Mario Tenerani per “il Messaggero”
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Il campo. Dopo 291 giorni Roberto Mancini potrà finalmente tornare a testare l'Italia. Lo farà in una gara vera. Contro la Bosnia. Prima sfida del gruppo A1 di Nations League. Al di là del valore della partita, la Nations è un obiettivo dichiarato, c'è tanto in ballo nella sfida di questa sera al Franchi (inizio ore 20,45 diretta su RaiUno).
In primis capire come questa lunga sosta abbia influito sulla testa dei calciatori. Si riparte dal 9-1 contro l'Armenia nelle qualificazioni all'Europeo. Era l'undicesima decima di fila per il Mancio. Record storico. Fondamentale riattaccare subito la spina e ritrovare la coesione del gruppo. L'Italia di fatto inaugura la nuova stagione calcistica. Il Covid la fa ancora da padrone. Rigide le norme da rispettare. Chiaramente si giocherà a porte chiuse.
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LE SCELTE Si ripartirà con la Scarpa d'oro in panchina, gioca Belotti. Meno male che i due sono amici: «In queste due gare - ha detto Mancini - giocheranno quasi tutti anche perché molti hanno pochissima preparazione nelle gambe. E comunque in questa annata ci sarà molta alternanza perché i calciatori saranno sempre in campo e ci sarà un grande dispendio di energie.
Il gruppo più o meno è composto, ma attenzione perché le porte sono aperte a tutti, saremo attenti alle indicazioni che arriveranno. Intanto spero che Caputo possa restare con noi. Belotti e Immobile sono amici, è vero, ma lo sono anche gli altri giocatori. La Bosnia è una buona squadra e non sarà la partita di Zenica. Vogliamo crescere».
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SGUARDO AL FUTURO Il presente per il futuro. Perché è chiaro che il Ct voglia rimettere subito la truppa sul binario giusto che porta all'Europeo della prossima estate. Nel 2020 l'Italia ci arrivava come una delle favorite. Bisognerà mantenersi sugli stessi livelli. E poi c'è il ranking. Bisogna restare nelle prime dieci posizioni per evitare sorprese al prossimo mondiale del 2022 in Qatar.
Verosimilmente il traguardo di Mancini: Abbiamo recuperato 12 posizioni e dobbiamo restare nelle prime dieci». La battuta di Florenzi: «Dzeko sarà solo un avversario, in 90 minuti se ci sarà da dargli una scarpata lo farò e lui farà lo stesso con me. Nemici durante la partita e poi torneremo amici. Della sua situazione attuale con la Roma non so nulla».
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Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
Nella striscia d'oro, lunga undici vittorie, la Bosnia l'abbiamo piegata due volte: soffrendo a Torino quindici mesi fa e dilagando a Zenica lo scorso 15 novembre. Stasera, quasi dieci mesi dopo l'ultima apparizione, l'Italia vuole riannodare il filo del discorso, ma tutto è diverso, più complicato e aleatorio.
Dentro il Franchi ci saranno solo 500 anime, in gran parte addetti ai lavori e le porte chiuse condizioneranno una partita già condizionata da altri fattori, soprattutto l'inevitabile precaria condizione fisica delle squadre. La Bosnia, senza Pjanic alle prese con il virus ma con Dzeko nel cuore dell'attacco, penserà soprattutto allo spareggio di ottobre per andare all'Europeo, ma dovrebbe stare meglio di noi avendo cominciato il campionato da sei giornate.
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Gli azzurri sono un punto interrogativo e non è una sorpresa. Mancini, in questi giorni, ha diviso il gruppo in tre parti perché tante sono le differenze tra chi ha lavorato sul fondo in ritiro e chi, come gli interisti o Caldara, è arrivato a Coverciano direttamente dalle vacanze. «Giocherà chi sta meglio e ragioneremo sulle due partite. Quasi tutti ne faranno una sola» l'idea del c.t. che tiene conto della trasferta in Olanda fra soli tre giorni. Sono momenti complicati. Mancini, che a Firenze ha cominciato la sua carriera di allenatore quasi vent' anni fa senza un minimo di esperienza, di strada ne ha fatta e di battaglie ne ha vinte.
Ma questa strana ripartenza è difficile da gestire anche per lui. Stando alle prove di questi giorni giocheranno i migliori: Chiellini in difesa con Bonucci e Jorginho nel cuore del centrocampo, mentre l'eterno ballottaggio tra centravanti stavolta dovrebbe premiare Belotti: «È possibile che giochi», la mezza ammissione dell'allenatore, che dovrebbe inserire il granata tra Chiesa e Insigne.
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Il tecnico azzurro vuole una partenza sprint dopo i mesi di buio. «Ricominciamo con una carica persino maggiore, ripartendo dall'entusiasmo che eravamo riusciti a creare nel gruppo». Siamo più forti dei bosniaci e lo abbiamo dimostrato, ma in questo calcio sottosopra anche i valori vengono stravolti. Mancini confida di continuare la serie d'oro e cominciare con il piede giusto la seconda edizione della Nations League per rafforzare il ranking(siamo tredicesimi e ottavi in Europa) in vista delle qualificazioni al Mondiale del Qatar. «Dobbiamo vincere per rimanere tra le prime dieci e non correre rischi».
ANDREA BELOTTI E CIRO IMMOBILE
Le otto partite che chiuderanno il 2020 azzurro determineranno la nostra posizione nel sorteggio di Zurigo il prossimo dicembre. Resta il cruccio, forte, dello stadio desolatamente vuoto: «Proverò un po' di tristezza, giocare senza la gente proprio non mi piace», sospira Mancio.
Mentre Florenzi chiama in causa l'orgoglio azzurro: «Non sarà bello cantare l'Inno come le altre volte perché non potremo trascinare con noi lo stadio. Però sono felice di rappresentare un Paese che ha passato quello che ha passato ma è riuscito a rialzarsi». Mancini si consolerà con la crescita dei giovani.
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Zaniolo avrebbe saltato l'Europeo e invece stasera dovrebbe partire nell'undici titolare, incursore insieme a Barella: «Quando mi chiedono in cosa può migliorare l'Italia penso a Nicolò, Kean e agli altri ragazzi che sono qui: Locatelli, Bastoni e Luca Pellegrini. C'è già un gruppo formato, ma nessuno deve sentirsi escluso». Perché la nuova stagione, che comincia stasera, sarà lunga e piena di tante cose, anche di dubbi e paure. Si parte dal Franchi che, sino a quando gli stadi resteranno chiusi, potrebbe diventare la casa della Nazionale. A Firenze l'Italia non ha mai perso e viene da sei vittorie di fila: speriamo sia di buon auspicio.
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