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    L'INCUBO DELLA MELONI E’ IL PAREGGIO AL SENATO: “RIVOGLIONO L'INCIUCIO" - SE I CANDIDATI DI CONTE DOVESSERO SPUNTARLA AL SUD, ANCHE SOLO IN UNA DECINA DI SFIDE AL SENATO, L'ASTICELLA DELLA MAGGIORANZA POTREBBE FERMARSI A QUOTA 102-103 (SU 200 PARLAMENTARI). IL GOVERNO MELONI NASCEREBBE ZOPPO – ECCO LE CIRCOSTANZE CHE PORTEREBBERO IL CENTRODESTRA A NON AVERE LA MAGGIORANZA...


     
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    Estratto dell'articolo di Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

     

    È un brivido che attraversa la piazza, che sale sul palco azzurro "nazionale", che scende giù nel retro e mobilita i capannelli della destra dei nuovi potenti. C'è una sottile ma crescente paura che innervosisce Giorgia Meloni in spolverino beige e sneaker. Viene confessata a Francesco Lollobrigida, Guido Crosetto, Fabio Rampelli, in piedi lì accanto a lei: «Qualcosa non torna, se sbandiamo all'ultimo tornante rischiamo la beffa, non possiamo permetterci il pareggio al Senato».

     

    salvini e meloni salvini e meloni

    Eccolo l'incubo della vigilia che paralizza in queste ore l'aspirante premier. La crescita esponenziale e imprevista dei Cinquestelle di Conte al Sud rischia di far saltare i piani, di interrompere una marcia che sembrava trionfale. Che effetti avrà sui collegi uninominali la scalata dei grillini in Campania e in Puglia, in Sicilia e in Sardegna? Stanno rosicchiando consensi preziosi al Pd o piuttosto al centrodestra?

    MELONI CONTE MELONI CONTE

     

    Se i candidati di Conte dopodomani dovessero spuntarla anche solo in una decina di sfide al Senato - questi i calcoli fatti al pallottoliere di piazza del Popolo - a Palazzo Madama l'asticella della maggioranza potrebbe fermarsi a quota 102-103 (sui 200 parlamentari che comporranno ormai quella camera). Il governo Meloni nascerebbe, certo, ma zoppo. Alla mercè di un paio di senatori della "ridotta" centrista di Toti, Lupi e Brugnaro che diventerebbero indispensabili per la sopravvivenza della maggioranza. Addio sogni di gloria, allora. L'assegnazione delle deleghe ministeriali passerebbe attraverso una trattativa estenuante, ogni voto di fiducia in aula si risolverebbe in un Vietnam.

     

    È la ragione per la quale la leader di Fratelli d'Italia lancia nel suo intervento conclusivo dal palco l'allarme dell'ultim' ora, accusando gli avversari: «Sono pronti a fare di nuovo inciuci, dichiarino le alleanze prima del voto».

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