spacciatore.
Un blitz che si rivelò presto un falso. Nelle ultime settimane c' è stato poi il veto sul Mes, dal quale Silvio Berlusconi si è subito smarcato. E poi la mozione di sfiducia contro il ministro dell' Economia Gualtieri sulla quale Salvini è rimasto praticamente solo.
Quindi il no di Giorgia Meloni alla manifestazione contro il governo. Matteo Salvini è stato costretto a tornare sui suoi passi e a ripiegare sull' occupazione simbolica del Senato.
E sembra ormai passato un secolo da quando spopolava al Papeete di Milano Marittima o quando i suoi profili sui social si riempivano di like. il terzetto Il campanello d' allarme è suonato anche in via Bellerio a Milano, sede storica della Lega, e nel tridente che da anni gestisce la comunicazione di Salvini.
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Nella squadra ci sono Matteo Pandini, portavoce ufficiale del leader della Lega, che si occupa soprattutto della strategia d' attacco; Luca Morisi, che organizza la propaganda sui social attraverso la cosiddetta "Bestia"; e Iva Garibaldi, "Iva la rossa" per via del colore del tailleur che indossava il giorno del giuramento di Salvini al Quirinale in occasione della nascita del governo gialloverde.
È lei a gestire i rapporti istituzionali della Lega. Già in forza all' ufficio stampa leghista della Camera ai tempi in cui Salvini era stato appena nominato segretario federale. Tra i leghisti sono in molti a temerla: è quasi sempre lei ad avere l' ultima parola su chi può incontrare o meno il Capo. Pandini è invece considerato l' ombra di Salvini, il suo braccio operativo.
Da quando lo chiamò come portavoce al Viminale. Nelle scorse settimane è perfino andato a dare una mano allo staff del governatore della Lombardia Attilio Fontana, dopo che la Regione è finita sotto attacco per la gestione dell' emergenza sanitaria. Infine Morisi, un capitolo a parte. Nella Lega, è considerato il "ministro della propaganda".
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Si occupa solo dei social e a differenza di Pandini e di Iva Garibaldi non ama avere rapporti con la stampa. I fedelissimi di Salvini negano che ci sia stato un calo nei contatti sui suoi profili, ma ammettono che in questo momento nessuno sa cosa si potrà fare per rilanciare la comunicazione.
Un futuro dunque tutto da scrivere e che, secondo alcuni osservatori, accomunerebbe la Lega al Movimento delle sardine: il riferimento è alla forza che entrambi traggono dalle piazze.
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Alessandro Morelli - deputato, già direttore di Radio Padania e ora responsabile della Lega per l' editoria e le tv - la vede così. «Questa emergenza ha cambiato il modello di vita degli italiani ed è chiaro che anche noi dovremo cambiare la nostra comunicazione. Aver limitato la mobilità di un leader capace di tenere venti comizi in piazza alla settimana ci ha danneggiato, ma la democrazia non può essere solo virtuale. Vedremo come e cosa cambiare. Salvini resta il frontman, ma andranno valorizzate le realtà locali. La formula? Più iniziative ma in spazi più contenuti, sperando che i risultati siano gli stessi ottenuti nelle grandi piazze».
L’ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU LUCA ZAIA
Ma nuove saranno anche le parole. Si ammette che da qui a sei mesi infatti il tema dominante non sarà più quello degli sbarchi degli immigrati, che avevano permesso fin qui di rafforzare il partito, ma gli effetti della crisi economica che peseranno sulle famiglie italiane e sulle partite Iva.
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Anche perché Salvini non può contare sulla copertura mediatica che aveva quando era vicepremier e ministro dell' Interno. Insomma si cambia gioco. Lo racconta anche la metafora sportiva che circola nei corridoi di via Bellerio e che spiega lo stato d' animo di molti militanti: «Salvini è un ottimo centravanti di sfondamento, ma in questo momento deve abituarsi a giocare in modo diverso. E si vede».
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la polveriera Chi è vicino al Capitano è consapevole che in momenti complicati come questo è naturale che l' opinione pubblica si affidi di più a chi ha compiti di governo.
Ma la scommessa leghista è che dopo l' estate tutti i nodi del governo verranno al pettine. Che il premier Conte perderà popolarità. E allora il leader della Lega immagina per sé un ruolo da cuscinetto tra le categorie di lavoratori in crisi e Palazzo Chigi. Puntando a ripetere il miracolo che gli consentì all' epoca del primo governo Conte di portare la Lega dal 17 al 34 per cento. Un traguardo che almeno per ora sembra un miraggio, visto l' andamento dei sondaggi.
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Stefano Bolognini, assessore lombardo leghista alle Politiche sociali e alla Casa, considerato il luogotenente di Salvini a Milano, racconta che in questi giorni una giovane militante gli ha scritto: «Tutte queste iniziative sono belle, ma io preferivo quando ci vedevamo tutti insieme».
Bolognini ammette: «La situazione ci costringe a cambiare il modello di comunicazione. In tempi diversi da questi, con le scelte che sta facendo il governo, la gente andrebbe a Roma con i forconi, ma dato che con i forconi, per evidente motivi, non ci si può andare, bisognerà farlo in un altro modo. Sono convinto che prima o poi l' opinione pubblica riconoscerà che avevamo ragione noi».
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La nuova strategia comunicativa leghista punterà dunque ad intercettare il malessere crescente degli italiani. I consiglieri di Salvini sono convinti che dopo l' estate metà della platea dei lavoratori dipendenti rischierà la cassintegrazione.
E che dieci milioni di italiani faranno i conti con la povertà. Una polveriera sociale che potrebbe accelerare il logoramento del governo.
Uno scenario che cambierà anche la strategia per la campagna elettorale per il sindaco di Milano nel 2021. Bolognini lo sa bene: «Eravamo pronti a immaginare una città che pensava al suo futuro alla velocità di 200 chilometri all' ora, invece dovremo proporre lo schema per farla ripartire. Bisogna cambiare. Anche le regole del gioco».
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