Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
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Ha chiamato aiuto dopo essere riuscita a liberarsi al secondo tentativo. Quando gli agenti sono arrivati lungo la strada del Pantano, in una frazione poco fuori Perugia, hanno trovato una diciottenne originaria della Costa d'Avorio in lacrime, sconvolta, e accanto un coltello da cucina. È stata subito soccorsa e ricoverata in ospedale nel reparto di ginecologia. Partendo dal suo racconto, a cui si sono aggiunte successive perquisizioni e altre testimonianze, la squadra mobile ha ricostruito le violenze subita dalla ragazza, individuato e fermato i tre presunti autori.
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Si tratta di tre cittadini albanesi. Su richiesta della Procura della Repubblica, il Gip ha convalidato la misura restrittiva e disposto per due di loro gli arresti domiciliari, mentre per il terzo l'obbligo di dimora, con divieto di uscita notturna, e di presentazione alla polizia giudiziaria.
Secondo quanto appurato nelle indagini, la ragazza, che abita nell'Aretino, avrebbe accettato di farsi accompagnare a Firenze da uno dei tre indagati, conosciuto in precedenza. L'uomo invece l'avrebbe portata in una casa a Perugia, vicino al luogo dove è stata poi trovata, nella quale erano presenti gli altri due albanesi. A questo punto la diciottenne sarebbe stata costretta ad assumere alcolici e cocaina. Trovandosi in questo stato di stordimento i due uomini già presenti nell'appartamento l'avrebbero violentata a turno, mentre il terzo non avrebbe partecipato allo stupro.
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Approfittando di un momento di distrazione dei tre, la ragazza si sarebbe impossessata di un coltello da cucina e avrebbe tentato di scappare una prima volta. Raggiunta, è stata disarmata, trascinata per il collo e riportata all'interno dell'appartamento. Una seconda volta sarebbe riuscita a prendere il coltello, a eludere nuovamente il controllo dei tre e a raggiungere la strada dove ha potuto chiamare le forze dell'ordine con un cellulare. L'arrivo degli agenti e del 118 ha segnato finalmente per lei la fine dell'incubo.
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Nel frattempo i tre uomini, resisi conto che la ragazza aveva già dato l'allarme, sono scappati in auto, una fuga nella speranza di non essere individuati poi rivelatasi inutile. Partendo dal racconto della giovane ivoriana e compiendo altri accertamenti per ottenere i riscontri, la squadra mobile è riuscita così a dare un nome ai tre autori della violenza.
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Una ricostruzione dei fatti confermata dal giudice delle indagini preliminari che ha comunque distinto il ruolo di uno dei tre, quello che già conosceva la ragazza e che l'ha comunque condotta nella casa delle violenze, dagli altri due che avrebbero materialmente commesso lo stupro. I reati contestati sono sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata.
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