PIETRO LABRIOLA
1 - TIM: KKR INVIA A CDA LA SUA RISPOSTA, SERVE DUE DILIGENCE
(ANSA) - Kkr ha inviato al cda di Tim la sua risposta. Lo si apprende da fonti finanziarie. Nella lettera il fondo conferma il suo interesse ad acquisire il 100% di Tim e ribadisce la necessità di condurre una due diligence di fronte al cambiamento delle condizioni di mercato.
2 - TIM: RISPOSTA KKR RAFFREDDA BORSA, SI GUARDA A CVC
(ANSA) - La risposta di Kkr a Tim "raffredda le ipotesi speculative" in Borsa. E' la sintesi degli analisti di Equita anche se il verosimile tramonto dell'opa era già stato in parte stato scontato dal mercato nelle ultime sedute sull'idea che con le mutate condizioni il fondo non avrebbe rimesso sul piatto gli 0,505 euro proposti a novembre.
henry kravis
Nella seduta odierna, alla luce della risposta di Kkr, tornato a chiedere una due diligence che Cda il Tim non pare intenzonato a concedere, e senza fornire inoltre alcuna indicazione preliminare di prezzo, il titolo Tim ha fatto un scivolone iniziale con una calo superiore al 3% per poi annullare le perdite e riportarsi sulla parità sempre in area 0,31 euro.
L'attenzione, in attesa di un aggiornamento su Kkr nel Cda dopo l'assemblea di giovedi 7 aprile, è piuttosto rivolta a Cvc che valuterebbe i servizi business di EnterpriseCo (grandi clienti, cloud, cybersecurity e IoT) 6 miliardi, secondo la stampa: "Ci sembra una valutazione, per quanto preliminare, piuttosto compressa visto il profilo dell`asset (in moderata crescita, con margine intorno al 30% e opportunità legate al PNRR)", osserva Equita. Il termine per una risposta a Cvc sarebbe stato spostato all'11 aprile.
PIETRO LABRIOLA
3 - TIM: KKR DISPONIBILE PER ALTRE OPERAZIONI
(ANSA) - Se Tim non concederà a Kkr la possibilità di effettuare una due diligence l'opa non ci sarà, ma il fondo, con quello che possiamo definire savoir fair anglosassone, non se ne andrà sbattendo la porta e, nel caso, valuterà anche un investimento nella Rete Unica. "Rimaniamo a vostra disposizione per completare la dovuta due diligence sulla transazione proposta o esplorare qualsiasi altra operazioni nell'interesse della società, dei suoi azionisti e dell'Italia" è la chiosa della lettera inviata ieri al cda a chiusura dei mercati americani, nella notte per noi.
kkr
4 - TIM KKR L'ORA DELLO STRAPPO
Francesco Spini per “la Stampa”
Senza due diligence, senza cioè un esame dei conti, non ci sarà nessuna Opa. Che, a questo punto, finisce sul binario morto.
È partita ieri, in tarda serata, la lettera con cui Kkr porrebbe la questione finale e risolutiva alla manifestazione di interesse che il fondo americano aveva inoltrato a Tim lo scorso 19 novembre, poi finita nel limbo dell'indeterminatezza. Il più ricco assegno della storia delle telecomunicazioni in Europa - 11 miliardi che diventano 33 includendo il debito - rischia di restare attaccato al suo blocchetto. Kkr nella mail spiegherebbe che in questi quattro mesi e mezzo le condizioni di mercato e della società sono cambiate.
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Dalla prima missiva c'è stato un allarme profitti, il terzo nel giro di pochi mesi. Il piano elaborato dal nuovo ad Pietro Labriola ha stabilito obiettivi non in linea con la media delle proiezioni degli analisti.
Da ultimo le tre principali agenzie di rating hanno declassato di un gradino il debito dell'ex monopolista del telefono, che da tempo aveva già perso il grado di investimento. Nella lettera si sosterrebbe che Tim interessa ancora a Kkr, ma senza una due diligence il fondo non è in grado di confermare alcunché.
pietro labriola
Tantomeno il prezzo che nella mail, ancora una volta, non sarebbe indicato. Neppure i 50,5 centesimi indicativamente fissati a novembre.
A questo punto le chance di vedere in pista l'Opa sono quasi nulle e il mercato ne ha già preso atto: anche ieri il titolo ha perso l'1,9% a 31,58 centesimi. In Tim, dopo la pubblicazione di un bilancio di grandi pulizie, nessuno sembra disposto a concedere una due diligence, anche paventando i rischi se ad essa dovesse seguire un diniego di Kkr. Al limite si considererebbe un esame puramente confirmatorio, ma a valle di un preciso impegno. Che nella lettera non ci sarebbe.
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A riprova del fatto che l'Opa è lontana c'è anche l'accordo di riservatezza di sabato tra Tim e Cdp sulla volontà di studiare insieme un percorso per stringere sulla rete unica con Open Fiber, controllata al 60% dalla Cassa. Non solo.
Tra domani e giovedì - giorno di assemblea - Tim dovrebbe firmare con Open Fiber un'intesa commerciale che permetterà a quest' ultima, dietro un canone, di utilizzare pezzi dell'infrastruttura di Telecom come pali e cavidotti per velocizzare il dispiegamento della fibra. Dapprima nelle sole aree bianche, per poi estendersi oltre. L'accordo dovrà passare per un cda di Open Fiber, in Tim da un comitato parti correlate e forse dal consiglio che, giovedì, seguirà l'assemblea.
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L'accelerazione sulla rete unica mal si concilia con il piano di Kkr, teso - prima di aprire un dialogo con Cdp e Open Fiber - a togliere Tim dalla Borsa e a separare le diverse componenti. Ci vorrebbe più tempo.
Per questo appare in vantaggio l'offerta di Cvc che, valutandola 6 miliardi (più o meno quanto l'intera capitalizzazione di Tim) punta solo a una minoranza di TopCo, la società in cui confluiranno i servizi per grandi imprese e Pubblica amministrazione, con Olivetti, Telsy, Noovle e Trust Technologies.
LOGO KKR
Parte con l'obiettivo del 49% ma sarebbe disposta o a scendere per lasciare spazio alla Cdp in veste di garante. Di questo, della relativa due diligence (più circoscritta), e di Kkr (per un'informativa), parlerà il cda di giovedì, visto che il termine per una prima risposta a Cvc - originariamente richiesto per ieri - è stato spostato all'11 aprile. Nel frattempo lo sguardo è fissato sulle eventuali mosse di altri fondi - come Apax e Apollo - che da mesi studiano i dossier della futura Tim.