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    L'INTER IN CRISI SI SALVA LE CHIAPPE SOLO CON L'AIUTINO - SCONCERTI (CHE GLISSA SUL RIGORE GIGANTESCO NON DATO AL TORINO): "LA SQUADRA DI INZAGHI RESTA CHIUSA BRUSCAMENTE IN UN GRIGIO INASPETTATO PER LA SUA INSISTENZA. SI STACCA QUASI SFINITA DA QUESTO GIOCO IN CUI NON TROVA PIÙ LA VECCHIA LEGGEREZZA. COMINCIA UN FINALE DI RINCORSA. TUTTO È POSSIBILE, ANCHE CHE VINCA, MA È UNA VISIONE ROVESCIATA RISPETTO A UN MESE FA. MOLTO IMPORTANTE IL SUCCESSO DEL NAPOLI E DI OSIMHEN…"


     
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    Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera

     

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    La classifica cambia perché l'Inter si ferma, è tornata nella sua materia scura. La mancanza di Brozovic è stata importante perché è caduta su una squadra vuota. Inzaghi ci ha messo del suo rimettendo all'inizio Barella regista, che sarà il suo ruolo tra dieci anni, ma non adesso.

     

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    Questo ha riportato nel centrocampo Vecino, lontano ormai dal sentimento del gioco. L'idea di base era sostituire Brozovic con Gagliardini, il vero centrocampista quasi titolare. Inzaghi però non lo vede, ha moltiplicato la sua diffidenza nel finale mettendo prima Calhanoglu e poi Vecino registi con Vidal e Barella interni.

     

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    In mezzo a tutto questo c'è stato il Torino, uscito dal suo periodo buio. Molto semplice la sua partita ma di grande energia, si è trattato di riprendere il pallone e scappare in velocità.

     

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    Chiusa negli spazi e senza le idee di Brozovic, con Barella un po' grottesco nel cercare di imitarne i movimenti, l'Inter è diventata presto scolastica e si è abbandonata alla qualità dei singoli. C'è stato poco gioco nonostante la buona serata di Dzeko e Lautaro, solo molti rilanci e molte incursioni in contropiede del Torino.

     

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    Il pareggio arrivato a due minuti dalla fine del recupero premia la fatica dell'Inter e pesa molto su una distrazione laterale del Torino. È un pareggio alla fine meritato che non cambia il senso della serata.

     

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    L'Inter resta chiusa bruscamente in un grigio inaspettato per la sua insistenza. Si stacca quasi sfinita da questo gioco in cui non trova più la vecchia leggerezza. Si sono spente le differenze più importanti, quelle di Barella e Perisic, di De Vrij e Dumfries, perfino quella di Darmian, rimane più spesso nel vago Calhanoglu, non basta Dzeko.

     

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    Una squadra senza un reparto di mezzo, continuamente assaltato dal Torino e con rare potenze di rilancio. Comincia per l'Inter un finale di rincorsa. Tutto è possibile, anche che vinca, ma è una visione rovesciata rispetto a un mese fa.

     

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    L'altra coscienza forte è la realtà delle quattro che hanno per traguardo la Champions. Sembra un gioco fatto. L'Atalanta si è esaurita, la Roma si è fermata. Darei un'occhiata alla Lazio perché nel mucchio ha più classe di tutti. Molto importante il successo del Napoli e di Osimhen, l'uomo che segnerà una decina di gol da qui alla fine. Vale la pena di capire il senso dell'imbattibilità del Genoa di Blessin.

     

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