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    “PER GLI STATI UNITI SARÀ UN NUOVO VIETNAM” - L’IRAN PREPARA UNA RITORSIONE PER L’UCCISIONE DEL GENERALE QASSAM SOLEIMANI - IL COMANDANTE DELLE FORZE AERONAUTICHE DEI PASDARAN MINACCIA: “CI VUOLE LO STERMINIO DEGLI AMERICANI PRESENTI NELLA REGIONE” - IL “NEW YORK TIMES”: “ALI KHAMENEI VUOLE UN ATTACCO DIRETTO E PROPORZIONATO CONTRO INTERESSI AMERICANI” - LA FIGLIA DI SOLEIMANI: “PREPARATEVI A UNA DURA VENDETTA”


     
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    LA FOLLA PER I FUNERALI DI QASSAM SOLEIMANI LA FOLLA PER I FUNERALI DI QASSAM SOLEIMANI

    1 - SOLEIMANI:NYT, KHAMENEI VUOLE VENDETTA CON TIMBRO IRAN - 'GUIDA SUPREMA PER ATTACCO DIRETTO E PROPORZIONATO AD ASSET USA'

     (ANSA) - Staccandosi dalla usuale tattica di nascondersi dietro le azioni degli alleati coltivati nella regione, la Guida suprema Ali Khamenei vuole che qualsiasi rappresaglia per l'uccisione del generale iraniano Qassam Soleimani da parte degli Usa sia un attacco diretto e proporzionato contro interessi americani, eseguito apertamente dalle forze iraniane. Lo scrive il New York Times citando tre fonti iraniane presenti ad un incontro del consiglio per la sicurezza nazionale dove Khameni ha dettato la linea.

     

    2 - LE LACRIME DEGLI AYATOLLAH PER IL MARTIRE SOLEIMANI "SARÀ UN NUOVO VIETNAM"

    Nina Atashkar per “la Repubblica”

     

    zeinap soleimani figlia del generale zeinap soleimani figlia del generale

    La piazza e le vie centrali di Teheran sono le stesse che appena due mesi fa furono il palcoscenico di scontri violenti tra dimostranti che protestavano contro l' aumento triplicato del prezzo della benzina e la polizia antisommossa. Proteste che sono finite con una repressione di centinaia di vittime. Dure sono state le reazioni delle forze di sicurezza ben addestrate negli ultimi dieci anni dall' Onda Verde del 2009, e dura è la vendetta che chiedono i seguaci dell' eroe nazionale, il generale Qassem Soleimani, il comandante iraniano protagonista della vittoria contro l' Isis in Iraq e in Siria e ucciso venerdì mattina dalle forze statunitensi.

     

    Quegli stessi militari che la figlia del "martire degli sciiti" Soleimani, Zeinab, ha invitato a «preparare le proprie famiglie a una vendetta dura». "Hashtag Vendetta Dura" sono, infatti, le parole chiave delle manifestazioni funebri di ieri. Ma ancora nessuno sa come arriverà.

     

    In piazza a Teheran c' è chi è convinto che persino il bombardamento di tutte le basi statunitensi nella regione non sarebbe sufficiente per pagare il prezzo del sangue dell'"Haj Qassem". Nemmeno l' uccisione dello stesso Trump e del suo ministro della difesa basterebbe.

    trump impiccato ai funerali di soleimani trump impiccato ai funerali di soleimani

     

    «Ci vuole piuttosto - spiega Amir Ali Hajizadeh, comandante delle forze aeronautiche dei Pasdaran - lo sterminio degli americani presenti nella regione». Se non lasceranno il Medio Oriente «sarà un altro Vietnam », tuona un alto funzionario del regime.

    L' ayatollah Ali Khamenei ha versato lacrime mentre recitava ad alta voce la preghiera funebre dinnanzi alle bare di Soleimani e dei suoi compagni, morti nel raid dei droni americani sulla strada dell' aeroporto di Bagdad.

     

    ayatollah in lacrime per soleimani ayatollah in lacrime per soleimani

    Ma ha preferito non dire nemmeno una parola di consolazione rivolta ai milioni di tehranesi che si erano presentati in piazza sin dalle prime ore della mattina per dimostrare la loro determinazione a entrare in campo qualora l' ordinasse la loro Guida Suprema. Ma quale ordine? Se il martirio del paladino della lotta contro l' Isis è servito a riconsolidare il popolo iraniano disperso dopo le sommosse recenti, l' obiettivo è raggiunto. Il messaggio è sbattuto in faccia ai nemici americani e israeliani che speravano di non sentire mai più lo slogan rituale di Marg bar Amrica - Marg bar Esraeil (Morte all' America e a Israele), che invece oggi è stato ripetuto centinaia di volte e più solenne di sempre.

    corteo funebre di qassem soleimani corteo funebre di qassem soleimani

     

    La voce più eloquente è stata quella di Zeinab Soleimani all' Università di Teheran. La giovane figlia del generale ha auspicato che il martirio del padre non lasci «nemmeno un' ombra di malinconia sul volto sacro del Rahbar, la Guida». Lei, i fratelli, i figli, «sono pronti a sacrificarsi come il padre purché il Rahbar non si senta solo».

     

    Parole dette da una giovane donna ai molti giovani presenti ad ascoltarla in piazza, un pubblico diverso dalle solite cerimonie rituali annunciate dal regime teocratico, come la preghiera del venerdì, affollate sopratutto dai veterani della vecchia guerra degli anni Ottanta, contro l' Iraq. Alla cerimonia funebre di Soleimani, invece, i giovani si sono fatti sentire e vedere alla grande. Hanno gridato, hanno preteso una reazione ben più efficace dei negoziati nucleari ormai falliti. «Siamo stati ingenui a fidarci della buona volontà degli statunitensi - dicono - che ora hanno rivelato la loro vera faccia spregiudicata».

    hassan rohani va a trovare le figlie di soleimani hassan rohani va a trovare le figlie di soleimani

     

    «Signor Trump, giocatore d' azzardo, come diceva mio padre - ha detto Zeinab Soleimani - la sua determinazione diabolica a separare i popoli di Iran e Iraq, non è stato che un errore strategico. Il martirio dei due grandi Mujahed, Abu Mahdi (Almuhandes) e Haj Qassem (Soleimani) ha integrato il loro sangue puro per render ancora più solida e forte l' unità dei nostri popoli». Nessun dubbio che il numero dei manifestanti sia arrivato al milione.

     

    bandiere israeliane e americane in fiamme ai funerali di soleimani bandiere israeliane e americane in fiamme ai funerali di soleimani

    A questo punto la domanda potrebbe essere quale sarebbe il vero numero di chi ha rivendicazioni civili o di carattere economico e che però non ha il permesso di scendere in piazza se non a rischio della vita. Oggi a Teheran la disperazione degli iraniani in lutto per aver perso il proprio eroe nazionale è una realtà. Ma è altrettanto vera la disperazione della stragrande maggioranza della società iraniana che rivendica un rimedio a inflazione e disoccupazione, che chiede libertà di espressione, ma che è repressa e accusata di complotto a fianco dei nemici stranieri. Il generale Soleimani è diventato ora il simbolo di una nuova era di lotta antiamericana che forse vedrà - in un prossimo futuro - una partecipazione sempre più ampia del popolo iraniano.

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