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    L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MANO A DEI MINORENNI MINORATI PUO’ FARE DANNI – A FRASCATI, VICINO ROMA, DEI PISCHELLI HANNO “SPOGLIATO”, GRAZIE A UN PROGRAMMA CHE USA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, TRE LORO COMPAGNE DI SCUOLA REALIZZANDO UN VIDEO FARLOCCO IN CUI BALLANO NUDE – IL FILMATO HA INIZIATO A CIRCOLARE TRA LE CHAT E PER LE RAGAZZE E' INIZIATO UN CALVARIO DI PRESE IN GIRO, A TAL PUNTO CHE...


     
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    Ugo Milano per www.open.online

     

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    Tutto è partito da un video caricato su Facebook. Un balletto di tre amiche tra i 15 e i 16 anni, studentesse di un liceo di Roma. Un video innocuo che a causa di uno scherzo di cattivo gusto si è trasformato in quello che a prima vista sembrava un caso di revenge porn, ma che è in realtà un dispetto adolescenziale le cui ricadute hanno messo a dura prova le tre ragazze e le loro famiglie.

     

    Le giovani, di Frascati, «non vogliono più uscire di casa per il timore di essere derise e offese per quel video» spiega la madre di una di loro citata dal Messaggero. Le tre amiche «sono devastate, e noi con loro», ha detto la mamma di una delle vittime che assieme agli altri genitori si è rivolta alla polizia postale per venire a capo della questione.

     

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    Una volta trovato il video del balletto, tre ragazzi tra i 14 e i 17 anni, due dei quali studenti dello stesso liceo, hanno deciso di usarlo per creare un deepfake. Così, l’hanno caricato su una delle tante piattaforme che sfruttando l’intelligenza artificiale, “spoglia” i soggetti delle immagini che le vengono sottoposte, in maniera tanto accurata che a volte è difficile distinguere se un video o una foto siano stati manipolati o meno.

     

    Ottenuto il video del balletto in cui le vittime appaiono nude, i tre hanno iniziato a diffonderlo, inviandolo ad amici e conoscenti. In poco tempo il video era sotto gli occhi di tutti, compresi quelli delle tre vittime. Le ragazze, però, una volta ricevuto il contenuto, non avevano dato peso alla questione. Era chiaro per loro che quelli non erano i loro veri corpi.

     

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    Ma la stessa chiarezza non c’era per tutti gli altri. Salite sul bus per andare a scuola, le tre si sono sentite addosso gli occhi dei compagni, molti dei quali, stando alle loro testimonianze, le hanno giudicate ed umiliate. Risate, offese, commenti: «Vi abbiamo riconosciute, sappiamo chi siete». «Mia figlia e le amiche si sono vergognate a tal punto che sono scese dal bus e non hanno avuto il coraggio di andare a scuola. E ancora non sono tornate, non se la sentono», ha raccontato la madre di una delle vittime. […]

     

    Così si sono rivolti alle forze dell’ordine con una denuncia verso ignoti, che a breve verrà integrata con il nome dei tre carnefici. Dopo l’avviso alle autorità, infatti, la scuola ha proposto alle famiglie delle vittime e dei ragazzi di incontrarsi, per far capire agli autori del deepfake la gravità del loro gesto. […]

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