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    “L’ITALIA NON È PIÙ UNA SQUADRA” – SCONCERTI RANDELLA LA NAZIONALE DEL MANCIO MACELLATA DALL’ARGENTINA – "E’ STATA UNA LEZIONE DI CALCIO. IN QUESTI ANNI SIAMO STATI SPESSO ARGINATI O BATTUTI, MA MAI DOMINATI COSÌ. STAVOLTA SI È AVUTA NETTISSIMA LA SENSAZIONE DELLA LORO SUPERIORITÀ. SONO NAUFRAGATI TUTTI GLI ESPERIMENTI, MA ANCHE I VECCHI PILASTRI…"


     
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    Mario Sconcerti per corriere.it

     

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    È stata una vera lezione di calcio. Siamo stati spesso in questi anni arginati o battuti, ma non dominati. Stavolta si è avuta nettissima la sensazione della differenza. L’Argentina è stata sempre superiore, una squadra e una somma di individualità molto alta. Sono gente di calcio arginabili se li aggredisci, se corri fino a non averne più, ma non è una nostra possibilità attuale.

     

    I migliori italiani del campionato, gente osannata, indicata ai posteri, tutta saltata, quasi schernita. Tutti personaggi di una tragedia di cui si è perduto il motivo. Direi di non fermarsi qui, queste partite lente, quindi accademiche, sono quelle ideali per gli altri che conoscono il calcio meglio di noi. Ma non era credibile che la differenza fosse tanta.

    ITALIA ARGENTINA mancini ITALIA ARGENTINA mancini

     

     

    Messi ha giocato in modo straordinario, si è sottratto a qualunque marcatura, ha giocato testa a testa solo con Donnarumma. Ma è stato una parte del problema. De Paul e Lo Celso noi non li abbiamo. Non abbiamo Di Maria, Lautaro, Dybala, i difensori che non sprecano un pallone. Ed è una stranezza.

     

    Sono lustri che in una finale una squadra sudamericana non vince con una squadra europea. Ma in questo momento l’Italia non è più una squadra. Ha perso il bisogno di correre, lo spirito del gruppo. Siamo stati dentro la partita per un quarto d’ora, a metà gara. Poi più niente. Sono naufragati tutti gli esperimenti, ma anche i vecchi pilastri. Ci ha dato molto questa Italia, si è ripresa molto. Direi che ora possiamo ricominciare in pace. Dimenticando in fretta questa sera e cercando nel resto delle tasche qualcosa che ci restituisca una speranza di gioco. Va indubbiamente valutata a freddo questa sconfitta, ma è stata così chiara da fare impressione.

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    La Nazionale adesso non rappresenta più nemmeno il campionato. È un riassunto venuto male, d’altra parte gli italiani in serie A sono meno di uno su tre. Avevamo un gioco, avevamo un carattere, un’idea del presente. Ora siamo tutti peggiori di quel che sappiamo. Come se non interessasse a nessuno. Siamo in mano ai fondi americani, cioè a milioni di gente che giustamente cerca da noi un guadagno. Va già bene se qualche volta saremo in grado di darlo.

     

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