Barbara Costa per Dagospia
layne staley 1990
Esistono eroinomani felici? Qualcuno di voi ne conosce uno? Se sì, me lo presenti. Ecco il braccio.
Sicuro, voglio proprio provare, sentire, sapere com’è, come si sta, se è vero, che la prima botta è magnifica, e che a riprovarla uguale è impossibile. Buco dopo buco.
È una immagine che fa ribrezzo, vero? Sai che c’è, siamo assuefatti, indeboliti, da una narrazione social – e pure tanto mediatica – che fa asettica ogni cosa, ogni storia, e ne falsifica ogni lordura, realtà, dolore. E pensare che c’è stato un tempo in cui il dolore come sul serio è, bastardo, intollerabile, scalava le classifiche mondiali.
layne staley alice in chains
Già. C’è stato un tempo… Attenzione: se sei fan dei talentsfornacantantisocialcorrettiepiagnoni, torna a loro, e lascia stare. Qui si parla di star male. Senza tregua. Né vie di uscita. Ciò che in era social è improponibile. Un tempo, invece, il vuoto, il baratro, e il male… erano rock. Metal. Erano grunge.
alice in chains dirt
Se stai ancora qui ti parlo di Layne Staley, morto il 5 aprile di 20 anni fa. Nessuno parla più di lui. Non l’hanno dimenticato. Non tutti, almeno.
È che è tanto difficile parlare di Layne. Perché bisogna dire di un gruppo, gli Alice In Chains, che con tre album ha fatto un gran pezzo di storia, ha venduto a straf*ttere, è salito in cima al mondo, e ne è sceso mandando tutti affanc*lo.
alice in chains lp autografo
Bisogna parlare di Layne e di Jerry, due fratelli scelti, Jerry ragazzo solo, per strada, e Layne che gli dà un tetto e cibo e vestiti. Di Jerry e Layne che diventano delle star quando per diventare tali dovevi farti una roba che ora non usa più: la gavetta, quella vera, quella dura.
Non la consiglio. Ma se la fai e poi ce la fai e diventi star internazionale e da concerti sold-out… puoi tutto, hai tutto, hai successo, soldi, follie, sesso, con donne bellissime, che ti adorano, innumerevoli offerte di f*ga gratis… da ogni angolo giri e guardi.
in catene i giorni di layne staley e gli alice in chains
E hai le droghe. Tante droghe. Hai l’eroina. È per lei che Layne molla tutto. All’apice, dopo il terzo disco, stravenduto, stralodato, Layne dice no, scende dal carro, niente tour, interviste, niente. Solo ero. E qui, come scrivo sbaglio, ché solo Layne sa della sua autodistruzione. Ogni suo brano squarcia il male, ma non si pone a modello né a intento. È senza giudizio: “Abbiamo preso stati d’animo molto dolorosi e li abbiamo fatti sembrare splendidi”. E non c’è frase migliore per descrivere il suono Alice In Chains.
Dopo non so quanti rehab, ricadute, rialzate, sconfitte, Layne si chiude in casa. Non c’è un reale motivo per cui lascia gli Alice. Non litigano. È che Layne… non c’è. Scompare dal mondo. Non c’è niente che lo interessi che non sia farsi. Layne non apre più la porta a nessuno. Non vuole che ci si intrometta nella storia tra lui e la sua eroina. Fatti suoi e di nessun altro.
alice in chains
Sui e dai media Jerry lo difende, e dice che gli Alice In Chains sono in pausa. È la verità, ma non dice che con Layne nessuno sa che fare. Layne vive come recluso al quinto piano di un palazzo con Sadie, la sua gatta siamese, e passa ogni giorno da solo a farsi, di eroina e di crack, dormendo o a giocare ai videogames. Jerry e gli altri Alice In Chains vanno avanti, ma non lo abbandonano.
layne staley 1998
È Layne che non risponde alle loro bussate né alle loro telefonate né alle loro citofonate né ai loro clacson urlati sotto le finestre. Quella porta non la apre. Krist Novoselic dei Nirvana a volte gli porta il suo cibo preferito, suona, e se ne va. E Layne di rado esce, e perché gli serve il bancomat e per comprare il necessario a Sadie. Stop. Trascorrono anni, e al suo 30esimo compleanno Layne è quasi decrepito. Uno zombie. La pelle grigia. I denti non ci sono più.
jerry cantrell con sadie
Le mani coperte da guanti sempre, perché Layne ormai si buca lì. Arriva il 4 aprile 2002. Mike, il bassista degli Alice, riesce a farsi aprire da Layne. Lo trova febbricitante e vaneggiante. Mike sta per chiamare il 911 ma Layne grida, Mike non sa come calmarlo, è spaventato, bisticciano. Mike se ne va. Il giorno dopo, Layne si alza, accende la tv, come ogni giorno dà da mangiare a Sadie, come ogni giorno si prepara dosi e siringhe.
Come ogni giorno. Passano due settimane. Il suo contabile si accorge che Layne non preleva più soldi. Si insospettisce. Avverte la manager di Layne, che avverte la madre di Layne, che avverte la polizia. Arrivano e chiamano e sfondano quella porta chiusa e trovano la tv accesa, la gatta Sadie sfiatata a fame, e Layne morto sul divano, ago in vena. La sua segreteria telefonica colma di messaggi vocali, la sua cassetta della posta che scoppia di messaggi vergati.
layne staley mtv unplugged
Non c’è una spiegazione alla storia di Layne. Io non lo condanno. Ho in odio ogni forma di morale. Come ce l’ha Giuseppe Ciotta nel suo "In catene. I giorni di Layne Staley e gli Alice In Chains" (Officina di Hank Edizioni), fiammante libro che a Seattle, patria del grunge e di Layne, fanno bene a invidiarci. E ci sono i dischi di Layne. La sua voce che è la voce di Layne. Jerry ha scritto e suonato su e per Layne "Degradation Trip" (con quella copertina lì) e si è dato un po’ pace in "Brighten", uscito qualche mese fa (e Jerry sarà al "Firenze Rocks", il 19 giugno, headliner Metallica). Jerry ha adottato la gatta Sadie che ha vissuto con lui fino a fine 2010, quando se n’è andata alla gatto-veneranda età di 18 anni.
JERRY CANTRELL DEGLI ALICE IN CHAINS TESTIMONIAL ROCKSMITH layne staley (4) alice in chains alice in chains facelift layne staley 4 the essential alice in chains layne staley 10 alice in chains (2) layne staley 7 layne staley 2 layne staley 3 spin layne staley alice in chains marzo 1993 layne staley (3) layne staley 1 alice n chains jar of flies autografo cd layne staley alice in chains facelift alice in chains 1 layne stanley vancouver 1993 jerry cantrell degradation trip