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    L'ORA DARIA - È MORTA A 70 ANNI DARIA NICOLODI, EX MOGLIE DI DARIO ARGENTO E MADRE DI ASIA - SI ERANO CONOSCIUTI NEL 1974 , QUANDO LEI ERA GIÀ AFFERMATA PER AVER LAVORATO CON ELIO PETRI, DURANTE IL CASTING PER IL FILM ''PROFONDO ROSSO''. POI COLLABORÒ A TUTTI I SUOI FILM, MA PROSEGUÌ ANCHE LA SUA CARRIERA IN TEATRO - L'ULTIMA INTERVISTA: ''FELLINI MI DISSE: 'TI PRENDEREI PER UN MIO FILM, MA NON HAI LE TETTE'. CI INCONTRAVAMO AL BAR DEL GRAND HOTEL DI ROMA, E PARLAVAMO SEMPRE DI ESOTERISMO E MAGIA''


     
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    E' MORTA DARIA NICOLODI, ATTRICE E SCENEGGIATRICE

    daria nicolodi - la proprieta non e piu un furto daria nicolodi - la proprieta non e piu un furto

     (ANSA) - Stamattina è morta Daria Nicolodi, attrice e sceneggiatrice nata a Firenze il 19 giugno del 1950. A dare la notizia della scomparsa il maestro Dario Argento, che con lei aveva un sodalizio che li aveva legati sulla scena e nella vita. Si erano conosciuti nel 1974 , quando lei era già affermata per aver lavorato con Elio Petri, durante il casting per il film Profondo rosso e dalla loro relazione nacque, nel 1975, la figlia secondogenita Asia, che l'ha resa nonna di due nipoti nati rispettivamente nel 2001 e nel 2008. Con Argento poi collaborò a vario titolo a tutti i suoi film, da Profondo Rosso a Suspiria (1977), Inferno (1980), Tenebre (1982), Phenomena (1984), Opera (1987).

     

     

    Da www.cinquantamila.it

     

    Firenze 19 giugno 1950. Attrice e sceneggiatrice. A lungo compagna di Dario Argento (mamma di Asia), ha recitato nei suoi Profondo rosso (1975), Inferno (1980), Tenebre (1983), Phenomena (1985), Opera (1987), La terza madre (2007, dove interpreta proprio la madre di Asia). Molto attiva anche in teatro (con Patroni Griffi, Lavia ecc.).

    • Argento ha detto di lei «Me ne innamorai e a quel punto volevo solo lei. L’altra era diventata l’intrusa, quella di cui volermi sbarazzare. Glielo dissi usando le sue parole di un tempo: ti prego, non telefonarmi più» (Giuseppina Manin) [CdS 3/8/2012].

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    • Lei e Argento furono arrestati e processati per 47 grammi di hashish “codetenuti” (La Repubblica).

    • Appassionata di esoterismo e scienze occulte (La Stampa).

     

     

    DARIA NICOLODI, L’IMPORTANTE NON È RACCONTARSI

    Francesco Foschini per www.ilmanifesto.it del 4 luglio 2020

     

    «La rassicuro subito, non le chiederò nulla su Dario Argento», «Grazie, anche perché come ben sa non ho fatto solo i suoi film. In questo momento mi viene in mente un’immagine, quella di Tre ore dopo le nozze, commedia di Ugo Gregoretti, esperienza che ho amato molto. C’erano Remo Remotti, Paolo Bonacelli, Carlo Monni… Un clima di maggiore intelligenza, a dir la verità».

     

    A parlare è Daria Nicolodi, musa dell’universo argentiano, attrice e autrice delle opere più visionarie del maestro del brivido, come Suspiria e Inferno. Fiorentina di Bellosguardo, 70 anni compiuti il 19 giugno scorso, figlia di un avvocato (ancora minorenne fu volontario nella Guerra di liberazione) e di una studiosa di lingue antiche, Nicolodi non si concede facilmente alla stampa: «Ho difficoltà a svelarmi in pubblico», dice; le rare volte in cui lo fa, però, si rivela interlocutrice sensibile dotata di innata squisitezza.

     

    Daria, partiamo dalle origini. Debutta al cinema con Francesco Rosi e poco dopo arriva «Salomè» di Carmelo Bene.

    Flavio Buccidaria nicolodi - la proprieta non e piu un furto Flavio Buccidaria nicolodi - la proprieta non e piu un furto

    Però in quel film non compaio! Purtroppo ero occupata col teatro e non ho potuto girarlo, ma mi disse: «Ti amo così tanto che metterò comunque il tuo nome nel cast». Fu un suo regalo. Carmelo Bene è stato un grandissimo amico, mai amante! Eravamo nottambuli, forse gli unici due di Roma, assieme a Paolo Villaggio. Qualche volta incontravo la moglie, Lydia Mancinelli, e mi diceva: «Mannaggia, Daria. Mi ha sposata solo perché somiglio a te». Veramente un grande amico, mai come adesso ricordo quello che mi disse una volta: «Chi sceglie la libertà, sceglie il deserto». Eravamo molto simili il bel pugliese e io.

     

    Il teatro non l’ha mai abbandonato, nemmeno durante il sodalizio con Dario Argento. Tra l’altro, la scoprì Luca Ronconi.

    Esatto. Debutto con Il candelaio, alla Fenice di Venezia; poi ci fu l’Orlando furioso a Spoleto, nel ’69. Era un teatro deflagrante, lo portammo anche nelle piazze… Ronconi è stato il più grande regista che abbiamo avuto. Poi, nel ’71, ho fatto Alleluja brava gente con Gigi Proietti e Renato Rascel, dove cantavo, ballavo e in cui ho imparato tante lezioni.

     

    Poi è la volta di Elio Petri con «La proprietà non è più un furto» e viene subito alla mente una foto di scena: lei, seduta alla cassa della macelleria di Ugo Tognazzi, con alle spalle la frase «l’uomo è un animale carnivoro».

    Ah, Petri, che maestro! Un uomo di immensa cultura e fantasia. La scritta fu fatta dallo scenografo in una macelleria di Edmondo Amati, che all’epoca era anche proprietario di tante sale cinematografiche. Pensi che ce n’è un’altra, di foto, dove siamo io, Snoopy il cane di Elio, Tognazzi e Ricky giovanissimo.

     

    PROIETTI E DARIA NICOLODI PROIETTI E DARIA NICOLODI

    Quest’anno ricorre il quarantennale della scomparsa di Mario Bava. Con lui ha fatto «Shock» e «La Venere d’Ille».

    Appena dopo la sua morte, scrissi di getto una lettera per L’Europeo, quando Oreste Del Buono era ancora redattore della sezione cinema, le leggo qualche passaggio: «Per me, non vi può essere alcuna cultura cinematografica completa e veramente vasta in chi non conosca l’opera di Bava. Mi riferisco tra l’altro a quei critici che come al solito l’hanno liquidato in questi giorni sui giornali con tre battute, «modesto», «artigiano» e «pioniere», quando questi signori i film di Bava non si sono mai degnati di vederli. Per me e molti altri più importanti di me, è stato un indicibile insegnamento vedere questo signore sessantenne, vivace come un ragazzo, gentile come un padrino da racconti di fate che riusciva a mantenere il perfetto ordine nella troupe, con il solo fascino di questa sua gentilezza.

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    Di rado, durante le pause di Shock o della Venere d’Ille, l’ho sentito inoltrarsi, e mai per lungo tempo, nella descrizione di incredibili trucchi luminosi, fasci fosfati dai colori d’arcobaleno, lastre turchine di vetri-acqua, diorama, incendi, del tempo in cui era giovane, evocando dallo sfondo scuro e dall’abisso del tempo l’immagine di segreti inauditi, meravigliosi della fotografia. Il momento per misurarlo meglio, per gustare la gentilezza della sua natura, era quando si metteva alla mdp. Allora faceva mostra di una geniale semplicità, cercando di divertirci tutti, maestranze, tecnici, attori, come bambini coi giocattoli pieni di simpatia e ammirazione per il coscienzioso, attentissimo ragazzo più grande che tanto si dava da fare per coinvolgerci ».

     

    Che ricordo ha, invece, di Sergio Citti?

    Sono stata stimata tanto da lui, non so perché… Girammo un episodio di Sogni e bisogni, in cui c’è pure Asia bambina. Citti venne a casa e osservò le piccole Fiore, Anna e Asia. Gli occorreva una bambina che suonasse il violino e Asia aveva cominciato da poco a esercitarsi, la guardò e disse: «Lei!». Aveva occhio lungo, era un uomo di grande intelligenza e bontà. Di una cultura immensa. Nel Minestrone, invece, mi ha sempre chiamata «la signora», mi vedeva così…

     

    In «Maccheroni» di Ettore Scola dà pure dello «stronzo» a Jack Lemmon, ovviamente per esigenze di copione.

    daria nicolodi Ugo Tognazzi - la proprieta non e piu un furto daria nicolodi Ugo Tognazzi - la proprieta non e piu un furto

    (ride, nda). Eravamo all’Hotel Excelsior di Napoli, mentre giravamo. Lemmon fece portare un grande pianoforte a coda perché gli piaceva suonare. Essendo la nipote di Alfredo Casella, capivo cosa stesse suonando. Nacque una forte amicizia tra noi, basata anche sulla musica. Ogni tanto passavamo il tempo a chiacchierare. Mi raccontava aneddoti meravigliosi sulla Hollywood di un tempo, ad esempio quando Norma Shearer attentò alla sua virtù durante un ballo. Ascoltavo come una scolaretta e mi diceva: «Sei una totale delizia». Tra l’altro, in questo film ho recitato in inglese in presa diretta, come avevo già fatto in tutti i film precedenti di Argento, dove però in alcuni venni doppiata – e anche male – per le edizioni estere. Grazie al potere culturale di Scola, da questo film la mia voce non venne più sostituita nelle versioni americane. Quindi, grande Scola, grande Jack! Riconoscimento alla mia professione.

    dario e asia argento dario e asia argento

     

    Mi corregga se sbaglio. Fu Fellini a dirle: «Ti prenderei per un mio film, ma non hai le tette»?

    Vero. Mi chiamava «stellina d’oro». Ogni tanto ci incontravamo al bar del Grand Hotel di Roma, e parlavamo sempre di esoterismo e magia. Ero molto amica anche di Giulietta Masina. Nella loro casa di Fregene ho incontrato addirittura il mago Rol. Chissà cos’era… Un impostore non credo.

    Senza entrare nell’ambito dello scandalo Weinstein, ma quando Asia andò ospite da Bianca Berlinguer a Cartabianca, disse: «Mia madre mi ha sempre insegnato a dare un calcio nelle palle». Ha dato molti calci nelle palle nella sua vita?

    Sono stata campionessa di nuoto e ho fatto anche judo, quindi so difendermi. Ovviamente è tutto relativo, perché un’aggressione è un’acrobazia nel nero della vita che non sei abituato ad affrontare. Però, conoscendomi, combatto.

     

    Se le dicessi Paganini Horror?

    DARIO E ASIA ARGENTO DARIO E ASIA ARGENTO

    Lo scrissi io, poi Cozzi lo ha «rubato», ma non ce l’ho con lui, può capitare nella vita, soprattutto nell’ambito cinema. Il film doveva avere un certo budget e invece non è costato nulla, con maggiori disponibilità sarebbe venuto più bellino. Ma intanto c’era Donald Pleasence, un vero piacere lavorare con lui. La scena in cui lancia le banconote dal campanile di San Marco l’ho scritta io. Inoltre, cercavo sempre di affiancare un musicista ai film in cui lavoravo, come in Le foto di Gioia – che non amo per niente – con Simon Boswell; o in Shock con i Libra, costola separata dei Goblin. Nei film che ho fatto la mia presenza non è stata solo come attrice, non lo dico per vantarmi ma perché è la verità.

     

    Da circa 10 anni si è ritirata dalle scene, per «curarsi» dalla malattia della recitazione. Però resta spettatrice attenta.

    Adoro il grande schermo e il palcoscenico. Così come adoro vedere i miei migliori amici, Angelica Ippolito, Tommaso Ragno, Maurizio Donadoni. Mi piace andare ad ammirarli. Questo è il mio mondo.

     

    ASIA E DARIO ARGENTO ASIA E DARIO ARGENTO

    Dice spesso che «garbeggia», ovvero di possedere la stessa natura di Greta Garbo. Ma anche un po’ quella di Jean Peters, ex moglie di Howard Hughes, che non rivelò mai nulla sul loro amore.

    Come fai a raccontare il miglior aspetto dell’esperienza della vita? Il primo amore come puoi raccontarlo? Anche se fossi Francis Scott Fitzgerald di Tenera è la notte, come fai a raccontare le cose ti hanno toccato nel profondo? Dario è stato un vero amore e le esperienze le vivi nel momento in cui accadono. Poi retrospettivamente sì, ne puoi parlare, ma non è tanto importante raccontarsi.

     

     

     

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