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    L’ITALIA STA ESPLODENDO! DOPO NAPOLI, MILANO, TORINO, ROMA, IERI A PALERMO UNA MANIFESTAZIONE PACIFICA DEGLI ESERCENTI SI È TRASFORMATA IN GUERRIGLIA. BOMBE CARTE, FERITI ALCUNI CARABINIERI, AGENTI DI POLIZIA, UN OPERATORE VIDEO È RIMASTO STORDITO. DUE FERMATI. LA PROTESTA DEI RISTORATORI IN PIAZZA. DA TRIESTE A NAPOLI, 10 MILA AI SIT-IN – MA IL GOVERNO NON INTENDE FARE MARCIA INDIETRO: "NESSUNA ECCEZIONE". VIDEO


     
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    Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

     

    palermo scontri palermo scontri

    Bombe carta, lancio di bottiglie, petardi e fumogeni contro le forze dell' ordine. Poi scontri in cui sono stati feriti alcuni carabinieri, agenti di polizia, e un operatore di un service televisivo è rimasto stordito. Devastate panchine, incendiati cestini, danneggiate fioriere. Due fermati.

     

    È successo ancora. Come a Napoli, Milano, Torino, Roma, ieri a Palermo una manifestazione pacifica degli esercenti si è trasformata in guerriglia. Con cariche della polizia per disperdere attivisti dei centri sociali che si erano infiltrati nel corteo come alcune frange di estrema destra e militanti di Forza Nuova. Prove tecniche di sommossa degli estremisti e dei violenti che rimbalzano sui social e organizzano blitz in piazza. Il prossimo appello che preoccupa è quello che convoca una manifestazione non autorizzata venerdì a Firenze in Piazza della Signoria.

     

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    Anche tra gli esercenti la rabbia è tanta, ma ieri le manifestazioni in questo caso sono state pacifiche. In tutta Italia i ristoratori hanno aderito all' appello di Fipe-Confcommercio. Oltre 10 mila persone che si sono riunite in 24 piazze con identica modalità. Tovaglie candide, umore nero come il selciato dove hanno apparecchiato con calici di cristallo e sottopiatti argentati per rendere plastico lo slogan: «Siamo a terra».

     

    Una scena che si è ripetuta a Roma, davanti al Pantheon, a Genova, Firenze, Genova, fino a Trieste. Oltre 1.000 coperti rovesciati a ricordare alla politica lo stato di emergenza nel quale versa il settore della ristorazione con 300 mila posti di lavoro a rischio, 50 mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020 e 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto dell' ultimo decreto.

     

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    Chiedono di posticipare le chiusure, ma il governo non intende derogare. Lo ha detto chiaramente ieri, Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie: «Ho trasmesso la richiesta di impugnativa per i provvedimenti adottati della Provincia autonoma di Trento. Il medesimo provvedimento sarà attivato per tutte le Regioni e le Province autonome che decideranno di aggirare le disposizioni del Dpcm», prolungando l' orario di apertura di bar e ristoranti. Nessuna eccezione.

     

    «È in corso - ha spiegato Boccia - la valutazione sull' ordinanza della Provincia autonoma di Bolzano. Duole constatare, per alcune dichiarazioni pubbliche, la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio. Non fa eccezione la Regione autonoma siciliana che ha anticipato, attraverso il presidente Nello Musumeci, l' ipotesi di un ddl che, se dovesse essere approvato, sarà immediatamente impugnato dal governo».

     

    C' è tanta delusione e sfiducia anche contro chi cerca di cavalcare la protesta. Ieri a Roma è stato contestato anche il leader leghista Matteo Salvini.

    A Pesaro pianisti, gestori di palestre, piscine, scuole di ballo, hanno fatto a pezzi un cartello con su scritto «tasse».

    Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, mette in guardia: «Attenti a non fare il gioco delle mafie e della criminalità organizzata che vuole far apparire ai cittadini ed imprenditori preoccupati e disperati che non è lo Stato a tutelarli ma loro». E auspica che «arrivino subito le somme stanziate dal governo, ciò servirà non solo a dare ossigeno alle aziende ma anche a tenere lontani gli avvoltoi».

    ristoratori tovaglie a terra ristoratori tovaglie a terra

     

    Intanto da Bari parte una proposta di tipo diverso. A sorpresa, i ristoratori chiedono la chiusura totale: «In modo tale che si possa sopravvivere in questo momento e cercare di giocarci una chance per Natale».

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