Paolo Berizzi per “la Repubblica”
LORENZO CAZZANIGA SARONNO
Sprofondava e intanto cercava sponde. Anche in alto. Sentiva scricchiolare il terreno sotto i piedi suoi e dell’amante anestesista. E, per uscire dall’angolo, in un crescendo di disperazione e millanteria, faceva riferimento a conoscenze con gente importante. Persone che avrebbe potuto contattare e che, nella sua mente, avrebbero potuto offrirle un consiglio, una dritta. Cosa che non si è mai concretizzata.
Laura Taroni, l’infermiera arrestata con Leonardo Cazzaniga (accusato di cinque omicidi) per la morte dell’ex marito Massimo Guerra, si allargava: «Vuoi che chiedo a Nicola? Per ‘sta storia? Vuoi che chiediamo? Se vuoi basta una telefonata... Lui conosce i magistrati più grandi di Roma eh!». È l’idea che le viene per cercare di sostenere al telefono un Cazzaniga sempre più preoccupato per le indagini sulla “eutanasia” che praticava ai pazienti del Pronto soccorso. Chi è «Nicola»?
ospedale di saronno
Nicola Altiero, generale della Guardia di Finanza, oggi a capo del comando provinciale di Bari. Una carriera brillantissima che nel giro di pochi anni lo ha portato a scalare i gradini del Corpo con meriti acquisiti sul campo: indagini bancarie, fiscali e patrimoniali (ha comandato il nucleo di polizia tributaria di Napoli e il comando provinciale di Taranto). Fino alla più alta categoria degli ufficiali. Quando e perché esattamente la Taroni abbia conosciuto il generale Altiero non è dato sapere.
ospedale di saronno
Anche perché — essendo il militare totalmente estraneo all’inchiesta e il riferimento al suo nome frutto esclusivamente di una vanteria dell’infermiera — il dato non ha nessun rilievo (ma aiuta a comprendere la personalità dell’arrestata, in particolare la dedizione-devozione nei confronti di Cazzaniga). Pare che l’incontro risalga addirittura alla fine degli anni ‘90: l’allora capitano Altiero prestava servizio al comando di Ponte Chiasso, il valico fra la Svizzera e l’Italia, pochi chilometri da Como.
lorenzo cazzaniga laura taroni
La Taroni, all’epoca, era una giovane infermiera all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, lì vicino. Come diavolo le sia venuto in mente, 15 anni dopo, di potersi rivolgere a un generale della Finanza per aiutare il suo amante anestesista — e se stessa — solo lei può spiegarlo.
Ma tant’è. L’“offerta” di aiuto a Cazzaniga è datata 15 aprile 2016: i due amanti sono a casa di lei. Commentando le indagini in corso in reparto — di cui erano entrambi informati — Cazzaniga butta lì: «Tanto vuoi interrogare venti persone... dal 2000 in poi... Stanno cercando di arrivare a me. È una cosa che riguarda me».
lorenzo cazzaniga laura taroni
È a quel punto — nonostante “Leo” dissimuli («non ho paura») — che l’infermiera gli prospetta la possibilità di «una telefonata a Nicola». Come stiano le cose lo descrive Cazzaniga in un altro dialogo (intercettato il 19 giugno 2016): prima afferma di avere praticato ai pazienti l’«eutanasia»; poi, di fronte all’obiezione della compagna che l’eutanasia presuppone il consenso del paziente — qui assente — si corregge, attribuendosi «omicidi volontari». Parola di anestesista.
Lo stesso mestiere di un’altra “conoscenza” della Taroni: un politico. Parliamo di Fabio Rizzi, ex sindaco di Besozzo, già senatore della Lega Nord e ex presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia. Arrestato a febbraio scorso per gli appalti truccati nella sanità, dopo quattro mesi ai domiciliari Rizzi ha patteggiato la pena (2 anni e 6 mesi per corruzione) ed è tornato in libertà. Che cosa lo lega alla Taroni?
Perché l’infermiera, mesi fa, lo chiama? Ecco la versione di Rizzi, contattato da Repubblica: «L’ho conosciuta all’ospedale Sant’Anna (il medico ci lavora dal ‘92 al 2000). Tenevo un corso sulla terapia del dolore alla scuola infermiere. Anni dopo — credo fosse il 2008 — quando ero al “Mater Domini” di Castellanza, la Taroni mi ha portato il suocero: aveva bisogno di infiltrazioni per un mal di schiena».
laura taroni
Ricordiamo: il suocero della Taroni, Luciano Guerra, morto all’ospedale di Saronno il 20 ottobre 2013, è uno dei quattro decessi “ravvicinati” e “improvvisi” che hanno colto i parenti più stretti dell’infermiera: e sui quali gli inquirenti indagano. Torniamo a Rizzi. Mesi fa Taroni gli telefona (i due sono assistiti dallo stesso legale, Monica Alberti).
«Voleva salutarmi e esprimermi la sua vicinanza per la mia vicenda giudiziaria», dice l’ex uomo forte della Sanità regionale. «Nessuna amicizia: solo rapporti paziente-medico». Nega, Rizzi, di avere mai conosciuto il collega Cazzaniga, pure lui anestesista. E sulle morti in corsia a Saronno dice: «I fatti più gravi mi pare riguardino le presunte responsabilità sui decessi nella cerchia familiare».