Estratto dell'articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”
CASTIGO DEI GENITORI AI FIGLI
«Ora basta, fila in camera tua». Seguono, di norma, strilli, pianti e ripicche. È la punizione più vecchia del mondo e, dal 2008, è inserita dal Consiglio d'Europa nell'opuscolo che suggerisce ai genitori come comportarsi in caso di malefatte di un figlio piccolo.
Ha rotto il vaso di porcellana del salotto? Si rifiuta di fare i compiti? Primo, nervi saldi: «Bisogna reagire al comportamento scorretto con spiegazioni e in modo non aggressivo, con castighi come il time out, la riparazione dei danni o una decurtazione della paghetta». Ma proprio il time out, l'obbligo per il bimbo di andare nella sua stanza, sarà depennato dalle norme di comportamento del buon genitore. Il quotidiano francese Le Figaro ha intercettato una mail nella quale la direttrice della Divisione per i diritti dell'infanzia, Regina Jensdottir, definisce la punizione «obsoleta», il Consiglio d'Europa ha riflettuto e l'opuscolo che la incoraggia, ancora disponibile in rete, sarà presto modificato.
COVER LIBRO FILA IN CAMERA TUA GENITORI CASTIGO FIGLI
GESTIONE DEI CONFLITTI Soddisfatta StopVeo, una delle associazioni che hanno fatto pressione ritenendo il time out inadatto a risolvere le situazioni conflittuali. Ma segue dibattito. «In fondo, mi sembra una sanzione moderata. Poi bisogna capire i motivi perché il bambino è obbligato ad andare in camera sua», riflette Benjamin Sadoun, psichiatra infantile presso l'University Hospital Group di Paris.
E la stessa StopVeo è cauta: «Segnaliamo che molti genitori fanno riferimento a questa soluzione per risolvere i problemi, ci auguriamo che l'abolizione venga spiegata dalla pedagogia e soprattutto sostituita da suggerimenti per provvedimenti meno violenti. Resta la raccomandazione che, se la tensione sale, meglio lasciare che il bambino pianga da solo e vada a calmarsi piuttosto che peggiorare le cose».
GENITORI CASTIGO FIGLI
URSULA VON DER LEYEN