Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it
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Per adesso, è una tentazione. Ma avrebbe conseguenze pesanti sull’Europa intera. Giorgia Meloni sta valutando di opporsi a un accordo lampo sul prossimo presidente della Commissione europea. E di esporsi, se non lo faranno prima altri leader, chiedendo al Consiglio europeo di attendere il voto delle legislative in Francia.
Con un obiettivo: sfruttare l’eventuale vittoria di Marine Le Pen per dare centralità ai Conservatori, terremotare gli equilibri di Bruxelles - sconvolti dall’eventuale nuova sconfitta di Macron - e massimizzare il risultato italiano nella trattativa sui top jobs continentali.
THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA
È un piano ad alto rischio, su cui sono in corso riflessioni approfondite a Palazzo Chigi. Due indizi, però, portano in questa direzione. Il primo risale a ieri, in occasione della prima riunione dei capigruppo dell’Europarlamento. Durante l’incontro, i Popolari rivendicano il sistema dello Spitzenkandidat, dunque di fatto annunciano di voler procedere in tempi stretti alla riconferma di von der Leyen.
I socialisti si accodano, su indicazione di Olaf Scholz. Alla riunione, però viene notata un’assenza: non c’è il delegato dei Conservatori (Ecr) Nicola Procaccini. Un segnale interpretato dai presenti con la volontà meloniana di […] non escludere un congelamento in attesa del voto francese.
Il secondo indizio pesa anche di più: nelle ultime ore, trapela da fonti di massimo livello, Meloni ha avuto almeno un contatto con Le Pen. […]
La premier è […] di fronte a un bivio. Ha voglia di far “pesare” la vittoria elettorale nelle trattative in Consiglio con Francia e Germania. E deve scegliere se “accontentarsi” di un patto con Ursula, alzando il prezzo per strappare una vicepresidenza con un portafoglio economico pesante o la casella dell’Alto rappresentante agli esteri a favore di Elisabetta Belloni - assieme a una vicepresidenza anche all’Europarlamento - oppure sperare di lucrare da un’eventuale coabitazione brutale a Parigi tra Le Pen e Macron per tentare di far saltare il banco a Bruxelles.
MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO
Per andare dove, però? I numeri dell’Europarlamento non possono prescindere dalla maggioranza Ursula, né cambierebbero in caso di vittoria in Francia dei lepenisti. Ma l’azzardo sarebbe quello di spingere per un nome del Ppe alternativo, capace di blindare Roma e spostare a destra la legislatura. La pista porta al profilo di Antonio Tajani. I Conservatori in maggioranza, a quel punto, diventerebbero un’opzione concreta, nonostante l’ostilità di liberali e socialisti.
Tutto sarà deciso in tre passaggi chiave. Si inizia a Borgo Egnazia, da domani: Macron, Scholz e Meloni si riuniranno a margine del G […] . Poi i Ventisette si ritroveranno lunedì 17 giugno a Bruxelles, per una vertice informale. Con un dettaglio pesante: von der Leyen è stata esclusa dalla cena dei leader […]. Infine, il 27-28 giugno è in agenda il Consiglio europeo. Sulla carta, i popolari intendono designare in quella sede Ursula, per poi sottoporla al voto del Parlamento Ue il 17 luglio. Lungo questo iter, però, si nascondono insidie.
LO SPOSTAMENTO DELL EUROPA A DESTRA - VIGNETTA DEL NEW YORKER
[…] E Macron? Se decidesse di assecondare la spinta del Ppe su Ursula, si troverebbe alle prese con un timing da brividi. Il 28 giugno il sì a von der Leyen, il 30 il primo turno elettorale in patria, il 7 luglio i ballottaggi e il 18 la fiducia dell’Europarlamento sulla tedesca (a scrutinio segreto, dunque imprevedibile). Nel frattempo, i lepenisti bombarderebbero l’Eliseo per non aver atteso l’esito delle elezioni.
Secondo Palazzo Chigi, Macron inizia a nutrire dubbi su questo percorso. Un segnale sarebbe arrivato sempre dai capigruppo a Bruxelles, quando il rappresentante dei macroniani avrebbe detto di non riconoscere il sistema dello Spitzenkandidat. Una frenata, ancora timida, sul rapido bis di Ursula. […] Ma […] dovesse vincere Macron, o almeno evitare la vittoria lepenista, diminuirebbe il potere di veto dell’italiana. In questa scommessa c’è il bivio e il possibile azzardo di Meloni.
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