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    IL FUTURO DELLA LOTTA AL CRIMINE? È MEGLIO DI "MINORITY REPORT" - L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE È L'ULTIMA FRONTIERA DEI CARABINIERI INFORMATICI DEL ROS PER SMASCHERARE I PROFILI E LE OPERAZIONI DEI CRIMINALI ONLINE - L'IA VIENE USATA PER CONFRONTARE I DATI INFORMATICI, COME TESTI AUDIO E VIDEO, CHE VENGONO COLLEGATI A UN INDIRIZZO IP E ALL'IDENTITA' DI CHI COMUNICA - GLI INVESTIGATORI LAVORANO AL TRACCIAMENTO DELLE TRANSAZIONI ILLEGALI, CHE USANO LE CRIPTOVALUTE PER...


     
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    Estratto Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

     

    controlli informatici dei carabinieri 3 controlli informatici dei carabinieri 3

    Simulare il pensiero umano è ancora fantascienza. Roba da film alla «Minority Report», nel quale gli investigatori erano in grado di prevedere i crimini ed evitarli. […] il machine learning dei carabinieri informatici del Raggruppamento operativo speciale (Ros) sa riconoscere i comportamenti criminali più frequenti, tanto da scovare i profili di killer, terroristi o boss della droga.

     

    machine learning per scoprire i criminali online 1 machine learning per scoprire i criminali online 1

    […]spiega il maggiore Giovanni Colletti, comandante del Reparto indagini telematiche nato nel 2015 —. L’intelligenza artificiale applicata alle indagini è la nuova frontiera, solo un valore aggiunto però rispetto all’intuito e allo spirito di sacrificio di un investigatore». Ma questi sistemi informatici sono davvero capaci: confrontano scritti, audio e video, poi tirano le somme. […]  La sfida al crimine è dunque anche tecnologica, ma con difficoltà all’ordine del giorno.

     

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    «È tuttora complicato individuare chi si nasconde dietro i nickname che i criminali usano sul dark web per scambiarsi informazioni — rivela il comandante del Ritel —. Il nostro obiettivo è scoprire gli account, acquisire i metadati e i file che possono portare a un indirizzo Ip, e così risalire all’identità di chi comunica: non si potrà conoscere il contenuto dei messaggi, ma sapere che c’è stato un contatto, quando e dove, può rivelarsi altrettanto fondamentale».

     

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    Il nodo cruciale è spesso la collaborazione dei provider «soggetti a voluntary disclosure, ovvero spetta a loro decidere se aiutarci oppure no. Se accettano, l’identificazione di un profilo è possibile in un paio di settimane», conclude Colletti, che allarga il discorso «all’uso illecito delle criptovalute: il tracciamento delle transazioni è importante per individuare gli asset della criminalità organizzata e dei gruppi eversivi italiani e stranieri». Nel 2022, solo in Italia, le transazioni illecite sono state 770 milioni e quelle a rischio un miliardo, con un traffico, anche legale, di 75 miliardi di dollari.

     

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    […]  sottolinea il colonnello Giuseppe Cavallari, comandante del Nucleo operativo antifalsificazione monetaria dei carabinieri (Noam) […] In cripto si pagano riscatti, acquisti di droga, informazioni segrete, pacchi di banconote false, come è emerso con l’operazione Hermes. Purtroppo spesso le aziende private preferiscono pagare». Per il pusher, l’hacker e il pedofilo «è facile spostare ingenti somme di denaro da una parte all’altra del mondo evitando i canali normali, molto controllati. Il vero problema — conferma Cavallari — è identificare queste persone e deanonimizzare chi fa da garante».[…]

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