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    CI LAMENTIAMO DI PUTIN, MA ANCHE NOI STIAMO MESSI MALUCCIO CON LA LIBERTÀ DI STAMPA! L'ITALIA SCENDE AL 58ESIMO POSTO NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE DI REPORTER SANS FRONTIERÈ - MATTIA FELTRI: "CI SI SCORDA DI SOTTOLINEARE L'INFLUENZA FUNESTA SUL NOSTRO RENDIMENTO DELLO SPROPOSITO DI QUERELE DI CUI SIAMO DESTINATARI E DEL CARCERE PREVISTO PER CHI DIFFAMA" - "PIÙ CHE LA CLASSIFICA DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, SAREBBE INTERESSANTE STILARE LA CLASSIFICA DELLA LIBERTÀ DI CAZZONAGGINE. ALLORA SÌ, LA SCALEREMMO SINO ALLA VETTA..."


     
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    1. L'ITALIA AL 58ESIMO POSTO NELLA CLASSIFICA DELLA LIBERTÀ DI STAMPA

    Dal “Fatto quotidiano”

     

    i dati di rsf sulla liberta di stampa i dati di rsf sulla liberta di stampa

    L'Italia perde 17 posizioni nella classifica internazionale sulla libertà di stampa e scende dal 41° al 58° posto. Il rapporto pubblicato da Reporter Sans Frontierè ancora una volta inclemente verso lo stato dell'informazione italiana. Ai primi tre posti, infatti, figurano tre stati scandinavi: la Norvegia, la Danimarca e la Svezia.

     

     Alla Germania va il 16° posto mentre la Francia guadagna ben otto posizioni, al 26° rango. Male gli Stati Uniti che scendono alla posizione 42. Il Giappone si trova al 71° posto, l'Algeria al 134° e in fondo all'Index ci sono Iran, Eritrea e all'ultimo posto Corea del Nord. La Russia, osservata speciale dall'inizio dall'invasione dell'Ucraina lo scorso 24 febbraio, si attesta al 155° posto, in calo di cinque posizioni.

    i dati di rsf sulla liberta di stampa i dati di rsf sulla liberta di stampa

     

    2. SEMPRE PIÙ IN ALTO

    Mattia Feltri per “la Stampa”

     

    Anche quest' anno, come ogni anno, è arrivata la classifica di Reporter Sans Frontières sulla libertà di stampa, e come ogni anno, o quasi, l'Italia tracolla. Stavolta scende dal quarantunesimo al cinquantottesimo posto e, come ogni anno, anche quest' anno non possiamo negarci la soddisfazione di elencare paesi esotici messi meglio di noi: Belize, Samoa, Tonga Raggiungo la certezza che la posizione è meritata solamente quando leggo della classifica sui nostri giornali.

     

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    Di solito ci si scorda di sottolineare l'influenza funesta sul nostro rendimento dello sproposito di querele di cui siamo destinatari, da politici e magistrati, e dalla bestialità del carcere previsto per chi diffama, probabilmente già abolito anche in Belize, Samoa e Tonga. C'è stato un tempo nel quale Beppe Grillo (e non solo lui, a dirla tutta) ci sventolava la classifica sotto al naso per mostrarci quanto eravamo servi e cadaveri eccetera, finché non gli si fece notare che quell'anno eravamo retrocessi proprio per lui, le sue insolenze e le sue liste dei cattivi.

     

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    E però se un giornalista si sente meno libero perché Grillo gli dà del cadavere, c'è qualcosa che non va nel giornalista, e forse pure nella classifica. Quest' anno, infatti, saremmo imbavagliati, pare, dalle minacce sui social, cioè roba per cui uno scrive crepa, e il giornalista risponde che non si lascerà intimidire perché ha la schiena dritta. Talvolta, più che la classifica della libertà di stampa, sarebbe interessante stilare la classifica della libertà di cazzonaggine (chiedo scusa per il termine, ma non ne trovo uno più adeguato). Allora sì, la scaleremmo sino alla vetta.

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