- IRAN:CAPO AERONAUTICA, IMPAZIENTI DI ELIMINERE ISRAELE
aziz nasirzadeh aeronautica iraniana
(ANSA) - L'Iran è "impaziente di combattere il regime sionista", cioè Israele, ed "eliminarlo dalla Terra". Lo ha affermato oggi il comandante dell'aeronautica di Teheran, generale Aziz Nasirzadeh, dopo gli attacchi aerei di Israele in Siria diretti contro installazioni militari iraniane. Lo riferisce la televisione di Stato.
Le giovani generazioni iraniane si stanno addestrando per "il giorno promesso", ha aggiunto il generale, riferendosi evidentemente ad un presunto scontro aperto con Israele. "Assicuriamo il popolo iraniano - ha aggiunto Nasirzadeh - che siamo pronti a rispondere ad ogni minaccia e che i nemici non oseranno invadere il territorio dell'Iran".
- NETANYAHU, NON POSSIAMO IGNORARE MINACCE DELL'IRAN
medioriente
(ANSAmed) - "Non possiamo ignorare le esplicite dichiarazioni di Teheran sulla sua intenzione di distruggerci così come sostenuto dal comandante dell'aviazione iraniana". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu per il quale Israele non può soprassedere anche "agli atti di aggressione dell'Iran e ai suo tentativi di rafforzarsi militarmente in Siria". "Chi cerca di colpirci, noi lo colpiamo. Chi minaccia di distruggerci - ha concluso - subirà le conseguenze".
- MOGHERINI NON PARTECIPA A CONFERENZA VARSAVIA VOLUTA DA USA
rohani mogherini
(ANSA) - L'Alto rappresentante dell'Ue Federica Mogherini non parteciperà alla conferenza dei ministri degli Esteri sull'Iran, organizzata dagli Usa, a Varsavia, il 13-14 febbraio. "In quei giorni sarò al summit dell'Unione africana (Ua) ad Addis Abeba, pianificato già da tempo, e poi ho alcune visite nel Corno d'Africa", ha spiegato Mogherini rispondendo alle domande dei giornalisti. Le autorità iraniane già al momento dell'annuncio del Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, avevano definito l'iniziativa "un disperato circo anti-Iran".
- IRAN-ISRAELE, IN SIRIA I NODI ARRIVANO AL PETTINE
(di Lorenzo Trombetta) (ANSAmed) - E' sempre più calda la guerra tra Iran e Israele in Medio Oriente. E coinvolge direttamente e indirettamente diversi attori locali e stranieri, inclusi Russia e Stati Uniti. Solo un mese fa, gli Usa hanno annunciato di volersi ritirare dalla Siria, alterando forse gli equilibri e accelerando la dinamica del conflitto. Il botta e risposta delle ultime ore tra lo Stato ebraico e la Repubblica islamica è per alcuni aspetti senza precedenti, ed evidenzia come i nodi dello scontro tra i due giganti regionali stiano ora venendo al pettine.
attacchi israeliani in siria
Anche perché per la seconda volta in pochi giorni le truppe americane nel nord e nell'est della Siria sono state colpite da attentati suicidi. Nell'attacco odierno nell'est della Siria sono morti cinque miliziani curdi, mentre tra gli americani ci sarebbero solo due feriti. Nell'attentato dei giorni scorsi, ben 16 persone erano rimaste uccise, tra cui quattro americani. Per i raid di ieri, Israele ha ammesso subito e in maniera ufficiale la paternità dei bombardamenti contro presunti depositi di armi iraniani vicino Damasco. Diverse ore dopo missili sono stati sparati dal territorio siriano verso le Alture del Golan.
Secondo analisti, lo Stato ebraico ha esplicitamente avvisato l'Iran e il suo alleato russo, radicato nel conflitto a fianco del governo di Damasco, di esser pronta a colpire duro e ripetutamente ogni "trinceramento" dell'Iran nella Siria occidentale. L'Iran ha dal canto suo risposto tramite la Siria, ma non con una reazione immediata della contraerea per abbattere i missili nemici, bensì lanciando diverse ore dopo altri missili indirizzati a obiettivi israeliani.
trump netanyahu
Sebbene i media governativi siriani, iraniani e russi abbiano minimizzato l'impatto dei raid israeliani, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che da anni monitora le violenze nel paese e che si avvale di una fitta rete di fonti sul terreno, ha affermato che "il bombardamento israeliano è stato il più massiccio degli ultimi anni". Poche ore prima del raid israeliano, Damasco era stata scossa da un attentato dinamitardo contro una sede dei servizi di sicurezza, apparentemente senza vittime. Ma a Damasco non escludono che ci sia un collegamento tra l'attentato e i raid di Israele.
vladimir putin con hassan rohani
E nell'est del paese, le forze curdo-siriane sostenute dalla Coalizione anti-Isis a guida Usa sono oggi avanzate nell'ultima sacca di territorio ancora in mano a circa 500 irriducibili jihadisti. Questi rimangono asserragliati in un fazzoletto di terra continuamente esposto a raid aerei americani a est dell'Eufrate. Mentre nel nord, la Turchia continua a premere sugli Stati Uniti perché cedano loro il controllo militare dell'enclave di Manbij, tra Aleppo e l'Eufrate. Proprio lì dove pochi giorni fa era stato compiuto l'attacco contro la pattuglia Usa, ci sono la polizia militare russa a sostegno delle forze governative, truppe turche in appoggio ad ascari arabo-siriani e milizie curdo-siriane ora più vicine a Mosca che a Washington.
putin erdogan rouhani
Nel nord-ovest del paese infine, l'ala siriana di al Qaida ha preso il potere in quasi tutta la regione nord-occidentale di Idlib, dove la Turchia ha un'influenza diretta. Ma Ankara non sembra essere interessata a fermare l'avanzata dei qaidisti, anche se la loro predominanza ora rischia di esporre Idlib a una campagna "antiterrorismo" portata da Damasco e da Mosca.