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    “L'ODIO NON SERVE A NIENTE” – IL VIAGGIO NEL DOLORE DI LILIANA SEGRE, SOPRAVVISSUTA AD AUSCHWITZ, A “BINARIO 21”, IL PROGRAMMA SU RAI1 CHE HA CONQUISTATO LA PRIMA SERATA: “HO IMPARATO COL TEMPO E CON TANTO DOLORE A NON ODIARE. L’ODIO GENERA SOLO VIOLENZA. IL PERDONO? INVIDIO CHI CI RIESCE, NON NE SONO MAI STATA CAPACE. HO ANCORA PIETÀ PER QUELLA BAMBINA DI 13 ANNI…”


     
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    Estratto dell'articolo di Monica Serra per “la Stampa”

     

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    «Quando sei una ragazzina, e non hai più nulla, a qualcosa ti devi attaccare. Così la prima notte ad Auschwitz notai una stellina nel cielo e mi attaccai a quella stella. La guardavo tutte le sere: dicevo finché tu brilli sarò viva anch'io. Non mi ha abbandonata mai». Come sempre la senatrice a vita Liliana Segre sceglie con cura le parole. Al Memoriale della Shoah, il Binario 21, sotto la stazione Centrale di Milano, in diretta su Rai Uno, accompagnata da Fabio Fazio, ieri sera ha ripercorso la tragica storia sua e di tutte le donne e gli uomini ebrei «con la sola colpa di essere nati» partiti da Milano per i campi concentramento.

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    Un viaggio nel dolore, nella sofferenza della vita normale e agiata di una ragazzina di 13 anni «molto viziata, molto amata» che non capiva cosa le stesse capitando. […]

    Poi le leggi razziali, tutte le discriminazioni, il tentativo di scappare col padre, di mettersi in salvo in Svizzera […]

     

    Con l'aiuto di Fazio, Segre ha ripercorso quel giorno terribile, il 30 gennaio del 1944, quando con altre 604 persone è stata caricata su un treno merci diretto ad Auschwitz.

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    «Ho ancora pietà per quella bambina di 13 anni. Le urla, i pianti, i rumori dei treni in quel giorno si confondeva tra i calci e gli spintoni che ci davano». La senatrice ricorda che su ogni vagone c'era scritto: «Al massimo 8 bestie, noi eravamo in quaranta, cinquanta, sessanta, costretti a rimanere in piedi, in un angolo, per i sette giorni e le sette notti del viaggio. Con questo orrendo secchio per i nostri bisogni, trattati come animali che stavano andando al macello».

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    E mentre ieri, in uno di quei vagoni in cui non è più voluta entrare, ha accompagnato Fazio a posare una pietra, la senatrice ha spiegato che non è mai riuscita a perdonare: «Invidio chi ci riesce, non ne sono mai stata capace. Ma «quando sono tornata, e la mia vita è cambiata, e ho incontrato l'amore, sono diventata madre, ho imparato col tempo e con tanto dolore a non odiare. Perché l'odio non serve a niente, genera solo violenza».

     

    […]

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