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    FINE COVID MAI – “DOPO TRE ANNI DI PANDEMIA NON POSSIAMO PERMETTERCI ULTERIORI PRESSIONI SUI NOSTRI SISTEMI SANITARI” - L'OMS METTE IN ALLERTA L'EUROPA PER “KRAKEN”, LA VARIANTE DEL COVID CHE IN AMERICA CAUSA IL 40% DELLE NUOVE INFEZIONI - IN EUROPA RAPPRESENTA SOLO IL 2,5% DEI CONTAGI, MA LA MUTAZIONE DEL VIRUS POTREBBE CAUSARE UNA NUOVA ONDATA DI CASI NEL VECCHIO CONTINENTE 


     
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    Laura Cuppini per www.corriere.it

     

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    Nei Paesi europei è inferiore al 2,5%, ma negli Stati Uniti sta galoppando. La nuova variante ricombinante Kraken (XBB.1.5), sottolignaggio di XBB con una mutazione aggiuntiva nella spike (S486P), è stata individuata per la prima volta negli Usa il 22 ottobre e da allora ha avuto una rapida diffusione: oggi rappresenta il 40% delle nuove infezioni.

     

    In Europa, secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), «esiste il rischio che questa variante possa avere un effetto crescente sul numero di casi di Covid, ma non entro il prossimo mese, poiché la variante è attualmente presente solo a livelli molto bassi».

     

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    L’Organizzione mondiale della sanità ha però voluto allertare i Paesi dei potenziali rischi. «Dati recenti di alcuni di Paesi stanno iniziando a indicare la crescente presenza della variante XBB.1.5, che si sta già diffondendo rapidamente in Usa. I casi nella nostra regione vengono rilevati in numero piccolo ma crescente e stiamo lavorando per valutarne il potenziale impatto» ha affermato Hans Henri Kluge, direttore per l’Europa dell’Oms.

     

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    Kluge ha invitato tutti i Paesi ad aumentare la sorveglianza genomica sul virus. Nell’ultimo anno, ha affermato, «molti Paesi hanno notevolmente ridotto la loro capacità di sorveglianza per Covid-19». Nelle prime cinque settimane del 2022 le informazioni sulle varianti in circolazione si basavano su 1,2 milioni di casi, mentre nelle ultime settimane dell’anno le segnalazioni sono scese a circa 90mila.

     

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    «Lodiamo i Paesi europei che hanno mantenuto una forte sorveglianza genomica, tra cui Danimarca, Francia, Germania e Regno Unito — ha detto Kluge —. Dopo tre anni di pandemia non possiamo permetterci ulteriori pressioni sui nostri sistemi sanitari. Una tale minaccia potrebbe provenire da una nuova variante, ovunque e in qualsiasi momento, anche qui in Europa e in Asia centrale. Sulla base delle lezioni apprese, dobbiamo essere in grado di anticipare, rilevare e rispondere in tempo. Questo vale non solo per Sars-CoV-2, ma per qualsiasi minaccia emergente per la salute».

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    Dunque Kraken potrebbe causare una nuova ondata di casi in Europa ma in realtà della nuova variante sappiamo poco, a parte il fatto che ha una elevata capacità di diffusione. Ad oggi la maggior parte delle segnalazioni proviene dagli Stati Uniti (4.111 sequenze) e dal Regno Unito (202 sequenze), ma la sottovariante è stata rilevata anche in diversi altri Paesi, anche europei: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia. Ma, sottolinea l’Ecdc, «la proporzione nella Ue è inferiore al 2,5% nelle ultime due settimane del 2022 per tutti i Paesi in cui è possibile fare una stima».

     

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    Secondo i dati finora raccolti, XBB.1.5 sembra avere un grande vantaggio di crescita rispetto ai lignaggi circolanti in precedenza in Nord America (109%) ed Europa (113%). Ma non è ancora chiaro se la variante diventerà dominante. «La rapida crescita negli Usa non significa necessariamente che la variante diventerà dominante da noi, poiché durante la pandemia sono state osservate più volte importanti differenze nella circolazione delle varianti tra il Nord America e l’Europa - spiegano gi esperti dell’Ecdc —. Al momento non sono disponibili informazioni sufficienti per valutare qualsiasi cambiamento nella gravità dell’infezione associata alla variante».

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    Sembra però che Kraken sia in grado di legarsi con maggiore successo ad ACE2, il recettore presente sulla superficie delle cellule di diversi organi, attraverso cui il virus penetra nell’organismo.

     

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