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    L’IPOCRISIA SALVERA’ IL MONDO – BARBARA ALBERTI SUL CASO DELLE CENSURE A ROALD DAHL E DEGLI INQUISITORI CHE NELLE CASE EDITRICI DICHIARANO GUERRA ALLA REALTA’ – “NON CI SONO PIÙ ZOPPI GOBBI GRASSI NERI, FINE DELLE DISUGUAGLIANZE. ABBIAMO RAGGIUNTO LA PARITÀ NELLA RETORICA. CI STIAMO TRASFORMANDO IN UN VIOLENTO ESERCITO DELLA SALVEZZA CON LA BANDIERA DEL PROGRESSISMO. L’EPIGRAFE DEL NOSTRO TEMPO? I VERSI DI PASOLINI: 'SEI COSÌ IPOCRITA, CHE QUANDO L’IPOCRISIA TI AVRÀ UCCISO, SARAI ALL’INFERNO E TI CREDERAI IN PARADISO”


     
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    Barbara Alberti per Dagospia

     

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    Hanno censurato anche le favole. Era ora. Finalmente il mondo sarà sano.  Basta con l’arte degenerata. Basta con l’arte. L’arte è tutta de-generata ovvero esce dal genere, dalla banalità, dalla menzogna- è lo specchio della complessità della vita e la sua trasfigurazione, che la fa vera. Se no è il niente. E il niente è quello che ci serve per smettere con quell’attività sovversiva che è pensare e creare. Finalmente una censura degna del nome ha dichiarato guerra alla realtà. Una schiera di inquisitori, nelle case editrici, espunge e purifica tutto ciò che è scomodo nella vicenda umana , ciò per cui non abbiamo trovato rimedio.

     

     

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    Non ci sono più zoppi gobbi grassi buoni cattivi magri vecchi e giovani ignoranti e colti belli e brutti alti e piccoli ricchi e poveri, fine delle disuguaglianze: abbiamo raggiunto la parità nella retorica, nel nominalismo più sfacciato. Sparito tutto il male del mondo per decreto. Per intimidazione. Per follìa formale.

     

    Rimane la morte, che è imbarazzante parecchio, ma quella proprio non vuole saperne di non avere un nome, anche se la si evita, come la Vecchiaia sua sorella.  Mai c’era stata una controrivoluzione che chiedesse ai suoi fedeli  ipocrisia incrollabile, e un terrore tale della vita da non osare chiamarla per nome. Non riuscendo a fare dell’uomo qualcosa di decente, si rimedia cambiando i nomi alle cose. Splendore barocco dell’illusione. Fine per decreto di ogni disparità e ingiustizia. Siamo tutti salvi. Tutti complici. Tutti stupidi.

     

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    L’uomo è sempre stato un omicida-suicida, ma ora ha raggiunto la perfezione. La guerra e i danni all’ambiente  si incaricano dello sterminio fisico, la censura umanitaria dello sterminio del pensiero.  Lavorano concordi per l’uomo,  per liberarlo dalla realtà, e farne un quieto drogato del buonismo e della sicurezza. Mentre la guerra avanza e il terremoto le dà una mano, noi abbiamo trovato il modo per diventare veramente civili. Cambiare le parole! Coprire con l’ipocrisia più aggressiva ogni realtà umana. Ma non finisce qui, ora tocca alla storia. Carmelo Bene: lo studio della storia è istigazione alla strage. Vero. Dobbiamo ripulirla: certi avvenimenti nei libri di testo sono intollerabili per dei giovani, evitiamo di turbarli. Via tutte le guerre le crociate i genocidi in nome di dio via l’inquisizione il nazifascismo lo stalinismo i roghi  il cannibalismo della colonizzazione via i gulag via tutto. Un ragazzo legge questa roba e si sconvolge, siamo così civili che solo l’idea di quelle brutte cose ci fa svenire, ed ecco la gran trovata. Neghiamo la realtà,  così scompare.

     

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    L’epigrafe del nostro tempo, i versi di Pasolini

    Sei così ipocrita, che quando l’ipocrisia ti avrà ucciso, sarai all’inferno e ti crederai in paradiso.

     

    Un’altra religione monoteista. Ridare decoro all’uomo, cancellare dai libri di scienza che discendiamo dalla scimmia assassina.

     

    Ci stiamo trasformando in un violento esercito della salvezza con la bandiera del progressismo. O si recita un requiem al libero pensiero, o si combatte per salvarlo. A metà degli 90 conobbi Geneuviève Makaping, intellettuale del Camerun, spiritosa come un angelo, scrittrice geniale- il suo “Traiettorie di sguardi” (Rubbettino editore),  è libro di testo in 22 università americane- mi disse - Chiamatemi negra! Sì capisco che alla vostra cattiva coscienza suoni come un insulto, e questo sì che mi insulta: il mio colore è così imbarazzante da non poterlo nominare?  Non voglio esser chiamata extracomunitaria! Mi fa sentire estranea. Negra è una parola poetica, viene dal latino, non dalla lingua disgustosa della “tolleranza” , cioè della sopraffazione-  Geneuviéve aveva già capito l’imbroglio che stava nascendo, allora all’alba, ora allo Zenith. Non ci accadrà mai più niente di male.  L’era del mulino bianco ci aspetta.

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    “ Quanto agli artisti, se vedono blu i campi sono degli anormali, e il loro posto è il manicomio. Ma se fanno solo finta di vederli blu, allora sono dei delinquenti, e vanno messi in galera.

    Adolph Hitler”

     

     

     

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