Francesco Rigatelli per "la Stampa"
massimo galli
Dopo due anni di pandemia lo stato di emergenza sta per finire e Massimo Galli, principe degli infettivologi italiani, ex primario dell'ospedale Sacco e professore ordinario all'Università Statale di Milano, non sa che panni indossare. Da un lato, ammette bonario, «le riaperture sono sacrosante e tornare alla normalità appare giustificato», ma dall'altro, tuona luciferino, «la politica non accompagna il processo come dovrebbe, dando la sensazione che la pandemia sia finita ancora una volta, quando non lo è, e strizzando l'occhio a chi non si è vaccinato o non intende coprire i propri figli».
terapia intensiva covid
Cosa le dà fastidio?
«C'è un affollarsi di politici, non solo italiani ma anche europei, che ostentano posizioni ultraottimiste per far dimenticare la crisi ucraina, il crescere delle bollette e la discesa delle Borse. Non che tutti si concentrino sui listini finanziari, ma è evidente che le riaperture vengano usate per distrarre da altri guai, per cui alla fine va bene un po' a tutti dire che la pandemia sta finendo, dalle sguaiataggini di Johnson alle distrazioni di Draghi»
Cosa ne pensa dell'azione di Draghi a riguardo?
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«Nulla di specifico e non mi compete, a me interessa solo il lato medico, ma mi sento di sottolineare che se togliere lo stato di emergenza è giustificato, non lo è dare la sensazione che la pandemia sia esaurita. D'altra parte comprendo che il governo debba tenere conto della Lega in maggioranza e che quest' ultima, anche se non ne capisco il vantaggio elettorale, continui a strizzare l'occhio a posizioni No Vax».
Nel merito cosa suggerisce di diverso?
«Ultimamente studio e faccio ricerca anche non sul Covid, ma mi aggiorno a giorni alterni e mi sembra di ricordare che abbiamo ancora milioni di persone senza la terza dose, svariati ultacinquantenni non vaccinati, bambini scoperti e piccolissimi senza vaccini autorizzati. Solo ieri ci sono stati 252 morti e restano in arretrato liste di interventi chirurgici in ogni ospedale del Paese. Ora dire che l'emergenza sia finita mi pare come minimo un azzardo, oltre che un insulto a tutti quelli che lavorano per risolvere questi problemi. In un simile quadro, mollare il colpo sulla vaccinazione sarebbe un errore madornale, perché impedirebbe di mettere in sicurezza tutta la popolazione non sapendo cosa ci potrebbe capitare il prossimo autunno».
vaccino 3
Si dimentica ancora una volta che il virus fa il suo giro?
«In un anno il Sars-Cov-2 è variato tre volte, chi ci garantisce che non lo faccia più? La prossima variante, nessuno sa se più o meno cattiva, dovrebbe trovare almeno una popolazione completamente vaccinata. Il governo, mentre toglie lo stato di emergenza, deve spingere l'acceleratore su questo. Altrimenti il rischio è di ripetere tra otto mesi il caos degli ospedali e il rinvio degli interventi d'urgenza, quando ancora dovremo smaltire quelli pregressi. Sarebbe un disastro».
Le riaperture, diceva, però sono legittime?
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«Sono sacrosante, perché per fortuna grazie ai vaccini e alla primavera in anticipo le infezioni sono in caduta libera, ma non bisogna mollare del tutto sulle misure».
Quali sono i paletti?
«Bisogna spiegare che la vaccinazione resta l'unico modo per uscire davvero dalla pandemia, che tutti devono fare tre dosi, che i bambini vanno protetti, che tutto questo serve in questi giorni in cui il virus circola ancora seppur in diminuzione e sarà molto utile in autunno. Per tutti questi motivi è indispensabile mantenere il Green Pass e le mascherine al chiuso».
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E chi lo mette in dubbio?
«Se si continua a dire che si apre tutto non so chi vada a vaccinarsi o chi metta la mascherina. Sarebbero due errori strategici. Va detto chiaramente che il Green Pass non è in contraddizione con la ripresa di tutte le attività, ma al contrario ne è la garanzia. Solo così gli stadi e le discoteche riapriranno completamente e a lungo. Evitiamo una specie di condono sanitario, che ancor più di quello fiscale danneggerebbe sia lo Stato sia i cittadini».
In autunno servirà la quarta dose per tutti?
«Dipenderà dalla situazione epidemiologica e non sarà per forza con lo stesso vaccino. Intanto si può parlare di quarta dose solo per i fragilissimi. E almeno per loro andrebbe sdoganato il test sierologico».
Ha visto che chiude il Cts?
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«Ce ne faremo una ragione».
Dopo due anni di pandemia qual è la sua riflessione?
«Per chi è stato colpito, per chi ha lavorato sodo, per tanti che soffrono economicamente e psicologicamente, si è trattato di un incubo. Delude che ci siano pochi politici all'altezza. Si vede spesso la tentazione del vantaggio elettorale, invece di parole chiare. E appena si apre uno spiraglio parte lo sbracamento generale».
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Anche il ministro Speranza?
«Lui tenta di distinguersi. Con il Pnrr si vedrà quanto riuscirà a riformare la sanità. Non sono certo che ce la faccia, ma la speranza di Speranza c'è».
Lei crede che la pandemia potrebbe ripetersi?
«Ci sono migliaia di specie di pipistrelli con centinaia di coronavirus pronti al salto di specie. Anche per questo è importante riformare la sanità per tempo».
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