olivier roy gaza

“MACRON RICONOSCE LO STATO DI PALESTINA? SIAMO NEL CAMPO DELLE DICHIARAZIONI, MA NON SI FA NIENTE DI PIÙ” - L'ISLAMOLOGO FRANCESE OLIVIER ROY LA VEDE NERA: “I GOVERNI DI DESTRA, COME QUELLO ITALIANO, SONO CARATTERIZZATI DA UN TRUMPISMO PRO-ISRAELIANO, ANTI-SINISTRA, ANTI-WOKE E ISLAMOFOBO. C'È UN'ASSIMILAZIONE TRA PALESTINESI, HAMAS, JIHADISMO E TERRORISMO CHE IMPEDISCE UN APPROCCIO POLITICO AL CONFLITTO. I PAESI ARABI? NON VOGLIONO LA PALESTINA. L’OBIETTIVO DI ISRAELE? L'ESPULSIONE DEL POPOLO PALESTINESE E IL 7 OTTOBRE GLI DÀ IL PRETESTO DI FINALIZZARE QUESTO PROGETTO…”

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Estratto dell’articolo di Danilo Ceccarelli per “la Stampa”

 

OLIVIER ROY

Per Olivier Roy, il recente annuncio di Emmanuel Macron sul riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia è una mossa puramente «simbolica». «Non è un atto diplomatico che avrà effetti concreti», afferma l'islamologo francese, professore all'Istituto universitario europeo di Firenze, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sulla soluzione a due Stati che si apre oggi a New York. «Il presidente francese vuole obbligare tutti a prendere posizione», sottolinea lo specialista.

EMMANUEL MACRON BENJAMIN NETANYAHU

 

Professore, Macron non sembra però essere riuscito a convincere gli altri europei a seguire il suo esempio.

«Al momento è solo su questo dossier. Siamo in una dimensione puramente macroniana, dove si occupa lo spazio della parola visto che non si riesce a fare lo stesso in quello della politica. È la diplomazia del verbo».

 

Che ruolo può svolgere l'Arabia Saudita, che co-presiede con la Francia la conferenza di New York?

«L'Arabia Saudita non ne può più della questione palestinese, così come gli altri Stati arabi. Certo, Riad vorrebbe risolvere il problema umanitario ma sul piano politico di certo non si batterà per la soluzione a due Stati. Del resto, sono molti i Paesi della regione che non vogliono una simile eventualità».

 

BENJAMIN NETANYAHU CONTRO EMMANUEL MACRON

Perché?

«C'è diffidenza nei confronti della nascita di una Nazione che, secondo loro, potrebbe schierarsi troppo a sinistra o diventare uno Stato islamico. Per i Paesi arabi Benjamin Netanyahu gestisce molto male questa situazione perché non ha mantenuto l'illusione della possibilità di creare uno Stato palestinese, ma nessuno vuole scontrarsi con il suo governo. Più si è lontano dai palestinesi, più si sostengono i palestinesi: questa è la regola».

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

 

Giorgia Meloni ha dichiarato che il riconoscimento dello Stato palestinese potrebbe essere "controproducente".

«Non credo che il metodo di Macron possa essere definito in questo modo perché non vedo come potrebbe peggiorare una situazione già di per sé così grave.

Il problema, però, sta nel fatto che non accadrà nulla. Si resta nel campo della dichiarazioni senza fare niente di più. Bisognerebbe avere una diplomazia molto più attiva e impegnata. È questo il problema dell'Europa, che non riesce a trovare un accordo al suo interno capace di andare al di là delle questioni di principio».

STRISCIA DI GAZA - PALESTINESI AFFAMATI

 

C'è anche un elemento culturale nella posizione italiana?

«I governi di destra, come quello italiano, sono caratterizzati da un trumpismo pro-israeliano, anti-sinistra, anti-woke e islamofobo. C'è un'assimilazione permanente tra palestinesi, Hamas, jihadismo e terrorismo che impedisce ogni approccio realmente politico al conflitto israelo-palestinese. Ma le cose sono molto più complicate. Hamas, ad esempio, non ha mai compiuto attentati in Europa e non si è mai alleato con Al Qaeda o con l'Isis».

 

Quali lezioni bisogna trarre dal recente fallimento dei negoziati?

donald trump benjamin netanyahu

«Trump riconosce delle trattative con Hamas, che è considerato da tutta la politica israeliana come un movimento terroristico. [...] Hamas resiste e parla con gli americani presentandosi come un interlocutore politico».

 

Cosa potrebbe mettere fine al governo di Hamas a Gaza?

«L'opinione pubblica della popolazione. [...] bisognerebbe far emergere delle personalità riconosciute [...] Ma Israele non vuole, per questo affida il controllo della zona a delle mafie locali. Il suo maggior timore è che possa arrivare un movimento pacifico, come quello di Martin Luther King».

bambino di 18 mesi denutrito nella striscia di gaza

 

Qual è l'obiettivo di Israele?

«Il governo di Israele vuole l'espulsione del popolo palestinese e il 7 ottobre gli dà il pretesto di finalizzare questo progetto a Gaza e in Cisgiordania, dove si continua ad occupare. Per la destra israeliana è quindi un'occasione d'oro per regolare finalmente la questione nel suo insieme sbarazzandosi del popolo palestinese. Per questo non hanno nessuna intenzione di negoziare».

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