SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI
DAGOREPORT
Giorgia vuole surclassare Matteo. Portargli via l’elettorato nordista che vota Lega. A Milano, per conquistare la piazza leghista, è ritornata l’urlatrice spagnola del comizio dei fascisti di Vox: “La pacchia è finita”, ha sparato nei confronti dell’Unione Europea. Poi ci pensa il fidato Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, a gettare acqua sul fuoco. Così liquida il famigerato scostamento di bilancio, invocato da Salvini per 30 miliardi da ottenere da Bruxelles: “Le risorse vanno cercate altrove: si può anche andare oltre i 13 miliardi”.
Dietro l’azione di svuotamento del Carroccio da parte della Draghetta c’è il tentativo di avere dopo il 25 settembre un interlocutore diverso da Salvini: una vota sprofondato intorno al 10 per cento, il destino del Truce sarebbe segnato.
CONFRONTO LETTA MELONI
Aggiungere una Forza Italia fortemente ridimensionata al 6% e l’orizzonte di Giorgia si aprirebbe a un governo di emergenza nazionale, il solo che potrebbe affrontare un debito pubblico mostruoso, la crisi energetica, un'evasione fiscale endemica, un sistema politico sbriciolato e non ricomponibile per colpa di una legge elettorale assurda.
Certo, la Meloni si sgola a dire che "Non c'è nessuna possibilità che Fratelli d'Italia vada la governo con il Pd", rassicurando i suoi elettori: "Sono convinta che avremo una maggioranza. Mi fa sorridere che si dica che Fdi apra a governo di salvezza nazionale. Lo dicono alcuni ministri del governo Draghi, sarebbe un governo di salvezza loro... La salvezza nazionale è un governo forte di cinque anni", ha concluso a Radio 24.
SALVINI MELONI BERLUSCONI 66
Certo, i sondaggi non sono oro colato, occorre aspettare l’apertura delle urne, solo il 26 settembre, con i numeri nero sul bianco, si potrà ipotizzare l’Italia che verrà. Ma, ad oggi, le rilevazioni portano a ipotizzare Meloni e Letta uniti in un governo d’emergenza, magari a tempo, sostenuto dai partiti che ci stanno, guidato da Mario Draghi con un programma preciso per far scavallare al paese l’attuale situazione di crisi economica.